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Odontoiatra. Renzo (Cao): “La sentenza del tribunale di Cosenza sia un esempio” 


“Le attrezzature per l’esercizio della professione odontoiatrica devono essere non solo acquistate, ma sottoposte alla diretta responsabilità del professionista iscritto all’Albo”. È questa la decisone del Tribunale di Cosenza. A commentare con soddisfazione la recente sentenza è il presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Giuseppe Renzo: “il tribunale ha applicato la Legge 175, 'Norme in materia di pubblicità sanitaria e di repressione dell'esercizio abusivo delle professioni sanitarie’, dimostrandone la vigenza”. LA SENTENZA

11 OTT - “In un paese dove l’articolo 348 del Codice Penale punisce con una multa irrisoria, 516 euro, chi pratica l’abusivismo odontoiatrico, sono migliaia e tanti di questi, anche già denunciati e condannati, reiterano l'illecito. In un paese dove una studentessa può mettere le mani in bocca ai bambini e prescrivergli un apparecchio ortodontico, o può fare diagnosi e praticare anestesie e terapie nella tavernetta di casa, come ha denunciato ancora ieri sera la trasmissione Striscia la Notizia, ben vengano giudici che ribadiscono il ruolo dell’Odontoiatra a tutela della salute pubblica”.
 
È il commento del presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Giuseppe Renzo, ad una recente sentenza del tribunale di Cosenza.
 
“Questa sentenza - ha continuato Renzo - conferma quanto da noi sempre evidenziato circa la necessità che le attrezzature per l’esercizio della nostra professione siano non solo acquistate, ma sottoposte alla diretta responsabilità del professionista iscritto all’Albo”.
 
“Ma non basta – ha specificato  Renzo - ancora una volta, viene confermata la vigenza della L. 175/92, di cui possono considerarsi abrogati soltanto gli articoli che riguardano il rilascio di una autorizzazione per la pubblicità sanitaria. In particolare sottolineo il comma 5 dell’art. 5 della citata L. 175/92, che testualmente prevede: 'Qualora l’annuncio pubblicitario contenga indicazioni false sulle attività o prestazioni che la struttura è abilitata a svolgere o non contenga l’indicazione del direttore sanitario, l’autorizzazione amministrativa all’esercizio dell’attività sanitaria è sospesa per un periodo da sei mesi ad un anno'.
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“E questo è importante – ha sottolineato il presidente Cao – perché sull’applicazione di tale normativa è attualmente in corso un contenzioso, promosso dalla Cao nazionale e portato poi sui territori, considerando che alcuni comuni iniziano finalmente ad applicare la normativa revocando le autorizzazioni precedentemente concesse”.

“Ringrazio quindi – ha detto Renzo – i colleghi Guarnieri, presidente della Cao di Cosenza, per l’attento lavoro, e Sandro Sanvenero, Segretario nazionale Cao, che tanto si è speso per l’applicazione di questa normativa. Chiamo a raccolta tutti i presidenti Cao perché siano sentinelle sul territorio, pronti a vigilare per la corretta applicazione della normativa, a tutela della salute pubblica, perché molte battaglie si possono vincere con l’impegno di tutti”.
 
E non sarà una battaglia facile: “con l’ingresso massivo del capitale, la cui provenienza deve peraltro risultare sempre limpida – ha concluso – il campo è sempre più disastrato: abbiamo notizia, e non parlo solo dei nostri Ordini, che molti professionisti della sanità stanno chiedendo la cancellazione dai rispettivi Albi, perché ritengono più utile e meno oneroso rimanere puri soci di capitale. Un modo per sfuggire al controllo degli Ordini a tutela della salute pubblica?". Renzo risponde alla sua stessa domanda, ma solo a metà, il resto lo lascia intendere: “a pensar male …”.

11 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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