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L’assurdo sistema dei certificati di malattia “a vista”

di Carla Scarfagna (Sociologa)

26 OTT - Gentile Direttore
vorrei segnalare alle Autorità Sanitarie preposte l’incredibile situazione in cui si viene a trovare un cittadino che aggredito da influenza con notevole rialzo febbrile si vede costretto ad uscire perché il certificato medico di malattia per il datore di lavoro viene rilasciato solo “a vista”, cioè presso lo studio dello stesso medico. Medico che, peraltro, potrebbe anche decidere di andare a visitare il paziente a domicilio se richiesto e se dalla “diagnosi telefonica “ ne evince la necessita ma, comunque, può rilasciare suddetto certificato ancora solo “a vista” presso lo studio medico per il contestuale invio telematico.

Premetto che, essendo un’addetta ai lavori, sono una cittadina competente e posso sostenere, con buona ragione, che siamo di fronte ad una normativa assurda alla quale i medici cosiddetti di famiglia si appellano e comunque subiscono, piuttosto che richiamarsi al proprio codice deontologico che imporrebbe loro di agire a tutela della salute del proprio paziente obbligato invece ad esporsi ad un aggravamento delle proprie condizioni di salute perché costretto ad uscire di casa anche in preda ad un forte rialzamento febbrile.

Il medico di famiglia da me contestato per avermi incitato a presentarmi in studio “con un po’ di buona volontà” nonostante fossi in preda a febbre elevata, mi ricordava che anche per i pediatri di famiglia il bambino con 39 anche 40 di febbre, per essere sottoposto a visita medica pediatrica, deve recarsi in studio...infatti poi ci si avvale di un privato a domicilio e te la cavi forse con 100 euro.

Pertanto, l’iniquità di questa normativa che espone i malati veri ad un possibile aggravarsi delle proprie condizioni di salute intanto porta ad una spesa maggiore sia per la sanità se la situazione del paziente necessita di un prolungamento delle cure a causa di un’inopportuna uscita nel corso di un accesso febbrile sia per il datore di lavoro che vede il prolungarsi dell’assenza dal posto di lavoro del proprio dipendente.

Una norma che sembra fatta per molti furbi che si presentano dal proprio medico accusando malesseri, ottenendo “a vista” il certificato per assentarsi dal lavoro.

Inoltre, presentarsi nella sala d’aspetto di uno studio magari gremito di utenti comporta un concreto rischio di diffusione della patologia in atto presentata se in forma acuta e trasmissibile.

Quindi, stamattina, reduce da una forte colica gastrica, in preda a febbre elevata, ho dovuto prendere la mia auto, essendo sola in casa, e “con un po’ di buona volontà” andare a farmi fare il certificato “a vista”, ovviamente, senza neanche essere visitata.

Credo siano in primis gli stessi medici di famiglia ad essere danneggiati da tale normativa e a loro si chiede uno scatto di orgoglio professionale ed etico per tutelare non solo sé stessi ma anche i propri pazienti.

Sarebbe quanto mai opportuno che Governo, Regione nonché Sindacati Medici e le Rappresentanze di Tutela dei cittadini rivedessero questa ridicola normativa che nasce come una campagna contro i famosi furbetti ma come al solito riesce a danneggiare solo i soliti onesti.

Carla Scarfagna
Sociologa

26 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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