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Toscana. Scaramuccia: “Codice rosa esteso in tutti i pronto soccorso entro il 2012”


Nella sola Asl di Grosseto sono stati attivati, dal 2010 ad oggi, 846 codici rosa per casi di molestie, stalking o maltrattamenti. Più di 90 nelle altre 4 Asl che hanno attivato la sperimentazione del percorso di accoglienza per le vittime di violenza. Questi i dati  presentati dall’assessore alla Salute.

07 MAR - Nel 2010 è partito a Grosseto, dove la sperimentazione è durata due anni. Dall’inizio del 2012 si è esteso ad altri quattro pronto soccorso: Arezzo, Prato, Lucca e Viareggio. Il “codice rosa”, un percorso di accoglienza riservato alle vittime di violenza, donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, extracomunitari, entro la fine del 2012 dovrebbe essere esteso a tutti i pronto soccorso della Toscana.
Ad annunciarlo Daniela Scaramuccia, assessore regionale alla salute, che ha presentato oggi alla stampa i primi risultati della sperimentazione.
“Ho creduto fin dall’inizio a questo progetto, quando l’ho visto nascere a Grosseto – ha detto l’assessore Scaramuccia – e ho subito voluto che l’esperienza si estendesse ad altre Asl. Ora, con un ‘effetto domino’  inarrestabile, il “codice rosa” sta contagiando tutte le aziende, riceviamo richieste da tutta la Toscana e d’accordo con la Procura valuteremo se estenderlo ad altri pronto soccorso. Il percorso rosa, quello che inizia appena la persona viene individuata come vittima di violenza, e l’accompagna poi nell’assistenza medica, psicologica, sociale, legale, è soprattutto un atteggiamento di fronte alle vittime, una rivoluzione culturale-professionale. Grazie al codice rosa, siamo riusciti a far emergere tanti casi di violenza che altrimenti sarebbero rimasti sommersi”.
 
Il codice rosa prevede nei pronto soccorso un percorso riservato alle vittime di violenza, cui vengono immediatamente prestate cure mediche e sostegno psicologico, avviando contemporaneamente le indagini delle forze dell'ordine per identificare e perseguire gli autori delle violenze. Vede impegnate task force multidisciplinari composte da personale sanitario, magistrati, forze dell'ordine, che si attivano su ogni singolo caso al momento in cui si verifica l'episodio di violenza. Il progetto ha già varcato i confini regionali: per ora, sono interessate a replicare l’esperienza Sicilia, Puglia, Calabria, Veneto, Lazio.
 
I numeri del “codice rosa”. Nella Asl 9 di Grosseto sono oltre 800 i codici rosa attivati  per altrettanti casi di molestie, stalking o maltrattamenti dall’avvio della sperimentazione, nel gennaio 2010. Sono stati 309 nel 2010, 503 nel 2011, e 34 nel gennaio 2012 (28 maltrattamenti, 1 violenza sessuale, 5 casi pediatrici). “La media è di oltre 30 casi al mese, più di uno al giorno – spiega Vittoria Doretti, medico della Asl 9 – la crescita dei numeri non significa necessariamente un aumento dei casi, ma soprattutto un aumento delle segnalazioni di violenze o molestie. È l’effetto domino, quello che spinge le vittime ad uscire dall’ombra e a sporgere denuncia, seguendo chi lo ha fatto prima di loro ed è riuscito a porre fine alla spirale di violenza. Ed è anche il frutto di una maggiore fiducia dei cittadini nelle istituzioni”.
L’incremento del 2011 sul 2010 è del 63%. In particolare sono aumentati i codici rosa per casi di maltrattamento. Per quanto riguarda il sesso, si registra un aumento importante di vittime maschili: nel 2010 i casi erano per l’89% femmine e solo l’11% maschi, mentre nel 2011 le femmine sono scese al 75% e i maschi sono saliti al 25%. Per le fasce di età, sono aumentati i casi relativi agli ultra65enni: 34 nel 2011, rispetto ai 15 casi del 2010. Quanto alla nazionalità, la percentuale di vittime italiane prevale nettamente ed è in aumento: nel 2010 erano il 67%, sono salite al 73% nel 2011.
Asl 2 di Lucca: 15 casi, in maggioranza donne vittime di violenza.
Asl 4 di Prato: 39 casi, di cui 30 donne maltrattate dal proprio partner, 4 uomini, 2 bambini e un adolescente che hanno riportato segni di violenza da un familiare, e 2 anziani che hanno subìto violenze fisiche  e verbali all’interno della propria famiglia.
Asl 8 di Arezzo: 38 casi, nella stragrande maggioranza (34) donne. Ma ci sono anche 3 maschi (di cui un adulto con due accessi) e 2 minori. Trenta i maltrattamenti subìti da persone adulte (26 donne e un uomo); 6 i maltrattamenti su minori (4 femmine e 2 maschi); un tentato abuso su una donna; un sospetto abuso su una bambina.
Asl 12 di Viareggio: 2 casi di maltrattamento (qui il codice rosa è partito a metà febbraio). In Versilia, il percorso per le vittime di violenza si completa con le attività correlate al consultorio transgenere.
 
Le “sentinelle”. Un altro elemento di forza dell’esperienza del codice rosa di Grosseto sono le oltre 500 “sentinelle” formate dalla task force in 24 mesi: 400 operatori socio-sanitari e amministrativi della Asl 9, 40 donne e uomini delle forze dell’ordine, 35 farmacisti e circa 80 insegnanti; addestrate a riconoscere le possibili vittime e a favorirne l’accesso ai servizi di aiuto presenti sul territorio. “Ognuno può e deve diventare una sentinella – dice Silvia Rispoli, farmacista che ha seguito la formazione a Grosseto – Dire a tutte le vittime della violenza “siamo qui”, le istituzioni sono formate da persone come te che ti tendono la mano per tirarti fuori dall’oscurità che ti circonda”.

07 marzo 2012
© Riproduzione riservata

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