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Massofisioterapisti e elenchi speciali: se non riguardano noi, allora chi? 

di Giacomo Russo

10 APR - Gentile Direttore,
la storia del massofisioterapista è una storia italiana, con tante colpe ma nessun colpevole che ne risponda. E’ una storia complicata, una questione irrisolta da oltre 20 anni. Oggi un Governo giovane e coraggioso ha trovato una soluzione, ma anziché applaudire per quanto operato, gli si scagliano insulti e campagne diffamatorie. E’ l’ultimo colpo di coda dell’Italia, quella retta dai giochi di potere e dal “gattopardesimo”, dove tutto cambia affinché di fatto nulla cambi. 
 
Dire che il massofisioterapista post 99 non abbia nulla a che vedere con gli “elenchi speciali” è una trovata dell’ultimo minuto, facile da contraddire e smascherare. Ma non ci sarà bisogno di una nuova era di ricorsi, sentenze e contro -sentenze. Questa volta le istituzioni vadano fino in fondo lungo la strada tracciata dal legislatore!
 
Ma perché si è giunti a ciò? Qual è il problema? Quale la sua origine? Quali le reali responsabilità?
L’Italia ha istituito le professioni sanitarie di formazione universitaria con il DLGS 502/92, ma non è riuscita ad impedire che si continuassero a formare  a livello regionale  le professioni sanitarie del precedente ordinamento che non siano state riordinate, come nel caso del massofisioterapista.
 
Migliaia di genitori si sono fidati dello Stato e dei suoi Enti territoriali quali le Regioni, ed hanno affidato loro, dal 1996 a tutt’oggi la formazione dei loro figli, nel convincimento di conseguire una qualifica “sanitaria”, quale “professione sanitaria non riordinata formata ai sensi del precedente ordinamento”- così scriveva fino a pochi anni fa  il Ministero della Salute nel suo elenco delle Professioni Sanitarie, alla voce “massofisioterapista”.
 
Oggi si vorrebbe dire a questi genitori e a tutti i mft formati dopo la riforma, che il titolo conseguito non è in realtà un titolo sanitario, e che sarebbe invece di mero “interesse” sanitario. Anzi, che sarebbe in “abuso” della professione del fisioterapista, dal momento che le due figure  hanno nel proprio profilo attività sovrapponibili.
 
E a pagare le spese di un ordinamento caotico, e non certo esemplare in quanto a linearità e coerenza, e di vari interessi di ordine privatistico, deve essere il più debole a quanto pare, ovvero il mft, che alla resa dei conti  risulta vittima di un sistema nel quale si tolgono diritti, e cambiano status giuridici con efficacia retroattiva, dall’oggi al domani. Stiano attenti i nostri detrattori, perché se non si uniscono a noi contro questa grave violazione di sistema dei diritti acquisiti, domani le  vittime potrebbero essere i loro figli. 
 
Il nuovo governo ha ben percepito che si trattava di una grave ingiustizia ed ha trovato una soluzione per salvaguardare il diritto al lavoro dei massofisioterapisti e non solo, laddove nessun altro governo  in vent’anni  ci era riuscito - o aveva voluto.
 
Una soluzione  semplice, lineare, ma efficace: dare una “casa” a tutti i massofisioterapisti in esercizio da almeno 36 mesi, negli ultimi 10 anni, all’interno dell’ordine, in appositi elenchi speciali ad esaurimento, che nulla tolgono di fatto al titolato albo dei fisioterapisti;  chiudere la formazione di questa figura professionale, abrogandone l’articolo di legge istitutivo (ar.1 L.403/71).
 
Alla pubblicazione della L.145/2018 contenente l’istituzione dei suddetti elenchi speciali,  i fisioterapisti in primis si sono rivoltati ed hanno gridato allo scandalo. Lo stesso Presidente della Federazione Tsrm-Pstrp Beux, al centro di un fuoco incrociato, si è chiaramente schierato, mettendo addirittura in discussione che il provvedimento riguardi il massofisioterapista post 99, pur non negando tuttavia l’interesse a trovare una soluzione accomodante.
 
Le parole del Ministro della Salute Giulia Grillo, l’unica vera voce in capitolo, a difesa degli elenchi speciali, e a difesa di 20.000 posti di lavoro - questi i numeri riportati tra educatori professionali e massofisioterapisti - sono cadute nel vuoto, e sembra non interessino a nessuno.
 
Il Governo è in fase di stallo pre-elettorale e sembra prendere tempo. Insomma, nessuno muore dalla voglia di dare seguito, nel breve termine, ai decreti attuativi che renderebbero applicabili i predetti “elenchi speciali”.
 
Uno spiraglio di luce si ravvede nella recente nota circolare della Direzione Prof. Sanitarie, che “confida” nell’adozione di un rapido provvedimento in tal senso. Ma gli Elenchi si faranno. Ne siamo certi. E non vi entrerà nessun abusivo. Stiano tranquilli i fisioterapisti. I mft continueranno a lavorare su prescrizione medica e nei limiti del proprio profilo. Chiedono solo legittimamente un posto nella “casa” dei professionisti sanitari! 
 
Che gli elenchi speciali non riguardino i massofisioterapisti post 99, è una menzogna. Il Senato ha inequivocabilmente indicato nella sua relazione (Dossier) quali  figure avrebbe tutelato mediante l’istituzione degli elenchi speciali,  indicando  espressamente i massofisioterapisti e gli educatori professionali. 
 
Se non riguarda noi, chi altri allora? 
 
Giacomo Russo
Presidente F.I.MFT (Federazione Italiana Masso-Fisioterapisti) 

10 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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