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Come riconoscere e gestire l’apnea notturna


13 LUG - Gli uomini in genere sono russatori sonori, quindi sono un po’ più facili da individuare. Si tratta di un russa-mento rilevante, fastidioso per le persone che dormono vicino, russamento interrotto dalle apnee in cui il paziente smette effettivamente di respirare: questo è naturalmente molto allarmante per chi sta a fianco dell’apnoico che solitamente incomincia a scuotere la persona cara nel timore non riprenda a respirare.
Da questo punto di vista si può stare tranquilli: l’apnea si interromperà sempre perché i meccanismi auto-matici dell’organismo permettono di riprendere la respirazione che solitamente produce un brusco rumore di sblocco che cattura l’attenzione. In questo caso, senza allarmismi in quanto le apnee sono patologie che probabilmente datano già da mesi o anni, bisogna chiedere aiuto in un Centro che sia in grado di gestire questa patologia.
 
A chi bisogna rivolgersi e quali sono gli specialisti coinvolti nella gestione della SAS?
La patologia è multidisciplinare: neurologi, pneumologi e otorinolaringoiatri sono perfettamente in grado di gestire la patologia. La diagnosi richiede sempre un esame strumentale semplice che controlla la respirazione del paziente durante il sonno. Esiste una rete di Centri del sonno, e in particolare ne esiste una di tipo multidisciplinare, la rete dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno, i cui Centri sono elencati nella mappa del sito dell’AIMS (www.sonnomed.it). Anche i Centri Pneumologici sono tutti censiti dall’Associa-zione Italiana degli Pneumologi Ospedalieri (AIPO) (www.aiponet.it) e gli stessi otorinolaringoiatri sono in grado di fare la valutazione iniziale delle persone che hanno questo tipo di problemi.
L’approccio è multidisciplinare perché è multidisciplinare il trattamento:
•             quello più efficace è l’utilizzo della CPAP (continuous positive airway pressure), una mascherina con-nessa con un sistema che manda una pressione positiva nelle vie aeree, impedendone il collasso
•             nelle forme meno gravi funzionano molto bene i dispositivi ortodontici che aiutano a collocare la mandibola in una posizione più anteriore, aumentando lo spazio delle vie aeree
•             ci sono poi casi trattabili chirurgicamente, soprattutto se c’è un grosso ingombro delle strutture farin-gee, tonsillari e del palato
•             infine abbiamo a disposizione anche terapie posturali per le persone che presentano il problema solo quando sono supine. In questi casi infatti esistono dei dispositivi elettronici che insegnano ad abbandonare questa posizione. Se il paziente si addormenta a pancia in su questi dispositivi inviano degli stimoli che inizialmente vengono riconosciuti durante il risveglio, ma poi col tempo e in maniera subliminale inducono il dormiente in posizione supina a spostarsi sul fianco, prevenendo così le apnee.
Il trattamento quindi prevede un ventaglio di possibilità, che devono essere scelte in maniera accurata per ogni singolo paziente da professionisti esperti di questa materia.

13 luglio 2013
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