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Perché oggi scioperiamo

di Gabriele Cocco

09 DIC - Gentile direttore,
oggi 9 dicembre c’è lo sciopero del pubblico impiego che coinvolge anche il settore sanitario. Uno dei grandi temi che ci ha portato allo sciopero è lo scarso finanziamento che è stato dato al rinnovo del contratto. Oltre ad un aumento salariale di base non in linea con il resto dei paesi europei, la scarsità di risorse preclude anche gli avanzamenti di carriera di tipo professionale.
 
Prima dell’emergenza sanitaria sembrava che tali incarichi fossero riservati e dedicati a specifici ambiti professionali, andando a dare un valore aggiunto ed un riconoscimento solo ad alcuni professionisti che da anni portano avanti attività come, ad esempio, quella degli accessi vascolari o della vulnologia. Con l’inizio della pandemia, invece ci siamo resi conto come il riconoscimento di alcune professionalità specifiche sia non solo doveroso dal punto di vista salariale, ma anche necessario per il buon funzionamento delle cure.
 
Se da una parte l’implementazione degli organici ha dato una spinta ad un sistema sanitario ingolfato dalle esigue assunzioni, dall’altra ha messo in crisi le strutture sanitarie dal punto di vista dell’efficienza e dell’efficacia delle cure. Sono scesi in campo infermieri e professionisti sanitari privi di esperienza nel campo delle cure ospedaliere ed ancor di più privi di competenze in ambito delle cure intensive. In entrambe le ondate di picco influenzale uno dei problemi più critici è stata la gestione delle risorse professionali, l’inserimento e la formazione dei colleghi neoassunti.
 
È proprio in questa fase che avrebbero trovato la loro naturale collocazione infermieri con specifiche competenze professionali. Infermieri che, avrebbero potuto accogliere, inserire, affiancare e guidare i nuovi colleghi alle pratiche infermieristiche di tipo intensivistico. Occorre ricordare che l’approccio ad un paziente critico affetto da covid-19, intubato e connesso ad un ventilatore, aggiunge alle normali cure infermieristiche una serie di competenze relative l’uso di specifici farmaci e dispositivi che non si possono imparare con semplice corso webinar. Alcune pratiche di elevato valore tecnico e professionale necessitano di essere apprese sul campo.
 
Va detto, ad onor del vero, che alcune aziende hanno provato a fornire un affiancamento ai colleghi inesperti, ma le attività di tudoraggio non sono mai state strutturate in modo tale che chi svolgeva l’attività di tudor fosse dedicato solo a quel compito; sovente il tudor doveva seguire l’operato dei colleghi ed allo stesso tempo aveva in carico i proprio pazienti. Più che attività di tudoraggio quindi parliamo di un mix tra infermieri esperti ed infermieri inesperti per cercare di colmare lo skill-gap.
 
Per concludere, penso si possa tranquillamente affermare che l’introduzione di infermieri con specifici incarichi professionali di natura clinica, sarebbe di indubbio beneficio al fine del raggiungimento di elevati livelli di performance professionale, favorendo così lo sviluppo dell’eccellenza clinica a beneficio dell’utenza.
 
Rimane un solo ostacolo per mettere in pratica tutto ciò, avere il giusto finanziamento al rinnovo del contratto che introduca non solo un aumento dignitoso dello stipendio base, ma che introduca anche nuovi ed ulteriori fondi per retribuire gli incarichi professionali.


Gabriele Cocco
Infermiere di terapia intensiva e rappresentate aziendale CGIL FP Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma


09 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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