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Umbria. In Consiglio confermata la fiducia a Marini


 L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato una proposta di risoluzione che conferma la fiducia alla presidente della Giunta regionale. Anche l’ex assessore Barberini ha votato a favore, ma ha chiesto “un cambiamento che sia frutto di un lavoro di squadra, non un uomo solo al comando”.

10 MAR - L'Aula di Palazzo Cesaroni, con i voti favorevoli (13) della maggioranza (Pd, SeR)  e contrari (8) delle opposizioni (Rp, Ln, FI, FdI, M5S), ha approvato ieri la proposta di risoluzione firmata dai capigruppo del Partito democratico, Gianfranco Chiacchieroni e Silvano Rometti dei Socialisti e Riformisti che conferma la fiducia alla presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini e al suo programma di Governo, dopo la crisi legata alle dimissioni dell'assessore alla Sanità, Luca Barberini.
 
È stato il capogruppo del Partito democratico, Gianfranco Chiacchieroni ad approfondire la proposta, sottolineando, in più passaggi, l'importanza di dare una forte accelerazione alle varie attività governative. E nel sottolineare come questa crisi politica sia stata “trasparente di fronte alla società”, e nel definire le due posizioni, “entrambe con la propria dignità”, Chiacchieroni ha detto che “il Partito democratico ha chiesto a Barberini di recuperare urgentemente il suo ruolo di assessore e alla presidente Marini di continuare a rappresentare il punto di riferimento nella guida della Regione”.

Luca Barberini (Pd) ha chiesto “un cambiamento che sia frutto di un lavoro di squadra, non un uomo solo al comando”. E nell'annunciare il suo voto favorevole alla mozione ha spiegato che “ciò che abbiamo scritto non basta a risolvere i problemi sollevati” e che le sue dimissioni “non sono state un capriccio, sono state pensate nel segno del rispetto, abbiamo dimostrato che quando si hanno delle idee non si è sempre attaccati alla poltrona. Una situazione di crisi c'è, non si può negare, ma siamo tutti contrari a una visione autoritaria della politica e nemmeno semplicistica, dicendo che è crisi con la P minuscola, come ha fatto il segretario del mio partito. Siamo tutti convinti che dobbiamo dare di più per trovare risposte ai problemi che ci sono fuori”.

“La politica – secondo Barberini - non potrà trovare tutte le risposte, ma proviamo a dare qualche risposta. Dobbiamo avere il coraggio di dire che l'Umbria è diversa rispetto a venti anni fa. L'Umbria è più povera, più sola e siamo tutti più anziani. Il welfare familiare è crollato. Dobbiamo mettere in campo strumenti e metodi diversi da quelli di 20 anni fa. Non è sufficiente fare opera di manutenzione, ma dobbiamo accelerare e cominciare a fare una sanità meno 'ospedalicentrica', perché non possiamo pretendere che l'ospedale sotto casa ci risolva tutto. La sfida che abbiamo di fronte è il processo riorganizzativo delle aziende: sono 2 anni che si parla di nuovo regionalismo, e lo faremo con  le regioni confinanti, Toscana e Marche. Bene, le Marche sono il doppio di noi e hanno una sola azienda sanitaria, la Toscana ha quasi 4 milioni di abitanti e la sua riforma prevede 3 aziende sanitarie e una azienda ospedaliera per ogni università. Non possiamo raccogliere la sfida del nuovo regionalismo continuando a soffrire di nanismo, essere piccoli e non competitivi. Più le aziende diventano grandi e più necessitano di trasparenza e governance, non quella di un uomo solo al comando. Questa è la sfida”.

Barberini ha quindi evidenziato di avere posto “la questione dell'innovazione, nuovi metodi, nuove persone, non la rottamazione, che dà per scontato che chi doveva essere tolto aveva sbagliato. Ma nuove persone perché dopo tanti anni si deve cambiare e non si può fare con le stesse persone di prima. Il Partito democratico prevede che dopo dieci anni si debba passare la mano, e questo non deve valere solo per i politici ma anche per i tecnici. Poi ricordo la questione della partecipazione e condivisione: l'uomo solo al comando non ci è mai piaciuto, vogliamo un grande lavoro di squadra, con il contributo di tutti, ed è quello che continuerò a chiedere anche in futuro”.

“Darò la fiducia – ha concluso Barberini nel suo intervento - ma dovrà essere rafforzata con un lavoro di squadra, per ottenere grandi risultati e dare forza a un progetto che sia di tutti. Costruiamo qualcosa di diverso, che dia senso a quello che abbiamo detto”.
 

10 marzo 2016
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