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Ipertensione non controllata: un intervento mininvasivo per migliorare la salute fisica e psicologica dei pazienti

di Marzia Caposio

Argomento trattato nel corso di The Patient’s Voice, grazie all'esperienza diretta di un paziente e di un clinico che si occupa di ipertensione non controllata e di denervazione renale

22 DIC - L’ipertensione non controllata si caratterizza per la difficoltà di mantenere la pressione nei valori indicati dalle linee guida, nonostante l’assunzione di farmaci. Esistono però delle possibilità di intervento come, per esempio, la denervazione renale in grado di portare il paziente ad avere una buona qualità di vita. Questo l’argomento trattato nel corso di The Patient’s Voice, il nuovo format di Sics e Popular Science dedicato ai pazienti con il proprio vissuto e la propria storia di malattia.
 
Durante questo terzo e ultimo incontro dal titolo “Ipertensione non controllata, l’innovazione terapeutica per la qualità della vita dei pazienti” hanno partecipato Roberto Porciello, paziente con ipertensione non controllata e Luigi Salemme Dirigente Medico della Clinica Montevergine di Mercogliano (AV).
 
Quella della dott. Porciello che parte circa 20 anni fa. Da una normale ipertensione, controllabile con farmaci e stili di vita adeguati, si è passati progressivamente ad una forma non controllata tanto che l’unica via di uscita è stata proprio un intervento di denervazione renale.
 
“In un momento questa ipertensione ha cominciato a diventare una ipertensione severa, con valori pressori molto elevati”, ha raccontato Roberto Porciello. “Negli ultimi quattro anni non sono più riuscito a trovare una terapia che tenesse sotto controllo i miei valori. È stato a quel punto che il mio medico curante mi ha prospettato l’ipotesi dell’intervento”.
 
Ma prima di concentrarsi sulla procedura chirurgica nello specifico, il dott. Luigi Salemme ha voluto precisare un punto: “è importante sfatare un mito. La denervazione renale troppo spesso passa per un intervento che risolve definitivamente il problema. È sbagliato dire ai pazienti che se si sottopongono a denervazione renale dopo non prendono più farmaci”, ha detto l’esperto. “Fare la denervazione renale non significa smettere di prendere farmaci per la pressione, ma consente di fare una vita normale e soprattutto di evitare a lungo termine gli effetti collaterali di una ipertensione non controllata”.
 
Fare questa premessa è doveroso perché “stiamo parlando di pazienti che hanno grossi problemi a tenere una pressione arteriosa sotto controllo nonostante l’utilizzo di farmaci. Alcuni non possono assumere una terapia piena perché ci sono effetti collaterali per questi pazienti tenere sotto controllo la pressione è estremamente difficoltoso”, ha proseguito. L’aspetto importante da sottolineare, poi, è che “gli effetti dannosi di una ipertensione non controllata non sempre si vedono dopo tre-sei mesi, spesso si vedono dopo 10 anni. Quindi noi dobbiamo essere corretti nello spiegare a questi pazienti che si sottopongono a denervazione renale che non è detto che possano ridurre i farmaci, ma sicuramente la denervazione ci consente un migliore controllo, spesso ottimale, della pressione arteriosa anche, qualche volta, sospendendo qualche farmaco”.
 
A proposito dell’intervento vero e proprio, “è una procedura che si fa con una sedazione profonda per evitare che il paziente possa sentire dolore, è facile e consente di creare delle lesioni all’interno delle arterie renali tali da provocare la cosiddetta denervazione renale. Devo dire che la tecnologia negli ultimi anni ci è venuta incontro. I device che abbiamo adesso sono certamente molto meglio di quelli che avevamo a disposizione 10 anni fa e ci consentono adesso di fare una denervazione efficace i cui risultati sono evidenti già dopo poche settimane”, ha concluso Salemme.
 
“La mia esperienza – ha raccontato ancora Porciello - mi fa dire che io ho avuto anche la possibilità di ridurre sensibilmente la terapia farmacologica. Ero arrivato ad assumere sette farmaci e oggi ho praticamente dimezzato la mia terapia e soprattutto verifico una stabilità continua (nell’andamento pressorio ndr)”.
 
Modificare la propria vita in meglio e convivere con una ipertensione non controllata è dunque possibile. “Dal mio punto di vista questo intervento è stato efficace. Ha avuto degli effetti proprio sulla serenità”, ha specificato Porciello. “Sapere di avere una pressione che non è sotto controllo dà una minore serenità ad una persona non solo nella sua vita lavorativa ma nella vita quotidiana, nei suoi impegni di ogni genere. Tutto questo ha un impatto sicuramente sulla salute ma, devo dire, ha un impatto forte proprio sull’aspetto psicologico”.
 
Marzia Caposio

22 dicembre 2021
© Riproduzione riservata

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