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Simeu alle Istituzioni: “Porre rimedio a grave carenza di personale in Emergenza”


La Società scientifica di emergenza rivolge un appello affinché si intervenga sul settore anche con modifiche alle strutture di Pronto soccorso all’applicazione reale del Dm 70/2015 fino al passaggio alla dipendenza per i Medici in convenzione operanti nel 118.

06 MAG - “L’emergenza Covid-19 che ha colpito duramente il nostro paese ha messo in evidenza dei lati positivi con la grande risposta della Medicina di Emergenza-Urgenza, che con tutti i suoi operatori senza distinzione, e nel territorio come negli ospedali, ha dimostrato competenza, dedizione, attaccamento, tenacia, passione, ma questa emergenza ha messo a nudo anche delle zone d’ombra, dovuti in primis a problemi strutturali, alle note carenze di organico, alla riduzione dei posti letto per acuti, a un ritardo nella organizzazione della medicina territoriale”, questa la premessa di una lettera alle Isituzioni del presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu), Salvatore Manca.
 
Queste le proposte avanzate nella lettera:
 
1. Modifica del nome della disciplina, da Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza a Medicina di Emergenza-Urgenza, che non va visto come un mero passaggio formale, ma carico di contenuti, significa il riconoscimento della nostra identità e della nostra specificità.
 
2. Intervenire con modifiche strutturali dei Pronto Soccorso, che favoriscano e rendano attuabili stabilmente i flussi dei pazienti su percorsi differenziati, sul modello sperimentato e attuato nella recente fase emergenziale, ma applicabili anche nella fase post-covid.
 
3. Reale applicazione del DM 70/2015 che prevede per i DEA di 1° e 2° livello posti letto di OBI (osservazione breve intensiva) e di sub-intensiva di Medicina d’Urgenza, che dovranno essere ricompresi nella struttura complessa di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza/Medicina di Emergenza-Urgenza, e prevedere per i Presidi ospedalieri sede di Pronto Soccorso i letti tecnici di OBI.
 
4. Ruolo unico per i Medici dell’Emergenza territoriale e di Pronto Soccorso, quindi con passaggio alla dipendenza per i Medici in convenzione operanti nel 118, al fine di uniformare in ambito nazionale un sistema attualmente frammentato dalla presenza di contratti atipici, (in convenzione, in libera professione, in regime di dipendenza, ecc.), da inquadrare nella disciplina di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza/Medicina di Emergenza-Urgenza.
 
5. Porre rimedio alla grave carenza di Medici nei Pronto Soccorso/OBI/Sub-intensive di Medicina d’Urgenza, carenza stimata attualmente in circa 2300 unità. Al fine di una programmazione a breve-medio termine si rende necessario un incremento delle borse della scuola di specializzazione di Medicina di Emergenza-Urgenza con almeno una dotazione minima di 1000 borse annue. In attesa del reclutamento di specialisti necessari a colmare le suddette carenze, potrebbe essere utile quanto previsto dal decreto Calabria sull’utilizzo degli specializzandi del 4-5 anno, con integrazione economica del contratto Miur.
 
6. Revisione Standard strutturali e delle dotazioni organiche: la attività dei Pronto Soccorso è sempre stata valutata in termini numerici, (numero accessi, accessi per codice di gravità, tempi di attesa per codice di gravità, percentuale accessi/ricoveri/dimessi ecc.) ma mai è stata fatta una valutazione sulla qualità e complessità assistenziale in tutte le sue attività (Pronto Soccorso, Obi, sub-intensive di Medicina d’urgenza), ciò ha portato ad un dato numerico sicuramente penalizzante cui va dato invece il giusto peso.
 

06 maggio 2020
© Riproduzione riservata

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