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Personale Ssn. Nel 2017 continua calo occupati anche se in misura minore del passato: in tutto 1.681 unità in meno. Ma medici e farmacisti aumentano (+376 e +75) mentre gli infermieri calano di 58 unità. Ferme le retribuzioni


Pubblicati i dati del conto annuale 2017. La riduzione negli ultimi anni è stata costante passando dalle 693.600 unità del 2009 alle 647.048 del 2017, con un decremento del 5,2% annuo. I medici registrano una diminuzione di 5.876 unità (-5%) mentre il personale non dirigente cala del 4,8% (26.073 unità in meno). Tra il 2016 e il 2017 si registra però per la prima volta un aumento dei medici e dei farmacisti mntre le altre categorie hanno comunque il segno meno, anche se in misura minore rispetto ai trend degli anni precedenti

26 MAR - Conto annuale 2017: Il personale del Servizio sanitario nazionale diminuisce ancora, ma nel complesso meno di qualunque altro anno a partire dal 2009 in poi, solo 1.681 unità.

Dal 2009 però, come evidenzia lo stesso documento appena pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato, la riduzione è stata costante (circa il 5,2% annuo) passando dalle 693.600 unità alle 647.048 del 2017, vale a dire circa 46.500 unità di personale in meno.
 


Il personale medico e il personale non dirigente seguono questo andamento.  Nel periodo 2007-2017 i medici registrano una diminuzione di 5.876 unità (-5%) mentre il personale non dirigente cala dalle 543.207 unità del 2007 alle 517.134 nel 2017, con una diminuzione del 4,8% (26.073 unità in meno).

Ma in realtà i medici aumentano per la prima volta nel 2017 di 376 unità, il personale non dirigente diminuisce di 1.705 unità (tra questi gli infermieri di 58 unità) e i dirigenti non medici diminuiscono di 274 unità (ma tra questi aumentano di 75 unità i farmacisti).

Nel lungo periodo, i dirigenti non medici e la macrocategoria “altro personale” (direttori generali e personale contrattista) invece registrano decrementi maggiori.

I primi con una diminuzione di 2.629 unità (-12,7 per cento), mentre l’altro personale passa dalle 1.587 unità del 2007 alle 1.010 nel 2017 (-36,4%).
 

 


La dinamica, sottolinea la stessa Rgs è il risultato delle misure di contenimento della spesa di personale e spiega che gli enti del Ssn, a differenza di altri settori del pubblico impiego, non sono sottoposti a un limite assunzionale da turn over ma a un vincolo di spesa: quella 2004 meno l’1,4 per cento.
E per le Regioni adempienti (in equilibrio economico) è previsto negli anni dal 2015 al 2019, un percorso di graduale riduzione della spesa di personale ovvero una variazione dello 0,1 per cento fino al totale conseguimento nel 2020 degli obiettivi previsti dalla legge 191/2009.
Ulteriori vincoli in materia, sono scritti invece per le Regioni in Piano di rientro.

Analizzando la variazione percentuale della distribuzione geografica del personale Ssn tra il 2007 e il 2017, si nota che le regioni più penalizzate sono il Lazio, la Campania e il Molise dove, rispettivamente, si ha un calo del personale del 20%, 22,4% e 26,30%.

Al contrario regioni come la Valle d’Aosta, la Sardegna e la Basilicata hanno fatto registrare un deciso incremento del personale rispettivamente del 10,2%, 5,2% e 4,7%.

Infine, regioni del centro nord come Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte registrano un andamento dell’occupazione in leggero calo.
 


La riduzione di personale, di tutte le categorie, è particolarmente significativa secondo la Rgs soprattutto nelle regioni in Piano di rientro e il dato medio complessivo di riduzione del personale dell’intero comparto sconta al suo interno una significativa varianza tra queste e le regioni, invece, in equilibrio finanziario.

La media dei dipendenti ogni 10mila abitanti è di 122 unità e la Valle d’Aosta, la provincia autonoma di Bolzano, il Friuli Venezia Giulia, e la Liguria si collocano sopra la media.

Tra le regioni sotto la media, la Campania, il Lazio, la Sicilia e la Puglia.
 


L’andamento della retribuzione media è stata pressoché costante per il blocco della contrattazione collettiva nazionale nel periodo 2010-2015 che ha lasciato invariate le retribuzioni del personale dipendente.

Le variazioni registrate nella retribuzione media dopo il 2010, sono dovute alla diversa composizione del personale a seguito delle cessazioni dal servizio, solo in parte ricoperte da nuove assunzioni, per effetto delle limitazioni imposte al turn over.

Risultati analoghi si raggiungono analizzando i rapporti tra le retribuzioni nelle varie macrocategorie di personale, costanti lungo tutto l’arco temporale considerato.


26 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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