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Rapporto Osmed. Primi nove mesi 2013: spesa farmaceutica a 19.5 mld. Boom della privata. Continua ad aumentare l'ospedaliera. Diminuisce la territoriale


Si conferma la crescita dei farmaci ospedalieri e la diminuzione della spesa in farmacia. E poi un +3,9% di spesa diretta del cittadino come conseguenza dell'aumento dei ticket, di un maggior consumo di farmaci di automedicazione e farmaci di classe A che si sceglie di acquistare privatamente. In testa ai consumi in farmacia i cardiovascolari. Mentre in ospedale la spesa più elevata è per gli anticancro. IL RAPPORTO AIFA

06 FEB - All’appello mancano ancora i dati di ottobre, novembre e dicembre, ma il trend della spesa farmaceutica del 2013 sembra confermare le tendenze del 2012, con buone notizie per la spesa territoriale e cattive notizie per quella ospedaliera. Dal Rapporto Osmed curato dall’Aifa, presentato oggi a Roma e riferito al periodo gennaio-settembre 2013, emerge infatti che la spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche a settembre 2013 aveva già superato del 3,3% la spesa dello scorso anno. Il destino dell’ospedaliera, quindi, sembra essere quello di superare ancora una volta il tetto. Ma per sapere esattamente come andranno le cose bisognerà aspettare i dati definitivi e dettagliati.

Lo stesso vale per la spesa territoriale, che comunque sembra assestarsi sul trend virtuoso dello scorso anno. Da sottolineare, però, che se è vero che la spesa farmaceutica territoriale pubblica tra gennaio e settembre è diminuita del 3,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (“tale decremento – secondo l’Aifa - è dovuto principalmente alla riduzione del -4,9% della spesa farmaceutica convenzionata netta, che si associa con una lieve riduzione del -0,3% della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto”), tuttavia la spesa privata ha invece subìto un incremento del 3,9% (secondo l’Aifa conseguenza dell’incremento dell’11,2% della spesa per i farmaci di fascia A acquistati direttamente dal cittadino, all’aumento del 9% della spesa per i farmaci per l’automedicazione, all’aumento del 2,1% della spesa per compartecipazioni nell’acquisto di medicinali e alla riduzione dell’1,6% della spesa per i farmaci di classe C con ricetta).
 
Anche in questo caso, comunque, per scoprire quale sarà il risultato della spesa territoriale rispetto al tetto del Fsn (che nel 2013 scenderà all’11,35% rispetto al 13,1% dello scorso anno) bisognerà aspettare i dati definitivi e dettagliati, che per la valutazione dello sforamento della spesa territoriale dovrà calcolerà la somma della spesa farmaceutica convenzionata, comprensiva di ogni compartecipazione a carico degli assistiti e della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, al netto di ogni importo versato dalle aziende farmaceutiche in attuazione di procedimenti di legge.

I dati gennaio-settembre 2013 disegnano comunque un quadro già chiaro. In generale, nei primi nove mesi del 2013 la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata pari a 19,5 miliardi di euro (era 19,2 lo scorso anno), di cui il 74,7% è stato rimborsato dal SSN. In prevalenza i medicinali sono stati dispensati ai cittadini a carico del Ssn attraverso il canale delle farmacie territoriali pubbliche e private. La spesa dei farmaci acquistati a carico del cittadino è stata pari a 4,93 miliardi di euro composta soprattutto dai farmaci di classe C con obbligo di ricetta (11,5%).

Vale inoltre la pena di sottolineare, secondo il rapporto, che in termini di spesa a carico del Ssn si registrano andamenti opposti nel canale convenzionale (consumi in aumento +1,9% e spesa in forte decremento -2,6%, rispetto al 2012) rispetto a quello non convenzionale -dato dagli acquisti delle strutture sanitarie pubbliche -, che invece è caratterizzato da consumi in riduzione e spesa crescente (rispettivamente -20,3% e +3,3%, rispetto al 2012).

Aumenta il peso del ticket
I consumi in regime di assistenza convenzionale sono in significativa crescita, con incrementi sia del numero di ricette, che delle confezioni, rispettivamente del +3,2% e del +2,6%; in media ogni giorno sono utilizzate 1.002,4 dosi ogni mille abitanti in crescita del +1,8% rispetto all’anno precedente, e sono state dispensate 839 milioni di confezioni (circa 14 confezioni per abitante).
Nel 2013 è stata riscontrata una crescente incidenza del 12,7% - sulla spesa convenzionata - della compartecipazione a carico del cittadino (comprensiva del ticket per confezione e della quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento sui medicinali a brevetto scaduto) rispetto al 12,1% registrato nel 2012. L’ammontare complessivo della spesa per compartecipazioni a carico del cittadino sui medicinali di classe A è risultata pari a 1.074 milioni di euro, in un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del +2,1%, attribuibile principalmente all’incremento del ticket fisso per ricetta (+5,0%), mentre la quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento per i medicinali a brevetto scaduto è rimasta pressoché stabile (+0,3%). Il ticket per confezione, con un valore di spesa pari a 421 milioni di euro, ha pesato per il 39,2%, mentre la quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento per i medicinali a brevetto scaduto, con 653 milioni di euro, ha inciso per il residuale 60,8%.

Scende del 2,6% la spesa per la farmaceutica convenzionata
Le principali componenti della diminuzione del -2,6% della spesa farmaceutica convenzionata (effetto quantità, prezzi e mix) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, evidenziano un aumento delle quantità di medicinali prescritti (+1,9% in termini di dosi-definite-giornaliere, i.e. DDD), una diminuzione dei prezzi (-4,7%) e, infine, un lieve spostamento dei consumi da specialità medicinali meno costose verso quelle più costose (effetto mix positivo: +0,2%).

Aumenta del 3,3% la spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche
Nei primi nove mesi del 2013 la spesa per i farmaci utilizzati in ambito ospedaliero è stata pari a 1,9 miliardi di euro, in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente e composta per il 68,1% dai farmaci di classe H, per il 16,7% dai farmaci di classe C e per il restante 15,2% dai farmaci di classe A. I primi 30 principi attivi rappresentano il 48,0% della spesa e comprendono in prevalenza principi attivi che rientrano nella categoria degli antineoplastici. I primi tre principi attivi a maggiore spesa nei primi nove mesi del 2013, utilizzati in ambito ospedaliero, rimangono il trastuzumab (124,2 milioni di euro), il rituximab (90,9 milioni di euro) e il bevacizumab (77,9 milioni di euro).
La spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata invece pari a 6,114 miliardi di euro (5,8 nel 2012), data da 2,117 miliardi di distribuzione diretta e per conto di farmaci di fascia A e da 3,997 miliardi di euro di farmaci erogati da Asl, Aziende ospedaliere, centri di riabilitazione Ria e penitenziari. Il dato è in crescita del +3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In media sono state spesi 102,4 euro pro capite e utilizzavate, ogni giorno, 148,2 dosi ogni mille abitanti in diminuzione del – 20,3% rispetto all’anno precedente.

I farmaci più utilizzati. Per la convenzionata al top i cardiovascolari, in ospedale gli antineoplastici e gli immunomodulatori
Nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata, l’utilizzazione di medicinali si concentra su un numero limitato di principi attivi; infatti, le prime 30 sostanze rappresentano il 40% della spesa farmaceutica lorda. La categoria terapeutica dei farmaci dell’apparato cardiovascolare rappresenta la prima sia in termini di spesa (45,7 euro pro capite), sia in termini di dosi medie prescritte (469,4 dosi ogni 1000 abitanti al giorno, di seguito DDD/1000 ab die); seguita dalla categoria dei farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, con una spesa pro capite di 24,4 euro e 151,6 DDD/1000 ab die.
Nell’ambito dell’assistenza farmaceutica erogata dalle strutture sanitarie pubbliche, la categoria terapeutica dei farmaci antineoplastici e immunomodulatori rappresenta la prima a maggiore incidenza in termini di spesa con 41,4 euro pro capite e la sesta in termini di dosi medie prescritte (8,8 DDD/1000 ab die); seguita da farmaci antimicrobici per uso sistemico, con una spesa pro capite di 19,0 euro e la settima in termini di dosi medie prescritte (5,9 DDD/1000 ab die).

A brevetto scaduto quasi la metà dei farmaci erogati in convenzionata
Rappresentano oramai il 46% della spesa farmaceutica convenzionata, in crescita rispetto al 2012 del +4,9%, e il 65,0% delle DDD totali, in crescita rispetto al 2012 del +7,7%. La percentuale di spesa per i farmaci equivalenti (farmaci a base di principi attivi con brevetto scaduto, ad esclusione di quelli che hanno goduto di una copertura brevettuale) è stata pari al 29,2% del totale dei farmaci a brevetto scaduto. Complessivamente, i primi venti principi attivi a brevetto scaduto rappresentano circa il 50% delle DDD; il lansoprazolo continua ad essere il principio attivo a brevetto scaduto a maggior spesa, seguito dal pantoprazolo, rispettivamente con una spesa di 196,8 e 195,2 milioni di euro.

Distribuzione diretta e per conto
Nei primi mesi del 2013 la spesa per i farmaci erogati attraverso la distribuzione diretta e per conto è stata pari a 3,5 miliardi di euro, a sua volta composta per 2,8 miliardi di euro dalla spesa diretta in senso stretto (per ogni classe di rimborsabilità) e per 703 milioni di euro dai medicinali erogati in distribuzione per conto. La spesa è costituita per il 57,6% dai farmaci di classe A, per il 41,3% dai farmaci di classe H e dal rimanente 1,1% dai farmaci di classe C. Tra i primi trenta principi attivi erogati in distribuzione diretta a maggior spesa si confermano il fattore VII ricombinante (161,5 milioni di euro), l’etanercept (145,2 milioni di euro) e l’adalimumab (142,2 milioni di euro).

06 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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