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Vaccinazioni. Fnopi: “Oltre 60mila infermieri liberi professionisti sono pronti, ma per loro sono indispensabili maggiori tutele”


Lettera Fnopi a Conte, Speranza, Boccia, Arcuri e Bonaccini. Lanciato un triplo appello: accelerare l’immunizzazione delle priorità vaccinali degli infermieri che operano sul territorio; ci sono circa 60.000 infermieri liberi-professionisti che, con i corretti presupposti, potrebbero integrare il numero degli attuali soggetti vaccinatori; queste categorie di infermieri non sono spesso considerate in analogia con il personale sanitario dipendente e quindi non hanno priorità per la vaccinazione.

07 GEN - Mancano i vaccinatori, soprattutto sul territorio (ma anche negli ospedali) e in modo più evidente con il previsto arrivo anche della fornitura di vaccini Moderna che si affiancherà a Pfizer-Biontech. Ma ci sono circa 60mila infermieri liberi professionisti che hanno i requisiti richiesti dal bando del Commissario straordinario per Covid-19, in stand by perché non essendo dipendenti non hanno ricevuto alcuna priorità nell’essere essi stessi vaccinati e quindi sono esposti al massimo rischio di infezione senza tutele.
 
Per questo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministeri della Salute e degli Affari regionali Roberto Speranza e Francesco Boccia, al Commissario Domenico Arcuri e al presidente delle Regioni Stefanio Bonaccini in cui si lancia un triplo appello:
- è necessario accelerare l’accesso all’immunizzazione delle priorità vaccinali degli infermieri che operano a qualsiasi titolo sul territorio;
 
- nella professione infermieristica, laureati, spesso specializzati e regolarmente iscritti agli albi, ci sono circa 60.000 infermieri liberi-professionisti, che sono anche quelli di elezione per la partecipazione ai bandi per reperire operatori che possano somministrare i vaccini, purché questo avvenga in sicurezza, e che quindi, con i corretti presupposti, potrebbero integrare il numero degli attuali soggetti vaccinatori;
 
- queste categorie di infermieri non sono spesso considerate in analogia con il personale sanitario dipendente e quindi non hanno alcuna priorità per la vaccinazione, restando fortemente esposti – e con loro le persone assistite – al virus e al relativo contagio, pure essendo già da inizio pandemia in prima linea, soprattutto proprio nelle strutture territoriali che ospitano i più fragili e nel caso della somministrazione di vaccini a contatto con infinite eventuali fonti di contaminazione.

La Fnopi sottolinea nella lettera la necessità che al più presto questi professionisti “siano considerati alla stregua dei loro colleghi dipendenti tra il personale da sottoporre al più presto e prioritariamente alla campagna di vaccinazione e chiede anche che venga riconosciuta loro analoga premialità a quella riconosciuta agli infermieri dipendenti”.

E aggiunge: “In particolare, i liberi professionisti sono stati particolarmente colpiti dalla pandemia anche dal punto di vista lavorativo ed economico pur non avendo lasciato solo nessuno ed essendosi offerti spesso anche come volontari per prestare cure e assistenza”.

“Abbiamo di fronte un futuro che dipende dall’impegno dei professionisti – aggiunge la lettera Fnopi - come è stato già nell’anno passato, e da quello che essi potranno continuare a fare, infermieri in testa”.

“Gli infermieri – conclude - non faranno mai venir meno il loro contributo, la loro competenza, la loro capacità di relazione, la loro disciplina, ma per questo serve un diverso e più mirato impegno delle istituzioni nei confronti di tutta la categoria. Senza escludere nessuno”. 

07 gennaio 2021
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