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Federfarma Lombardia: il valore delle farmacie nell’evoluzione dell’assistenza sociosanitaria


Dal convegno organizzato domenica 31 marzo da Federfarma Lombardia è emerso che il valore della rete della farmacie c’è e spazia dal potenziamento del front office - il servizio cup delle farmacie supera per volume quello delle ex Asl - all‘impiego della telemedicina, in particolare nelle aree meno servite. Fontana: “L’impatto delle tecnologie potrà essere sfruttato al massimo solo con la collaborazione dei farmacisti”.

01 APR - Quanto vale la farmacia nell’evoluzione dell’assistenza sociosanitaria? Domanda centrale se posta in una Regione, come la Lombardia, che ha avviato una riforma del suo “sistema socio-sanitario” basata appunto sulla continuità dell’assistenza sul territorio e sulla necessità di portare i servizi al cittadino e non il contrario. 
 
Una domanda alla quale ha cercato di rispondere il convegno organizzato domenica 31 marzo da Federfarma Lombardia (Il valore delle farmacie nell’evoluzione del sistema socio-sanitario lombardo, Palazzo Mezzanote, Milano).
 
Dal convegno è emerso che il valore della rete della farmacie c’è ed è rilevante: dal potenziamento del front office - il servizio cup delle farmacie supera per volume quello degli sportelli delle ex Asl, ha spiegato il segretario di Federfarma Lombardia Luigi Zocchi - ma anche l‘impiego della telemedicina, in particolare nelle aree meno servite, quelle in cui il ruolo del farmacista di comunità come primo professionista sanitario raggiungibile sul territorio emerge ancora più evidente, come sottolineato dati alla mano da Clara Mottinelli, presidente del Comitato Rurale.
 
Non è un caso, ha ricordato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, che la Legge di riforma lombarda faccia esplicito riferimento alla Legge 69/2009 che ha istituito la farmacia dei servizi. Del resto, come illustrato da Paola Pellicciari, coordinatore regionale del Tribunale dei Diritti del Malato, è un coinvolgimento richiesto dai cittadini stessi, che anzi vorrebbero un ruolo attivo della farmacia di comunità anche nell’assistenza domiciliare integrata, nelle campagne di prevenzione - sul modello di quella in atto da tempo con successo per il carcinoma colorettale - e nel monitoraggio delle terapie.
 
E su questo fronte il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha sottolineato come l’impatto delle tecnologie, la sanità digitale, potrà essere sfruttato al massimo solo con la collaborazione dei farmacisti, che dovranno farsi interpreti presso i cittadini, non necessariamente nativi digitali, di queste nuove modalità di accesso al processo di cura.
 
Andrea Mandelli, presidente della FOFI, ha espresso la sua soddisfazione per un dibattito che ha visto al centro i temi caratterizzanti dell’azione federale, dalla pharmaceutical care, che trova la sua espressione principale nelle prestazioni a sostegno dell’aderenza alla terapia, alla certificazione della qualità dei servizi resi nella farmacia. Anche il modello lombardo delle ispezioni programmate, che sono soprattutto un confronto e una verifica della qualità dell’operato della farmacia, è un segno della collaborazione e dell’integrazione della farmacia di comunità nel servizio sanitario regionale.
 
Collaborazione che deve rafforzarsi anche nei confronti delle altre professioni, e qui Mandelli si è rifatto sia all’aspetto dell’aderenza terapeutica, che deve vedere una sinergia tra medici e farmacisti, come ha convenuto Roberto Carlo Rossi, presidente dello SNAMI, sia al ritorno dell’innovazione farmacologica nella distribuzione convenzionata.
 
Un tema, quest’ultimo, raccolto dai tutti i partecipanti alla tavola rotonda: gli esponenti dell’industria, Francesco De Santis, Enrique Hausermann -rispettivamente vicepresidente di Farmanindustria e presidente di Assogenerici - e Salvatore Butti senior director della BU generics di Teva Italia così come da quello dei medici di medicina generale (Rossi) favorevoli al ritorno dei farmaci innovativi nella farmacia e alla prescrizione da parte del MMG, con l’ovvia esclusione di quelli di uso ospedaliero.
 
Un aspetto, però, ha sottolineato Luigi Caiazzo, direttore generale al Welfare della Regione Lombardia, che richiede anche il superamento a livello centrale del finanziamento a silos della sanità. E sempre dal dg del Welfare è venuta la conferma dell’importanza del confronto con tutti i professionisti della salute se si vuole, come in Lombardia, riorganizzare l’offerta al cittadino mettendo a sistema proposte ed esperienze d’eccellenza. Lo stesso metodo che, come in precedenza ha ricordato il presidente della FOFI, anima il tavolo sulla farmacia dei servizi recentemente incardinato al Ministero della salute.

01 aprile 2019
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