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Il Parlamento ratifichi la Convenzione OIL per la tutela dei lavoratori

di Domenico Della Porta

La convenzione dell?organizzazione internazionale del lavoro si propone di tutelare tutti dalla violenza e dalle molestie sul lavoro, ma riconosce che le donne sono colpite da queste ultime in misura sproporzionata e che per assicurare loro una protezione effettiva bisogna adottare misure specifiche. Il ddl per la sua ratifica (Boldrini, LEU) è però ancora fermo in Commissione Esteri della Camera in attesa dei pareri in attesa delle altre Commissioni interessate

07 FEB - Accanto all’iter per la definizione del ddl sulla violenza e aggressioni in sanità, la cui discussione finale è in corso proprio in queste ore, non è possibile trascurare l’altra proposta di legge, relatore, Laura Boldrini, “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108ª sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione”, presentata il 23 ottobre 2019, la cui principale finalità è quella di: 1)  aumentare la consapevolezza dei datori di lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori e dei loro rappresentanti in merito alle molestie e alla violenza; e di 2) fornire un quadro di azioni concrete per individuare, prevenire e gestire gli effetti delle molestie e delle violenze nei luoghi di lavoro.
 
Non a caso, proprio in considerazione dell’aumento esponenziale di questi fenomeni registrati in qualsiasi tipo di comparto occupazionale, il 22 gennaio scorso la Commissione Europea ha esortato gli Stati Membri a ratificare “al più presto” la medesima Convenzione OIL. Una analoga posizione è stata assunta anche dalla Commissione Sicurezza Operatori Sanitari della FNOMCeO, coordinata da Salvatore Amato, nella seduta del 5 febbraio.
 
“Sono infatti francamente preoccupanti, ha precisato Filippo Anelli Presidente Fnomceo i dati INAIL accertati positivamente e codificati come aggressioni e violenze da persone esterne all’impresa, tra dipendenti della stessa e da animali, ammontanti nel 2018 a circa 8.000 casi, compresi quelli accaduti nel mondo sanitario”.
 
La Convenzione riconosce che la violenza e le molestie nel mondo del lavoro “può costituire una violazione o un abuso dei diritti umani... è una minaccia per le pari opportunità, è inaccettabile e incompatibile con il lavoro dignitoso”. Il nuovo trattato internazionale definisce “violenza e molestie” come un insieme di comportamenti, pratiche o minacce “che mirano a provocare — o sono suscettibili di provocare — danni fisici, psicologici, sessuali o economici”. Esso richiede agli Stati membri di adoperarsi per assicurare “tolleranza zero nel mondo del lavoro”.
 
Con la ratifica di questo provvedimento dell’OIL si ottiene un concreto risultato in termini di attenzione nei confronti degli atti di violenze e aggressioni nei luoghi di lavoro, come ha precisato lo stesso Ministro della Salute nel corso della presentazione del docufilm realizzato sul medesimo tema, della FNOMCeO “Notturno” sottolineato che “bisogna affiancare alla parte legata alla deterrenza, agli strumenti giudiziari, una grande operazione di carattere culturale a favore del SSN”.
 
Le molestie possono prodursi nei luoghi in cui si lavora, come gli uffici, le fabbriche o i campi, le strutture sanitarie, le strade, per i venditori ambulanti, o la casa, nel caso delle lavoratrici domestiche, ma anche nel tragitto casa-lavoro o quando si viaggia per motivi di lavoro o ancora quando si seguono dei corsi di formazione in luoghi diversi dai locali in cui viene svolta l'attività lavorativa. Il progresso nelle tecnologie della comunicazione e dell’informazione ci permette di essere connessi 24 ore al giorno e di lavorare quando si vuole e dove si vuole. Il rovescio della medaglia è che la tecnologia può essere utilizzata anche per danneggiare colleghi, lavoratori subordinati o superiori inviando e-mail, sms o messaggi WhatsApp, caricando video o immagini a sfondo sessuale che screditano o insultano i diretti interessati. La convenzione contempla e affronta anche questo tipo di situazioni.
 
Il modo più efficace per eliminare violenze e molestie nel mondo del lavoro è prevenendole. La convenzione impone per questo l’obbligo agli stati di esigere dai datori di lavoro che prendano misure volte a prevenire l’insorgere di comportamenti e di pratiche inaccettabili. Tali misure comprendono anche l’adozione di politiche per un ambiente di lavoro esente da violenze e molestie, la valutazione di eventuali rischi di violenza e di molestie, la conduzione di attività di informazione e di formazione per impiegati e le altre persone interessate. La convenzione riconosce inoltre che, sebbene tutti i datori abbiano il dovere di assicurare un ambiente di lavoro esente da violenza e molestie, la natura e l’estensione delle misure prese a tal fine dipendono dalle possibilità e dai mezzi che essi hanno a disposizione.
 
Ma quando la violenza e le molestie si manifestano, la convenzione contempla procedure di controllo e di esecuzione della legge e misure di ricorso, così come attività di informazione, formazione e sensibilizzazione in questo campo.
 
Manuela Tomei, Direttrice del Dipartimento dell’OIL sulla Qualità del lavoro, ha dichiarato: “Senza rispetto, non c’è dignità sul lavoro e, senza dignità, non c’è giustizia sociale. Questa è la prima volta che viene adottata una Convenzione e una Raccomandazione sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro. Ora abbiamo una definizione concordata di violenza e molestie. Sappiamo qual è la strada da seguire e le azioni da intraprendere per prevenire e contrastare il fenomeno. Speriamo questi nuovi strumenti normativi ci portino verso un futuro del lavoro che vogliamo”.
 
La nuova norma internazionale del lavoro mira a proteggere lavoratori, indipendentemente dal loro status contrattuale, e include le persone in formazione, tirocinio e apprendistato, lavoratori ai quali è stato terminato il rapporto di lavoro, volontari, persone in cerca di lavoro e candidati al lavoro. Riconosce che “le persone che esercitano autorità, doveri o responsabilità propri di un datore di lavoro” possono anch’esse essere soggette a violenza e molestie.

La convenzione si propone di tutelare tutti dalla violenza e dalle molestie sul lavoro, ma riconosce che le donne sono colpite da queste ultime in misura sproporzionata e che per assicurare loro una protezione effettiva bisogna adottare misure specifiche. Per esempio, la convenzione riconosce che per eliminare la violenza e le molestie non è sufficiente intervenire unicamente sui sintomi, ma bisogna agire anche sulle cause soggiacenti, come l’abuso di rapporti di potere diseguali e le norme sociali e culturali su cui poggiano i pregiudizi rivolti alle donne. Questo spiega l’enfasi del nuovo strumento normativo sull’obbligo di dare reale applicazione al principio e al diritto alla non-discriminazione e all’uguaglianza per le donne, così come per altri gruppi sociali soggetti a multiple discriminazioni.
 
Domenico Della Porta
Docente di Medicina del Lavoro
Facoltà di Giurisprudenza Università Telematica Internazionale Uninettuno - Roma

07 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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