Ictus. Per la giornata mondiale del 29 ottobre partnership tra Boston Scientific e associazioni del settore
L'unione di intenti tra World Stroke Organization - rappresentata in Italia da “A.L.I.Ce.” - e Atrial Fibrillation Association e l'azienda leader nel settore dei dispositivi medici e nella medicina minimamente invasiva è stata siglata: per diffondere la conoscenza su cause, sintomi e soluzioni ci sarà anche un incontro a Milano.
24 OTT - Per combattere l'ictus e aumentare la conoscenza di questa grave patologia, bisogna agire congiuntamente. È proprio per questa consapevolezza che, in vista della giornata mondiale che si terrà martedì 29 ottobre in vari paesi, Boston Scientific, leader nel settore dei dispositivi medici e nella medicina minimamente invasiva, ha deciso di siglare una partnership con le principali Associazioni del settore: World Stroke Organization - rappresentata in Italia da “A.L.I.Ce.” - e Atrial Fibrillation Association.
Proprio durante la giornata mondiale si terrà infatti un incontro a Milano, presso la sede di Boston Scientific, con lo scopo di diffondere la conoscenza delle cause, dei sintomi e delle soluzioni esistenti per la prevenzione dell'ictus presso l’opinione pubblica. In quell'occasione saranno present anche
Giulio Molon, responsabile Elettrofisiologia e Cardiostimolazione dell’Unità Operativa di Cardiologia Ospedale di Negrar (Verona) e
Alessandro Adami, neurologo presso la medesima struttura ospedaliera.
Per inquadrare dimensione e gravità di questa condizione basta guardare i numeri, già solo in Italia: sono circa 200mila casi di ictus ogni anno, l’80% rappresentato da nuovi episodi; la mortalità, dopo un ictus ischemico, è del 20% a 30 giorni e del 30% a un anno arrivando, addirittura, al 50% nei casi più gravi di ictus emorragico; l’incidenza media nella popolazione (età 65-84 anni) è del 6,5%, con percentuali leggermente più alte negli uomini (7,4%) e di poco inferiori nelle donne (5,9%). Uno dei principali fattori di rischio per l’insorgere dell’ictus è la Fibrillazione Atriale, una forma di aritmia cardiaca di cui soffrono oggi 15 milioni di persone nel mondo (6 milioni gli Europei), ma la cui incidenza è prevedibilmente destinata ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione. Si stima che nel 2012, in Italia, circa 850mila persone ne fossero affette, con un costo economico di circa €2.700 annui per paziente, prevalentemente dovuti (’83%) alle ospedalizzazioni per recidive aritmiche e interventi. Quando, poi, si parla di ictus, il costo annuo stimato per ogni paziente è, addirittura, di €12.000.
Al problema, di enorme portata medica e sociale, rispondono le istituzioni e le imprese più innovative, attraverso la Ricerca e lo sviluppo di terapie sempre più efficaci. Fra le soluzioni più avanzate, che possono affiancare - ma che spesso sostituiscono - le terapie farmacologiche, rientrano i dispositivi medici di ultima generazione. Basati su tecnologie minimamente invasive e suffragati da autorevoli studi clinici internazionali, si sono dimostrati di particolare efficacia soprattutto in situazioni complesse, quando il paziente è intollerante o controindicato al trattamento farmacologico, offrendo ai medici terapie più avanzate e sicure e, ai pazienti, rinnovate speranze di miglioramento di salute e qualità di vita.
Una delle nuove soluzioni terapeutiche prevede la chiusura dell’appendice atriale sinistra del cuore attraverso l’inserimento di un piccolo dispositivo espandibile (alcuni medici lo hanno ribattezzato “ombrellino salvacuore”), intervento che riduce notevolmente il rischio di ictus ed elimina potenzialmente la necessità di assumere farmaci anticoagulanti a vita.
Il team di Negrar ha effettuato un numero significativo di impianti e, in base alle esperienze sul campo, ha espresso giudizi positivi sulla nuova procedura. “In molti pazienti affetti da Fibrillazione atriale la possibilità che si formino dei trombi è molto elevata; per molte ragioni legate all’età o alla presenza di altre patologie, non sempre però la terapia farmacologica è la più indicata. Un presidio terapeutico come Watchman™, che ha evidenziato la sua efficacia in termini di riduzione della mortalità, in particolare per cause cardiovascolari, può divenire la prima scelta rispetto agli anticoagulanti per molti pazienti, e non solamente per quelli che rischiano importanti emorragie come quelle cerebrali o gastrointestinali che attualmente e prevalentemente trattiamo”.
All'incontro durante la giornata mondiale, sulla nuova procedura interverrà anche il neurologo
Alessandro Adami per ribadire come la Fibrillazione Atriale sia una delle cause più frequenti di ictus ischemico e l’anticoagulazione orale sia il mezzo di prevenzione più efficace. Tuttavia, tale terapia spesso non viene utilizzata a causa delle possibili complicanze emorragiche, specie nei soggetti più fragili. Pertanto, una consistente popolazione con Fibrillazione Atriale risulta non adeguatamente protetta nei confronti dell’ictus ischemico. Strategie innovative - come quella della chiusura dell’appendice atriale sinistra del cuore attraverso un dispositivo - possono offrire a questi pazienti una adeguata copertura nei confronti dell’ictus.
A conclusione dell’incontro è prevista la testimonianza di un paziente - una signora di 72 anni con Fibrillazione Atriale e pregressa emorragia cerebrale, e, quindi ad elevatissimo rischio per l'assunzione di anticoagulanti - in cura presso l’Ospedale di Negrar. La paziente si è trovata per lungo tempo davanti a una scelta difficile nella gestione della propria patologia, tra l'indicazione ad assumere la terapia anticoagulante posta dal proprio Cardiologo per la prevenzione dell’ictus ed il divieto che le ha posto il Neurologo/Neurochirurgo, in considerazione dell’elevato rischio di sanguinamento intracranico. La chiusura dell'auricola mediante protesi Watchman™ ha dato una risposta efficace, permettendo l’interruzione della terapia anticoagulante e, contemporaneamente, abbattendo il rischio di ictus ischemico legato alla Fibrillazione Atriale.
24 ottobre 2013
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