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Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. All'Asco presentati i dati su nivolumab


CheckMate -77T, CheckMate -816 e CheckMate -9LA dimostrano l’impatto dell’immunoterapia nelle fasi precoci della malattia, anche nei pazienti con tumori rimovibili chirurgicamente, per aiutare a prevenire le recidive

10 GIU -

Presentati al congresso annuale 2024 dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) i risultati delle analisi aggiornate degli studi CheckMate -77T, CheckMate -816 e CheckMate -9LA che supportano l’uso di nivolumab e delle sue combinazioni nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) di stadio precoce e avanzato.

“I nostri sforzi di ricerca e sviluppo nel NSCLC sono caratterizzati sia dalla nostra continua solidità nell’immunoterapia che da approcci mirati che offrono nuove opzioni per i pazienti con mutazioni difficili”, afferma Ian M. Waxman, Vicepresidente, senior global program lead, late development, oncology, Bristol Myers Squibb. “All’ASCO abbiamo presentato studi che dimostrano l’impatto dell’immunoterapia nelle fasi precoci della malattia, anche nei pazienti con tumori rimovibili chirurgicamente, per aiutare a prevenire le recidive. Questi studi, oltre agli aggiornamenti nei pazienti con malattia avanzata, rafforzano il crescente numero di evidenze relative al nostro portfolio nel settore toracico e i nostri progressi nell’offerta di opzioni che migliorano le speranze di sopravvivenza”.

CheckMate -77T

Un’analisi esplorativa late-breaking dello studio di fase 3 CheckMate -77T per la valutazione del regime perioperatorio di nivolumab e chemioterapia in neoadiuvante, seguito da chirurgia e nivolumab in adiuvante nei pazienti con NSCLC resecabile di Stadio III ,è stata illustrata con una presentazione orale al Congresso ASCO.

In questa analisi, il regime perioperatorio con nivolumab ha migliorato la sopravvivenza libera da eventi (EFS) mediana indipendentemente dallo stato linfonodale, compreso il sottogruppo N2 (30,2 vs. 10,0 mesi; HR 0,46; 95% CI 0,30–0,70) e il sottogruppo non-N2 (NR vs. 17,0 mesi; HR 0,60; 95% CI 0,33-1,08) rispetto alla chemioterapia neoadiuvante e placebo seguiti da chirurgia e placebo adiuvante. I tassi di sopravvivenza libera da eventi a un anno sono risultati maggiori in entrambi i sottogruppi con il regime perioperatorio con nivolumab (N2 70% vs. 45%, e non-N2 74% vs. 62%, rispettivamente).

La fattibilità chirurgica è risultata simile nei pazienti con malattia N2 e non-N2 e simile anche nei bracci con nivolumab e placebo (77% vs. 73% nei pazienti con status N2; 82% vs. 79% nei pazienti non-N2). Dopo la chirurgia, una percentuale maggiore di pazienti nel braccio con nivolumab ha riportato risposta patologica completa rispetto a placebo nei sottogruppi N2 (28,6% vs. 7,6%) e non-N2 (31,1% vs. 6,7%). Gli eventi avversi derivanti dal trattamento di Grado 3–4 si sono verificati nel 34% e 26% dei pazienti con malattia N2 e nel 29% e 21% dei pazienti con malattia non-N2, rispettivamente con il regime perioperatorio con nivolumab e con il regime con placebo.

CheckMate -77T è il secondo studio randomizzato di fase III positivo di BMS che valuta una combinazione a base di immunoterapia nel trattamento del NSCLC resecabile non metastatico. I dati dell’analisi primaria dello studio CheckMate –77T hanno supportato l’accettazione della sottomissione regolatoria del regime perioperatorio basato su nivolumab da parte della FDA e dell’EMA nel gennaio 2024.

CheckMate -816

I dati di sopravvivenza a quattro anni dello studio di Fase III CheckMate -816 – che rappresentano il più lungo follow-up degli studi di Fase III per la valutazione dei trattamenti neoadiuvanti o perioperatori a base di immunoterapia nell’NSCLC resecabile di stadio IB-IIIA – hanno fatto registrare che al follow-up mediano di 57,6 mesi nivolumab e chemioterapia neoadiuvante hanno continuato a migliorare la la sopravvivenza libera da eventi rispetto alla sola chemioterapia (mediana: 43,8 mesi vs. 18,4 mesi; HR 0,66; 95% CI 0,49-0,90). I tassi di sopravvivenza libera da eventi a quattro anni sono risultati maggiori nel braccio con nivolumab e chemioterapia neoadiuvante (49% vs. 38%). Mentre la sopravvivenza globale (OS) non ha raggiunto la significatività statistica in questa analisi, nivolumab e chemioterapia neoadiuvante hanno continuato a mostrare una tendenza al miglioramento di questo parametro clinicamente importante rispetto alla sola chemioterapia (HR 0,71; 98,36% CI 0,47-1,07).

A quattro anni, il 71% dei pazienti trattati con nivolumab e chemioterapia neoadiuvante è vivo, rispetto al 58% dei pazienti trattati con la sola chemioterapia. La sopravvivenza globale continuerà ad essere osservata. Un’analisi esplorativa della sopravvivenza specifica per il carcinoma polmonare in questo studio ha inoltre mostrato una tendenza coerente con la sopravvivenza globale, a favore di nivolumab e chemioterapia neoadiuvante (HR 0,62; 95% CI 0,41-0,93). Al follow-up esteso non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza con nivolumab e chemioterapia neoadiuvante.

CheckMate -9LA

I risultati del follow-up a cinque anni dello studio di Fase III CheckMate -9LA mostrano i benefici duraturi di sopravvivenza a lungo termine con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia rispetto alla sola chemioterapia come trattamento di prima linea dei pazienti con NSCLC metastatico. Al follow-up minimo di 57,3 mesi, la combinazione con la doppia immunoterapia ha continuato a migliorare la sopravvivenza globale, con il 18% dei pazienti trattati con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia vivo a cinque anni rispetto all’11% di quelli trattati con la sola chemioterapia (HR 0,73, 95% CI 0,62-0,85).

Il tasso di sopravvivenza a cinque anni nei pazienti con PD-L1 tumorale <1% (una popolazione di pazienti con un importante bisogno insoddisfatto) trattati con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia è risultato più elevato, 22% rispetto all’8% nei pazienti trattati con la sola chemioterapia (HR 0,63; 95% CI 0,49-0,83).

Alla landmark analisi a cinque anni, le risposte sono risultate più durature nel braccio con nivolumab in associazione ad ipilimumab e chemioterapia, con il 19% dei pazienti in risposta rispetto all’8% con la sola chemioterapia. Il beneficio di nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia si è mantenuto in tutti gli endpoint secondari e nei sottogruppi di interesse.

A questo follow-up esteso non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia. Nivolumab e le sue combinazioni sono approvate per tre indicazioni nel NSCLC, compresi i setting neoadiuvante e metastatico.



10 giugno 2024
© Riproduzione riservata

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