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Informazione scientifica. I ricercatori: "Troppe bugie"


L’onda mediatica enfatizza notizie, senza spesso verificarne la veridicità. Argomenti delicati vengono trattati in modo sensazionalistico. Questo il parere di 1.500 ricercatori riuniti a Milano. Una giornata dedicata alla corretta informazione scientifica mette in luce le contraddizioni del sistema informativo.

13 GIU - Vaccini che provocano l’autismo, organismi geneticamente modificati nocivi per l’uomo, la promessa di una cura grazie all’utilizzo di cellule staminali, la presunta crudeltà della sperimentazione animale: nel corso degli ultimi mesi questi temi sono stati al centro di un turbinio mediatico che ha spesso puntato sull’emozionalità del pubblico, senza offrire la possibilità di una riflessione serena. Per questo motivo i ricercatori e gli studenti vicini o aderenti al gruppo di divulgazione scientifica Pro-Test Italia hanno deciso di organizzare lo scorso 8 giugno una grande manifestazione nazionale in difesa della corretta informazione scientifica.
 
I numeri dell’evento dimostrano l’importanza e l’urgenza di fare chiarezza: 1500 partecipanti, 16 città coinvolte (Milano, Bologna, Torino, Genova, Pavia, Bergamo, Trento, Padova, Udine, Trieste, Pisa, l’Aquila, Roma, Napoli, Matera, Catania), 90 esperti chiamati a offrire il loro contributo, 200 ragazzi impegnati nell’organizzazione. “Italia unita per la corretta informazione scientifica” è stata «una manifestazione che ha dato grandi risultati, e che conferma l’importanza di affrontare in modo corretto i temi scientifici» - ha, infatti, sottolineato Giulia Corsini, vice presidente di Pro-Test Italia e coordinatrice nazionale dell’evento. Gli incontri hanno avuto l’appoggio e il patrocinio di diverse associazioni, atenei e istituti di ricerca italiana come l’IRCCS-Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, l’Università Sapienza, l’ateneo di Tor Vergata di Roma, l’Anbi-Associazione nazionale biotecnologi italiani, l’Associazione Luca Coscioni solo per citarne alcune. I temi trattati sono stati diversi da città a città (caso staminali, vaccini e autismo, sismologia e previsioni, scie chimiche), ma in ogni sede si è dato grande risalto a quegli argomenti di particolare attualità, ossia la sperimentazione animale e gli organismi geneticamente modificati.
 
L’incontro milanese
Ospitato nella sala delle conferenze di Palazzo Reale, l’incontro milanese, che ha avuto il sostegno dei gruppi del consiglio comunale (Partito Democratico, Sinistra Ecologica e Libertà, Milano Civica per Pisapia Sindaco, Radicale – Federalista Europeo, Movimento Milano Civica), ha avuto «una partecipazione intensa e diversificata». Lo sottolinea Anna Scavuzzo, presidente del gruppo consiliare Milano Civica per Pisapia Sindaco, che ribadisce l’importanza di promuovere anche in futuro incontri simili per riflettere sulla fondamentale urgenza di offrire un’informazione corretta e precisa su argomenti che a volte rappresentano ancora dei tabù. E proprio la disinformazione dilagante dei giornali su temi estremamente delicati è stata la miccia che ha spinto i giovani ricercatori aderenti a Pro-Test Italia a organizzare questa giornata. «Come l’onda mediatica che ha seguito l’invasione degli animalisti nello stabulario di via Vanvitelli» - spiega Federico Baglioni, neoulareato magistrale in Biotecnologie Molecolari e Bioinformatica presso Unimi, coordinatore nazionale dell’evento e responsabile della giornata milanese – «che ha puntato sulla sensazionalità della notizia, senza affrontare in modo serio la fondamentale questione della sperimentazione animale, oggi ancora necessaria per trovare cure adeguate ai pazienti». Lo conferma Giuliano Grignaschi, responsabile dello stabulario dell’Istituto Mario Negri e rappresentate di Basel Declaration Society, un’associazione nata per rafforzare la conoscenza della popolazione riguardo la sperimentazione animale che ha ribadito come sia fondamentale «che i ricercatori si impegnino a cercare di comunicare anche a chi non si occupa di ricerca, per evitare che vengano divulgate ipotesi e teorie che non corrispondono a verità».
 
La necessità di un metodo
Pensato non come una “lezione” da parte degli scienziati/professori alla cittadinanza da istruire, ma come un dibattito aperto, dove rendere argomenti complessi almeno in minima parte comprensibili, l’incontro ha visto la partecipazione di importanti relatori del mondo scientifico. Fra questi Sergio Della Sala, Direttore dell’unità di Human Cognitive Neuroscience dell’Università di Edimburgo e docente di Neuropsicologia e Clinica, che ha sottolineato «come questa manifestazione che in termini un po’ garibaldini si è deciso di chiamare “Corretta informazione scientifica” è stata, in realtà, una discussione su come si può concepire una società in cui ci si accorda su un metodo prima di un evento, invece di rispondere sempre a degli eventi emotivi. E’ fondamentale dunque avere una struttura per cui il metodo di raccolta dei fatti venga accertato e sia concordato. Dopodiché ognuno può avere un’opinione su questi fatti». Il professore suggerisce dunque a chi fa informazione di accertare i fatti e se non ha tempo di accertare le fonti da cui questi fatti vengono tradotti. «Troppo spesso si discute su opinioni senza capire su cosa queste opinioni siano basate. La scienza rimane un baluardo di democrazia: uno degli strumenti che ci permettono di tenere a freno il principio di autorità. Dunque una società democraticamente avanzata deve avere una scienza che si basa sui fatti». Attraverso un dialogo aperto e partecipato i relatori hanno così cercato di demistificare le notizie, confutando in modo scientifico e logico le convinzioni popolari sull’argomento partendo da dati visibili, reali e, ove possibile, facilmente verificabili dal pubblico.  

13 giugno 2013
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