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Contratti. Indispensabile riconoscimento economico per chi svolge i turni H24

di Francesco Falli

12 FEB - Gentile Direttore,
in un sistema sanitario nazionale che perde dipendenti in numero significativo (vedo i dati sul vostro puntuale articolo) personalmente penso che si dovrebbe immaginare un Contratto Sanità più rispettoso delle ''diversità'', intendendo col termine le diverse disponibilità operative. Cerco di chiarire al meglio il mio pensiero, anticipando che ho una lunga (ahimè) esperienza nel settore, sia sul versante operativo, sia come organizzatore e gestore delle ''risorse umane''.
 
Ancora una volta, e può sembrare ripetitivo, non è possibile lavorare su progetti che, in tutta onestà, non vanno neppure a recuperare ''il terreno perduto'' in questi anni di mancati rinnovi economici; ma nemmeno prevedono, per chi svolge attività chiaramente speciali, dei sistemi non dico incentivanti, ma almeno ''riconoscenti''.

Ma attenzione: pur essendo fermamente convinto che anche nel Comparto sia ampiamente maturo il momento per riconoscere le ''competenze avanzate'' in termini economici, vorrei rimarcare che a tutt'oggi non si premia nemmeno chi svolge attività decisive per il mantenimento dell'impianto generale.
 
Voglio dire questo con chiarezza, Direttore: se esercitare attività sulle 24 ore (fare i turni, cioè) comporta una modesta differenza di stipendio rispetto a chi invece le notti le trascorre tutte a casa sua, noi sempre più assisteremo a una ''fuga'' dal turno H24,assolutamente legittima e da comprendere: anche perchè, nonostante le vulgate di chi non ha esperienza, fare turni notturni in certe realtà è davvero fisicamente pesante.
 
Se la indennità di pronta disponibilità era di 40.000 lire nel CCNL del 1989, e oggi è di 20,66 euro (sono passati ventinove anni!...quasi un terzo di secolo!...) forse è il momento di dare qualcosa di più, ma seriamente, a chi è dentro i calendari di pronta disponibilità, sempre più preziosi (paradossalmente), vista la già citata contrazione dei dipendenti su scala nazionale...
 
Insomma: tutti siamo in grado di capire che è necessario evitare sprechi, ma quando le condizioni di lavoro peggiorano, le conseguenze sono devastanti anche sul piano dei costi. Non sono certo io, ma le evidenze scientifiche richiamate dalla ricerca internazionale RN4CAST a ricordare le conseguenze sugli assistiti, quando il personale non è formato, o quando non è in numero adeguato, ed alla fine aggiungerei anche ''quando non è motivato'', perchè è sotto gli occhi di tutti che, in assenza di riconoscimenti concreti, non si può procedere sempre sostenuti dall'entusiasmo.
 
Quindi, potrei anche comprendere (ovviamente non gradire, nè condividere) gli aggiustamenti economici modesti -se non modestissimi- come quelli proposti in relazione ai livelli contrattuali, ma ritengo indispensabile per il funzionamento stesso del sistema un riconoscimento economico reale, serio e concreto per chi svolge i turni H24, e per chi effettua turni di pronta disponibilità, per tutte quelle professioni sanitarie coinvolte in queste attività.
 
Non si tratta di penalizzare nessuno, assolutamente: ma di aggiungere qualche soldo in più vero, concreto, in grado di riconoscere -esattamente come avveniva un tempo!- le attività più usuranti subito, e non rinviando a sconti (pari a manciate di mesi!!) sulle ipotesi di una pensione sempre più distante...ed a tale riguardo, sarebbe serio aggiungere qualche benefit concreto e reale a chi fa turni in età over 50; ad esempio alcuni periodi di recupero psicofisico in più: non sarebbe assolutamente assurdo, se diamo valore ai dati che emergono dalle stesse analisi dei Medici Competenti delle Aziende Sanitarie italiane.
 
Francesco Falli
Infermiere-La Spezia

12 febbraio 2018
© Riproduzione riservata

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