Gentile Direttore,
il 15 giugno ricorrerà la Giornata mondiale di sensibilizzazione contro gli abusi sugli anziani. E’ una data che ci invita a riflettere sui valori etici e sui diritti che la nostra società deve garantire ai fragili, analizzando al pari le priorità del settore della non autosufficienza e dell’assistenza agli anziani in Italia.
In qualità di presidente di Confcommercio Salute, Sanità e Cura, desidero rilanciare un monito di attenzione verso questi temi, richiamando innanzitutto ai principi fondamentali della Carta Europea dei Diritti e delle Responsabilità delle Persone Anziane bisognose di Cure ed Assistenza a Lungo Termine. Un documento che ci richiama, come cittadini e come rappresentanti degli Enti Gestori, ai nostri doveri etici e morali e che deve guidare le nostre scelte e azioni quotidiane, promuovendo iniziative e politiche che mettano al centro la dignità e i diritti degli anziani.
La dignità umana, come riporta la Carta, è inviolabile e l’età e la condizione di dipendenza non devono mai essere motivo di restrizione dei diritti umani inalienabili e delle libertà civili riconosciute a livello internazionale. Occorre poi ricordare che, tra i fragili, le donne anziane rappresentano una parte significativa e più di un terzo di loro soffre di Alzheimer o demenza, condizioni che le rendono particolarmente vulnerabili agli abusi: in questo senso è essenziale garantire la loro protezione e il loro benessere, adottando misure specifiche che tengano conto delle loro esigenze particolari.
Tra i princìpi cardine evidenziati dal documento, emerge anche l’importanza di considerare la salute e le cure a lungo termine per gli anziani come un investimento a beneficio di tutte le generazioni.
Ne deriva un’ulteriore riflessione, ossia che la non autosufficienza e l’assistenza agli anziani debbano rientrare sempre di più tra le priorità dell’agenda politica: l’invecchiamento della popolazione, unito ai mutamenti della società e, tra le altre, del mercato del lavoro (si pensi ai figli che, in futuro, vivranno a maggior distanza dai genitori rispetto al passato) aumenta la probabilità di un’ulteriore riduzione dei caregiver con un aumento della richiesta di servizi residenziali (e conseguentemente di posti) o di assistenza al domicilio.
In questo contesto, tra i punti essenziali, ci sono senz’altro il tema delle rette (a maggiori risorse pubbliche corrisponderebbero richieste di compartecipazione alle famiglie inferiori) e, riguardo alla qualità dei servizi erogati, quello del giusto riconoscimento (economico e sociale) e della formazione del personale sociosanitario dedicato agli anziani e ai fragili.
Luca Pallavicini