Gentile Direttore,
la fine del Governo Draghi ha determinato lo scioglimento delle Camere e le nuove elezioni il 25 settembre prossimo; il nuovo Parlamento sarà insediato il 15 ottobre, in concomitanza con la fase epidemica del Covid 19, che prevederà, ancora, l’adozione di misure di contrasto e di prevenzione. Si pongono, in questo modo, molti interrogativi sulle principali riforme rimaste incompiute per la fine anticipata della legislatura.
La fine dell’esecutivo e della legislatura parlamentare pongono molte altre domande, a partire dalla sorte della riforma della medicina generale, con le cosiddette Case di Comunità e tutto quello che prevede il DM 77 in termini di definizione dei nuovi standard per l’assistenza territoriale in coerenza con il PNRR.
I LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) aspettano ancora di essere rivisti con una loro riforma organica che li renda aggiornati rispetto ai nuovi bisogni di salute emersi in quest’ultima fase, così come la fine dell’esecutivo Draghi mette fortemente a rischio il varo della nuova Legge di Bilancio per il 2023, che dovrà confermare i finanziamenti per il Fondo Sanitario Nazionale.
Le questioni riguardanti la sanità e la medicina che rimarranno incompiute sono molteplici, una per tutte riguarda la riforma dell’AIFA di cui si parla ormai da un anno ma che fatica a vedere la luce e quella del costo del farmaco, che il nostro paese dovrà rendere disponibile per i cittadini a prezzi accessibili, adeguandolo alla media dei costi dei farmaci europei.
Davanti a questo quadro a tinte fosche è legittimo lanciare l’allarme, tenuto conto che quest’anno abbiamo già segnalato, con uno sciopero a marzo scorso, le molte criticità del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Occorre rimettere mano, con un nuovo patto sociale, al rapporto medico - paziente, al rafforzamento della medicina territoriale, ad una più forte integrazione socio sanitaria, alla necessità di difendere il carattere pubblico e universale del nostro SSN dinnanzi ad una sempre più incalzante iniziativa privata che tende a sottrarre servizi e pazienti al settore pubblico.
La caduta del Governo Draghi e la fine della XVIII legislatura sono concomitanti all’aumento del costo della vita dovuta all’inflazione che hanno effetto sulla capacità di prevenzione cura e di tutti i cittadini. Per questo auspichiamo che si faccia presto e si arrivi quanto prima alla formazione di un nuovo Governo del Paese.
Non possiamo rischiare che i finanziamenti del PNRR per la sanità e per la medicina vengano persi, così come, non vanno lasciati soli i cittadini e i medici davanti alla pandemia.
Ludovico Abbaticchio
Pina Onotri
Segretario Generale SMI