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Diagnosi delle demenze: ecco come e quando usare le tecniche di imaging


L’Istituto superiore di sanità ha presentato questa mattina le Linee Guida sull’impiego delle tecniche di imaging nelle demenze, il primo passo per uniformare sul territorio nazionale l’iter diagnostico nei casi di sospetta demenza.

01 OTT - In Italia sono circa un milione le persone affette da demenza, con un’incidenza annua di circa 150-200 mila nuovi casi. Nello specifico si tratta del 5% della popolazione sopra i 65 anni e del 30% sopra gli 85. Si tratta di un problema rilevante - e destinato a divenirlo sempre più a causa del progressivo invecchiamento della popolazione- di sanità pubblica. Sia perché coinvolge sempre più famiglie alle prese talvolta con patologie ingestibili a casa, sia perché richiede una rete integrata e qualificata di servizi sanitari e socio-assistenziali.
Nonostante ciò, non esiste ad oggi omogeneità all’interno delle strutture sanitarie circa l’iter diagnostico per immagini relativamente all’uso combinato di metodiche radiologiche (RM-TC) e di medicina nucleare (SPECT-PET) per la diagnosi di demenza.
Per sopperire a questa lacuna sono state prodotte dal Sistema nazionale per le linee guida dell’Iss le Linee Guida sull’impiego delle tecniche di imaging nelle demenze, che individuano i metodi diagnostici più idonei e formulano raccomandazioni basate su prove di efficacia tali da ottimizzare al meglio le risorse economiche disponibili.

Le raccomandazioni


Quali sono le indicazioni all’impiego clinico di TC, RM, PET, PET/TC, SPECT, angiografia, spettroscopia RM, RM funzionale e dell’imaging molecolare nella diagnosi delle malattie che primariamente causano demenza?
È raccomandato l’impiego di TC e RM strutturali nella diagnosi di sindrome demenziale. In tale fase diagnostica l’impiego delle tecniche di imaging è finalizzato all’esclusione di patologie quali tumori, ematomi subdurali e idrocefalo normoteso, in forza della predittività negativa ottimale fornita da tali tecniche in questo specifico momento del percorso diagnostico.
Le informazioni e i segni ottenuti con TC e RM strutturali (raccomandate fondamentalmente per la diagnosi di esclusione di patologie diverse dalle demenze degenerative primarie), sono utilizzabili per confermare la diagnosi clinica di malattia di Alzheimer (AD) e demenza vascolare (VD).
 

Quali sono le indicazioni all’impiego clinico di TC, RM, PET, PET/TC, SPECT, angiografia, spettroscopia RM, RM funzionale e dell’imaging molecolare nella diagnosi differenziale delle malattie che causano demenze?
L’uso routinario delle tecniche di imaging nella diagnosi differenziale delle malattie che primariamente causano demenza non è raccomandato.
La diagnosi delle singole patologie alla base delle demenze è eminentemente clinica. L’uso delle tecniche di imaging nella diagnosi differenziale delle malattie che primariamente causano demenza può essere di supporto nei casi dubbi, e comunque solo all’interno di un percorso diagnostico svolto in ambito specialistico. È consigliato l’uso di RM e TC nella diagnosi differenziale tra malattia di Alzheimer (AD) e demenza vascolare (VD) e tra AD e demenza fronto-temporale (FTD).
L’impiego di tali tecniche deve essere limitato alla risoluzione di casi dubbi, per i quali la valutazione clinico-anamnestica non consente il raggiungimento di una ragionevole certezza diagnostica, e comunque solo all’interno di un percorso diagnostico svolto in ambito specialistico.
È consigliato l’uso della SPECT con 123I-FP-CIT nella diagnosi differenziale tra malattia di Alzheimer (AD) e demenza a corpi di Lewy (DLB).
È consigliato l’uso di 99mTc-HMPAO SPECT nella diagnosi differenziale tra AD e demenza vascolare (VD) e tra AD e demenza fronto-temporale (FTD).
L’impiego di tali tecniche deve essere limitato alla risoluzione di casi dubbi per i quali la valutazione clinico- anamnestica non consente il raggiungimento di una ragionevole certezza diagnostica, e comunque solo all’interno di un percorso diagnostico svolto in ambito specialistico.
È consigliato l’uso della PET-FDG nella diagnosi differenziale tra malattia di Alzheimer (AD) e demenza vascolare (VD).
È consigliato l’uso della PET-FDG nella diagnosi differenziale tra AD e demenza fronto-temporale (FTD).
L’impiego di tali tecniche deve essere limitato alla risoluzione di casi estremamente dubbi per i quali la valutazione clinico-anamnestica non consente il raggiungimento di una ragionevole certezza diagnostica, e comunque solo all’interno di un percorso diagnostico svolto in ambito specialistico.
 

Quali sono le indicazioni all’impiego clinico di TC, RM, PET/TC, SPECT, angiografia, spettroscopia RM, RM funzionale e dell’imaging molecolare per la valutazione della progressione della malattia?
L’impiego routinario delle tecniche di imaging nella valutazione della progressione delle demenze non è raccomandato, se non all’interno di specifici protocolli di ricerca. Non esistono al momento prove sufficienti a giustificare l’uso di tali tecniche nel monitoraggio della progressione del mild cognitive impairment (MCI), né nell’identificazione dei casi di MCI a rischio più elevato di conversione in AD.
In considerazione dei risultati ottenuti, sono sollecitati ulteriori studi relativi all’impiego della RM, della spettroscopia RM, della PET (in specifiche sottopopolazioni) e della SPECT, nell’identificazione dei portatori di mild cognitive impairment (MCI) a rischio più elevato di conversione in AD.
Tali studi dovranno tenere conto delle opzioni terapeutiche disponibili al fine di giustificare l’identificazione precoce con la disponibilità di presidi terapeutici dotati di efficacia tempo-dipendente.
 

Quali sono le indicazioni all’impiego clinico di TC, RM, PET, PET/TC, SPECT, angiografia, spettroscopia RM, RM funzionale e dell’imaging molecolare nella valutazione dell’efficacia di un trattamento?
L’impiego delle tecniche di imaging per il monitoraggio dell’efficacia dei trattamenti medici delle patologie che causano demenza non è raccomandato.
L’impiego delle tecniche di imaging per l’identificazione dei responders alle terapie mediche delle patologie che causano demenza non è raccomandato, se non all’interno di specifici protocolli di ricerca. 

01 ottobre 2010
© Riproduzione riservata

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