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Medicina convenzionata. Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi

di Giancarlo Testaquatra (Simet)

18 APR - Gentile direttore,
pubblicata la Legge 189/2012 , la cosiddetta ‘Legge Balduzzi’, i più attenti  si erano resi subito conto sia del pericolo dello snaturamento di alcune peculiarità della Medicina Generale, sia della sua inapplicabilità.
Sono passati tre anni e mezzo... e siamo ancora impantanati, con l’ennesimo atto di indirizzo, gli immutati nodi al pettine e il dissenso sempre più ampio, ben oltre quello rappresentato da tre Sigle Sindacali su quattro.  
Con il rischio di ripeterci, qualche riflessione…
Già oggi, da Bolzano a Trapani, i Medici di Assistenza Primaria e i Medici del Servizio di Continuità Assistenziale coprono sostanzialmente le 24 ore giornaliere. Quindi lo sbandierato modello H24, o peggio quello H16 delle Aggregazioni Funzionali Territoriali non promuoverebbe una diversa modalità organizzativa. Modalità tra l'altro prevista dall'ACN già dal lontano 2009 e mai realizzata! Chissà perché? Forse perché non proprio così funzionale?     
                             
I fautori delle Aggregazioni Forzate Territoriali (licenza poetica) hanno così scomodato il ministro di turno e il parlamento per una legge che le impone: ma siamo sicuri che le AFT costituiscano un passo avanti rispetto alle modalità di assistenza primaria oggi esistenti?
 
Perché si è prevista la 'pseudo rivoluzione' del ruolo unico? Requisiti e titoli dei concorsi per l’Assistenza Primaria o Titolarità di incarico nel Servizio di Continuità Assistenziale sono gli stessi e attualmente i Medici di Medicina Generale possono scegliere un rapporto convenzionale o entrambi. Forse lo si fa per marcare la differenza con i Medici a contratto a tempo determinato della Continuità Assistenziale? Forse lo si fa per escludere dal futuro assetto migliaia di giovani Medici che hanno reso possibile con la loro professionalità l'esistenza e la crescita in tutto il Paese di un Servizio così importante e delicato? 
 
Ancora…perché i Medici del Servizio di Continuità Assistenziale devono perdere la loro autonomia professionale e devono finire " a servizio" degli altri Medici delle AFT? E infine perché coinvolgere il 118, con i suoi problemi, anche nelle visite non differibili dalla mezzanotte alle 8.00 del mattino? Francamente tutto ciò è incomprensibile!
 
Se provassimo a pensare in maniera nuova, con onestà intellettuale, dovremmo considerare che l'organizzazione, così fondamentale in sanità a tutti i livelli, per il Medico di Medicina Generale è invece cosa semplice. I Medici di Medicina Generale possono ancora esercitare la loro professione in sacrosanta autonomia, in uno studio-ambulatorio essenziale, visitare a domicilio e curare l'assistito soprattutto grazie ad una relazione significativa e costante nel tempo. Quello di cui avrebbero bisogno non è scritto nella ‘Legge Balduzzi’!
Se queste brevi considerazioni hanno un qualche valore bisognerebbe resettare l’ultima normativa ma questo, per vari motivi ed interessi, è difficile che avvenga. L’alternativa sarebbe che responsabilmente nel prossimo ACN fosse prevista una fase sperimentale che preveda:
a) la nascita soltanto delle AFT utili e possibili;
b) il mantenimento di un autonomo Servizio di Continuità Assistenziale  (di pari passo è auspicabile una iniziativa legislativa per consentire, a chi ha lavorato per diversi anni nel Servizio, la frequenza in sovrannumero del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale);                             
c) con adeguati finanziamenti la sperimentazione  in ambito Distrettuale di forme di integrazione multidisciplinare ed interprofessionali (UCCP o altro).
Un cammino più lucido e prudente dal quale, dopo corrette valutazioni, si possa anche tornare indietro. 
 
Dott. Giancarlo Testaquatra
Medico Medicina Generale
Membro Direttivo Nazionale Sindacato Medici del Territorio (Simet)

18 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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