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Sicilia. Balduzzi e Russo sospendono attività oncologia del Policlinico di Palermo


La decisione, spiega il ministero della Salute, "si è resa necessaria per gli elevati e permanenti livelli di rischio per pazienti e operatori e per la mancanza di garanzie circa le necessarie condizioni di qualità e di sicurezza”, come emerso dalle ispezioni disposte dopo il decesso di una paziente.

20 APR - Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, e l’assessore regionale alla sanità della Regione Siciliana, Massimo Russo, hanno disposto la sospensione temporanea delle attività dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica del Policlinico “Giaccone” di Palermo. Lo rende noto un comunicato del ministero della Salute spiegando che “la decisione, a cui faranno seguito gli opportuni provvedimenti, è stata assunta in seguito ai risultati dell’ispezione congiunta del Ministero della Salute e della Regione Siciliana effettuata nel reparto in seguito al decesso, nel dicembre scorso, di una paziente per un errore nella chemioterapia”.
 
La sospensione, aggiunge la nota, “si è resa necessaria per gli elevati e permanenti livelli di rischio per pazienti e operatori e per la mancanza delle garanzie circa le necessarie condizioni di qualità e di sicurezza”. Secondo il ministero, “il blocco temporaneo delle attività permetterà all’ospedale di adeguare rapidamente l’unità operativa agli standard di sicurezza, riducendo nel contempo al minimo il disagio dei pazienti”.
 
Tra le “numerose criticità” rilevate dalla Commissione multidisciplinare ispettiva, ci sono “la carenza di formalizzazione su chi è autorizzato a prescrivere, preparare e somministrare i farmaci; prescrizioni effettuate prima di vedere i pazienti e senza rivalutazione; controllo insufficiente delle giacenze dei farmaci chemioterapici e della tenuta dei frigoriferi; preparazione affidata, a rotazione, al personale infermieristico, talvolta precario; mancato coinvolgimento della farmacia; preparazione dei farmaci in contesto strutturalmente ed organizzativamente inadeguato; uso di sacche per l’infusione dei farmaci chemioterapici senza etichetta completa; mancanza di schede analitiche individuali per le terapie; assenza di un programma di formazione per il personale che prescrive, prepara e somministra chemioterapici; assenza di procedure per la comunicazione ai pazienti e familiari; inosservanza delle regole rispetto al ruolo degli specializzandi”.
 

20 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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