Diabete. Insegnante lascia la scuola per soccorrere il figlio a casa. Viene sospeso, ma vince il ricorso
La vicenda, avvenuta in provincia di Agrigento, risale al 2015. L’assenza era stata autorizzato, annullata la sospensione. Federazione Diabete Giovanile: “Soddisfazione per la sentenza, ma il caso lascia comunque l’amaro in bocca perché mostra tutta l’inadeguatezza e la superficialità con cui le istituzioni affrontano il problema degli alunni con diabete e dei loro genitori”.
08 GIU - Il Tribunale di Sciacca ha accolto il ricorso di un insegnante che era stato sospeso dal lavoro per essersi assentato per prestare soccorso al figlio che lo aveva chiamato da casa in grave crisi ipoglicemica. A darne notizia è la Federazione Diabete Giovanile, che segue la vicenda fin dal 2015, quando
Antonino Recupero, insegnante presso l’Istituto Navarro di Ribeira, in provincia di Agrigento, riceve una telefonata concitata da parte del figlio, malato di diabete con una grave crisi ipoglicemica in atto che, spiega la Federazione, “rischiava di comprometterne la vista”.
L'insegnante, spiega la Federzione Diabete Giovanile, “si fa autorizzare dalla direzione scolastica e corre a soccorrere il ragazzo. Con suo stupore , dopo pochi giorni, riceve la sospensione dal servizio per un periodo di 6 giorni e conseguente congelamento dello stipendio. Recupero, che vanta 24 anni di professione, viene colto da malore ed è necessario l’intervento del 118”.
Ma il combattivo insegnante non si perde d’animo e presenta ricorso al tribunale e, dopo due anni, ottiene il pieno riconoscimento delle sue ragioni: “Il provvedimento disciplinare è stato dichiarato illegittimo e la sanzione viene annullata con conseguente condanna del Ministero a sostenere le spese legali e rifondere al Recupero la somma di 500 euro a titolo di risarcimento del danno”.
Soddisfazione espressa dalla Federazione Diabete Giovanile, che ha sostenuto l’insegnante nella sua battaglia legale: “La scuola non è adeguata a gestire una patologia come il diabete insulino dipendente – ha dichiarato il Presidente della Federazione,
Antonio Cabras - Da diversi anni sosteniamo la necessità di un sistema di controllo che garantisca ai nostri ragazzi il diritto allo studio in totale sicurezza. Il caso del signor Recupero, anche se andato a buon fine, ci lascia comunque l’amaro in bocca perché mostra tutta l’inadeguatezza e la superficialità con cui le istituzioni affrontano questi problemi”
08 giugno 2017
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