Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Martedì 14 MAGGIO 2024
Regioni e Asl
segui quotidianosanita.it

Mortalità a 30 giorni dall’intervento di bypass aorto-coronarico (Bpac) 


15 MAG - L’intervento by-pass aorto-coronarico è indicato per alleviare i sintomi anginosi, quando questi resistono alla terapia medica, e dà risultati migliori delle cure mediche nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti con malattia coronarica avanzata. È peraltro una procedura molto diffusa e poco rischiosa: i rischi potenziali sono essenzialmente condizionati da fattori legati allo stato generale di salute del paziente (che riguardano un 5% dei pazienti trattati), ma si stima che in un paziente in buone condizioni generali e senza gravi malattie il rischio di decesso sia intorno al 2%.
È l’intervento cardochirurgico più eseguito al mondo e la mortalità a breve termine può rappresentare quindi un ottimo indicatore della qualità dell’attività delle strutture di cardiochirurgia.
La valutazione si riferisce all’intero processo assistenziale ospedaliero e post-ospedaliero (a 30 giorni dall’intervento) ed è relativa al Bpac isolato, cioè non associato ad interventi sulle valvole o endoarteriectomia. La scelta di considerare gli interventi isolati è legata al fatto che sia il livello di mortalità sia i fattori di rischio sono diversi nel caso degli interventi associati.
Sono stati presi in considerazione i risultati delle strutture con un volume annuo di Bpac > 85. In Italia la mortalità media è pari a 2.78%.
 
Sono solo quattro in Emilia Romagna le strutture con un volume annuo che supera gli 85 interventi. La palma va senza dubbio all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, che con dati statisticamente dimostrati, ha una tra le percentuali più basse di tutta Italia (0,6%). È seguita a stretto giro, ma con segno grigio, dalla clinica Hesperia H. di Modena (0,8%). Percentuali certe anche all’Ao Universitaria di Parma (1,2%). Supera invece anche se di poco la media italiana, la Clinica Villa Maria Cecilia a Cotignola (2,8%).
Anche in Toscana sono quattro le strutture valutabili: due con esiti favorevoli: l’Ao Universitaria Careggi di Firenze (1,4%) e l’Ospedale G. Pasquinucci di Pisa (1,5%), entrambe con dati da segno grigio. Scatta l’allarme rosso per l’Ao Universitaria Pisana a Pisa con un tasso di mortalità del 5,9%. Superiore alla media infine l’outcome della clinica Villa M. Beatrice a Firenze con un 3,5% in grigio.
Nel Lazio sono entrati nell’olimpo dei migliori ospedali (anche se in fascia grigia) quattro strutture capitoline: il S. Andrea di Roma con un tasso di mortalità dello 0,8%, l’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini (1,5%), il Policlinico Umberto (2,1%) - che in questo caso, si riscatta dalle non proprio brillanti performance relative all’indice di mortalità a trenta giorni per Ima - e il Campus Biomedico (2,5%).
Esiti sfavorevoli, superiori alla media nazionale, si registrano invece in quattro strutture della Capitale: alla clinica European Hospital (3,7%) e al Policlinico Tor Vergata (3,5%), al Policlino Gemelli 2,8%. Al S. Filippo Neri gli esiti sono comunque inferiori alla media 2,6%.
 

15 maggio 2012
© Riproduzione riservata
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy