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Ex Ilva. Oms: tra le 270 e le 430 morti premature in 10 anni


Presentato il Rapporto di valutazione di impatto sanitario dell'acciaieria di Taranto, condotto dall'Oms su richiesta della Regione Puglia. Il range stimato di morte premature è 27-43 anno l’anno. Se fossero applicate le prescrizioni previste dall’AIA 2015, le morti premature si ridurrebbero a 50 unità nel corso dei successivi dieci anni. Emiliano: “Cifre che richiedono immediate decisioni da parte del Governo che è l’unico soggetto che può intervenire”.

21 GEN - Cinque morti all’anno contro i 270-430 registrati nei 10 anni precedenti all’Aia, Autorizzazione Integrata Ambientale. È il bilancio delle morti prevenibili nell’area dell’ex Ilva, secondo il Rapporto di valutazione di impatto sanitario per gli scenari produttivi dell'acciaieria di Taranto, commissionato dalla Regione Puglia e condotto dal Centro Europeo per l’Ambiente e la Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con sede a Bonn, diretto da Francesca Racioppi, che ha esposto dinanzi alla Commissione Europea le nuove Linee Guida OMS sulla Qualità dell’aria contenti il taglio del 50% dei limiti sanitari per i principali inquinanti atmosferici.

“Questo Rapporto conferma le precedenti valutazioni condotte anche dalla Regione Puglia che dimostrano l’esistenza di un misurabile danno alla salute dei tarantini dovuto alle attività industriali; un danno che non può proseguire e che richiede immediate decisioni da parte del Governo che è l’unico soggetto che può intervenire, sia come proprietario della fabbrica sia come autorità per la tutela della salute e dell’ambiente, esclusivamente competente per legge. La Regione Puglia che pure è stata totalmente espropriata da anni dei poteri di controllo ambientale e industriale sulla fabbrica, ha voluto comunque questo studio che oggi viene presentato al fine di tutelare il diritto alla salute dei suoi cittadini, informando correttamente e attraverso un organismo internazionale così autorevole l’opinione pubblica e il Governo della reale situazione”. Così una nota della Regione riporta le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Michele Emiliano nel corso della presentazione dello studio.

La presentazione odierna, che anticipa di qualche settimana la pubblicazione ufficiale del Rapporto OMS, ha lo scopo di illustrare in sintesi le conclusioni dello studio. Il rapporto in italiano sarà reso disponibile in forma integrale contemporaneamente alla pubblicazione dello studio originale in Inglese.

Secondo l’OMS è chiaro che l'acciaieria di Taranto, pur rappresentando un'importante risorsa per il Paese in termini di economia e occupazione, “ha da diversi decenni un impatto ambientale negativo, con notevoli emissioni di vari inquinanti che interessano vaste aree, anche densamente popolate come la stessa città di Taranto e i Comuni circostanti”. Il Rapporto conferma che “gli impatti sulla salute umana sono stati ampiamente studiati nel corso degli anni, riscontrando eccessi di numerose malattie e tassi di mortalità documentati e denotando un preoccupante profilo sanitario per la popolazione locale”.

Per Marco Martuzzi, oggi Direttore del Dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità e già coordinatore del Rapporto OMS su Taranto commissionato dalla Regione Puglia, “l’impatto dell'impianto siderurgico sulla salute è stato quantificato in modo affidabile per quanto concerne le emissioni nell'aria, attentamente monitorate per molti anni. Considerando scenari alternativi di produzione industriale e di emissioni, le stime precedentemente disponibili sono state aggiornate dal progetto dell'OMS descritto in questo rapporto”.

Nel dettaglio, sintetizza la nota della Regione, “per l'area oggetto della Valutazione di Danno Sanitario da parte della Regione Puglia, il Rapporto OMS calcola in circa 270 morti premature (ma il range arriva fino a 430 decessi evitabili; intervallo annuo 27-43 morti premature) nei soli dieci anni relativi allo scenario produttivo pre-AIA 2010. Se fossero invece applicate le prescrizioni previste dall’AIA 2015, le morti premature non supererebbero le 50 unità (con un range fino a 80 decessi; intervallo annuo 5-8 morti premature) nel corso dei successivi dieci anni. I maschi rappresentano il 59% della mortalità totale. Le stime di impatto per lo scenario produttivo intermedio rappresentato dall’AIA 2012 sono più alte del 255% rispetto ai risultati post-AIA (2015), ma inferiori del 37% rispetto ai valori pre-AIA (2010). L’OMS ha anche quantificato il danno economico dovuto alla mortalità prematura per l'area metropolitana di Taranto, pari ad almeno 85 milioni di euro l’anno per la situazione pre-AIA 2010, che passerebbe a 53 milioni di euro per lo scenario produttivo intermedio dell’AIA 2012 e rimarrebbe comunque a 15 milioni di euro l’anno se fossero applicate le prescrizioni post-AIA 2015”.

La dottoressa Francesca Racioppi ha sottolineato che l’approccio utilizzato nel Rapporto OMS si limita ai soli adulti di età superiore a 30 anni e non considera gli effetti sinergici dovuti all'esposizione a più sostanze chimiche contemporaneamente, né gli effetti aggiuntivi dovuti all'esposizione agli stessi contaminanti attraverso vie di esposizione diverse da quella inalatoria, come la contaminazione dei suoli, degli alimenti o delle acque, nonché l’impatto dei rifiuti urbani o speciali: “Quello presentato oggi rappresenta la prima parte dello studio commissionato dalla Regione Puglia all’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha accettato d’impegnarsi in questa collaborazione vista la rilevanza internazionale del caso Taranto ed in considerazione dell’approccio adottato in questi anni dal Governo regionale di basare le proprie linee d’indirizzo sulla valutazione di dati scientifici”.

“L’OMS - ha detto ancora Racioppi - rimane disponibile a continuare la collaborazione con l’ARESS, l’ARPA, la ASL di Taranto e l’Ordine dei Medici della provincia di Taranto, secondo modalità da concordare che tengano conto delle priorità e interessi della Regione Puglia. Una possibile linea di lavoro potrebbe essere quella di arricchire il rapporto nel corso del 2022 aggiornandolo con gli ultimi studi pubblicati e con la valutazione ex ante dell’impatto sanitario degli scenari previsti dal piano di decarbonizzazione proposto dalla Regione Puglia e quelli del Piano Industriale dell’acciaieria. Ulteriori ambiti di approfondimento potrebbero riguardare analisi sulla mortalità e sui ricoveri ospedalieri specifiche per quartieri, cause specifiche e fasce d’età, inclusa quella pediatrica e dei giovani adulti”, ha aggiunto la dottoressa Racioppi.

“Intendo ringraziare - ha concluso Emiliano - l’Organizzazione Mondiale della Sanità per questo lavoro svolto in collaborazione con gli organismi tecnici regionali, che potranno aprirsi ad una sempre maggiore dimensione internazionale grazie alla sinergia con l’OMS, con ricadute certamente positive per le articolazioni della Regione Puglia. Auspichiamo inoltre un costante dialogo con il Ministero della Salute e l’ISS, in un’ottica di forte collaborazione istituzionale a vantaggio della salute di tutti”.

Sono intervenuti all’evento in streaming di presentazione del Rapporto OMS anche Pasqualino Rossi, Direttore dell’Ufficio Prevenzione del rischio chimico, fisico e biologico e promozione della salute ambientale, tutela salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del Ministero della Salute, e Cosimo Nume, Presidente dell'Ordine dei Medici di Taranto. Evidenziando la stretta collaborazione al fianco della Regione Puglia, insieme in prima linea per la tutela della salute, Pasqualino Rossi ha commentato: “È sempre un grande giorno quando la salute si riappropria del suo ruolo nei processi di valutazione di impatto ambientale, perché la problematica ambientale deve essere vista anche in ottica di salute umana”.

Cosimo Nume ha espresso soddisfazione per “uno studio pregevole e importante, un passo avanti per la risoluzione dei problemi” e si è riservato di esaminarlo con attenzione per poter fare ulteriori e puntuali valutazioni.

21 gennaio 2022
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