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Bonus Ecm e riforma del sistema

di David Lazzari

21 LUG - Gentile Direttore,
il Decreto Rilancio, appena convertito in legge, ha considerato acquisiti un terzo dei crediti del triennio 2020-22 (cioè 50 crediti) per tutti i professionisti sanitari in virtù della loro attività nella pandemia. Mi sembra una buona notizia per due motivi soprattutto: non fa discriminazioni tra le diverse professioni e tra professionisti (dipendenti o liberi professionisti) e lega con forza l’attività sul campo con la formazione continua.

Per gli Psicologi questo vuol dire che cento crediti in tutto sino al 2022. Il CNOP ha già in corso la pratica per diventare provider e fare rete con i Consigli territoriali per garantire formazione utile e gratuita, strumento per accrescere le competenze nei settori tradizionali ma soprattutto per sviluppare le capacità di progettazione ed operatività negli ambiti emergenti.

Come la pandemia ha dimostrato c’è bisogno di una rete psicologica pubblica ma anche di utilizzare gli Psicologi come promotori di risorse adattive nelle comunità, nell’ambito di un nuovo welfare. La formazione continua diventa un volano strategico per accompagnare questo processo e avvicinare le abilità professionali ai nuovi bisogni.

Certamente, come abbiamo già chiesto e c’è impegno a fare, è necessario che la FC nella salute accolga tra i suoi obiettivi e specificità, tutte quelle che riguardano la professione psicologica nella sua globalità, tenendo presente che gli Psicologi operano in molti settori tradizionalmente non considerati nel sistema salute.

Ricordiamo che la formazione continua è un obbligo ed una risorsa per tutti i professionisti italiani iscritti ad un Ordine dal 2012 (DPR 137/12). Per i professionisti operanti nel campo della salute questo tema era già stato affrontato sin dal 1992 (DL 502) e ampliato nel 2007 (legge 244) ai liberi professionisti con il sistema “ecm”. Così, a partire dal 2012, abbiamo avuto in Italia la formazione specifica per ciascuna professione extra-salute e il sistema comune alle professioni della salute.

Recentemente il Decreto Scuola (DL 8 aprile 2020 n.22) ha precisato che la formazione continua “costituisce requisito indispensabile per svolgere attività professionale” e questo, unitamente ai risvolti della formazione sul piano deontologico e giuridico (ex legge 24/17) deve far riflettere sulla necessità di una riforma del sistema.

E’ necessario, come diversi esponenti delle professioni sanitarie hanno già evidenziato, che il sistema venga ampiamente ridefinito per metterlo nelle condizioni di raggiungere i suoi obiettivi.

A partire dal nome, ormai anacronistico, di “ecm” per adottare quello di “formazione continua per la salute” già indicato nell’Accordo Stato-Regioni del 2017. Per renderlo meno burocratico e più vicino alla pratica professionale, valorizzando la formazione sul campo, i percorsi autoformativi, l’integrazione professionale, lo scambio con le altre professioni e contesti. Mettendo gli Ordini nella condizione di svolgere un ruolo attivo e creando sistemi smart per la gestione del crediti e del proprio portafoglio formativo.

E’ vero che un sistema, nato 30 anni fa per cento mila operatori del SSN e oggi di riferimento per oltre un milione e 200 mila operatori di 30 diverse professioni, è cambiato nel tempo con progressivi aggiornamenti, ma oggi serve di più se vogliamo farlo diventare quello che tutti desideriamo, cioè una risorsa comune per professionisti e Paese. La pandemia, con le sue esigenze e le accelerazioni che impone, ci offre una ulteriore opportunità per farlo.
 
David Lazzari
Resp. UOC Psicologia - Az. Osp. Univ. S.Maria - Terni (Italy)
Presidente Consiglio Nazionale Ordine Psicologi
Presidente Ordine Psicologi Umbria
Docente a c. Univ. Torino e L'Aquila 
Past President Società Italiana PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

21 luglio 2020
© Riproduzione riservata

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