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Educatori professionali. Il rischio di spaccare la categoria

di Nicola Titta

07 DIC - Gentile Direttore,
un emendamento del PD alla manovra, approvato in Commissione Bilancio, non solo non produrrà i risparmi ventilati ma porterà paradossalmente a mancate entrate per lo Stato, inserendo nei servizi Educatori Professionali e creando una vera scissione all’interno della categoria già di per sé frammentata, determinando Educatori Professionali di serie A e di serie B che opereranno, non si capisce con quali differenze di funzione.
 
Per giustificare l’ennesimo schiaffo ai professionisti esercenti la professione, il gruppo del PD ha creato ad arte, un falso allarme licenziamenti per la categoria con il conseguente obbligo oneroso per lo Stato di dover corrispondere il TFR a questi professionisti.
 
L’emendamento proposto andrebbe a correggere quanto contenuto nella precedente legge di Bilancio nel comma 594. Il cavallo di Troia creato ad arte dall’opposizione è per giunta in antitesi con il comma 599 della stessa legge che aveva già di per sé scongiurato la perdita di lavoro per gli esercenti la professione.
 
Lo stesso emendamento contrasta poi con la normativa vigente dettata dalla Legge 3/2018 ove chiede agli Educatori professionali l’obbligo dell’iscrizione all’Albo e all’Ordine FNO TSRM PSTRP. L'emendamento sopra riportato chiede di inserire gli Educatori Professionali socio-pedagogici anche all’interno del settore sociosanitario, andando in contrasto con le norme che prescrivono per questo di dover avere un titolo abilitante all’esercizio della professione e l'iscrizione all'Albo come già prescritto per gli Educatori Professionali di cui al DM520/98.  
 
Per chiarire, i titoli riconosciuti all’Educatore professionale sociopedagogico ad oggi, non sono assolutamente abilitanti e riconducibili alla 520/1998. Si crea quindi uno scenario apocalittico per l’esercizio professionale ove si rischia l’esercizio abusivo della professione in assenza di una norma che riconduca tutta la costellazione di titoli rilasciati ad una figura unica.
 
Stupisce anche il ruolo della Maggioranza nel non aver vigilato sugli emendamenti presentati e votati, visto che un altro emendamento dello stesso tenore presentato dall'onorevole Lorefice del Movimento Cinque Stelle non era stato accolto.
 
Per queste ragioni l’Associazione nazionale Educatori Professionali (Anep)  chiede l’immediata soppressione dell’emendamento in sede di votazione alla Camera e al Senato e auspica che gli educatori attualmente in servizio entrino nell'albo professionale previsto dalla Legge 3/2018, previo percorso compensativo laddove necessario e superamento di prova abilitante da svolgersi presso l'Ordine TSRM-PSTRP.
 
Nicola Titta
Presidente nazionale ANEP-Associazione nazionale Educatori Professionali

07 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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