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Escherichia coli: un vaccino è possibile


Esistono antigeni comuni ai diversi sierotipi del batterio che rendono possibile la messa a punto di un vaccino “universale”. La scoperta, pubblicata su Pnas, è frutto di una ricerca di Novartis Vaccines and Diagnostics

05 MAG - Il numero elevatissimo di sierotipi - se ne conoscono oltre 170 - aveva finora reso impensabile la realizzazione di un vaccino contro Escherichia coli. Tuttavia, ora, una ricerca condotta nei laboratori di Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena e pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), offre uno spiraglio che è ben più che una semplice speranza.
I diversi ceppi patogeni di E. Coli possiedono alcuni antigeni comuni: nove di essi possono essere impiegati per stimolare una risposta a largo spettro del sistema immunitario.

LO STUDIO
I ricercatori, coordinati da Rino Rappuoli, Global Head of Vaccines Research di Novartis Vaccines and Diagnostics, hanno determinato la sequenza di uno specifico ceppo del batterio isolato da un caso di meningite neonatale e comparata con il genoma di altri ceppi, patogeni e non.
“Abbiamo trovato 19 aree del genoma presenti nel ceppo che aveva causato la meningite ma assenti nei ceppi non patogeni”, hanno illustrato i ricercatori sulle pagine di Pnas. “Abbiamo inoltre identificato 230 antigeni presenti nei ceppi patogeni ma assenti in quelli non patogeni”.
Nove antigeni, in particolare, hanno presentato caratteristiche particolarmente promettenti. “Questi antigeni sono in grado di proteggere nei modelli che sono stati individuati - ha spiegato Rappuoli - ma sono anche presenti e conservati in quasi tutti gli E. coli patogeni e quindi hanno la potenzialità per essere utilizzati come componenti di un vaccino universale”.

FAME DI VACCINI
“Alcune delle patologie causate da questo batterio, come le infezioni del tratto urinario, sono associate ad alti costi per i sistemi sanitari e altre, come la sepsi, sono comportano un’elevata mortalità infantile”.
Inoltre, le infezioni causate da questi ceppi stanno aumentando in popolazioni particolarmente sensibili “come i pazienti con diabete, sclerosi multipla, Hiv/Aids, cateteri, traumi del midollo spinale, donne incinte, bambini e anziani”. Come se non bastasse, hanno aggiunto i ricercatori, “il problema è ulteriormente aggravato dall’aumento dell’antibioticoresistenza e del numero di infezioni ricorrenti”.
Elementi, questi, che rendono l’assenza di un vaccino protettivo contro i ceppi patogeni di Escherichia Coli “uno dei più grandi problemi per la moderna società” secondo il gruppo di ricerca.
L’attuale studio rappresenta un passo decisivo in questa direzione nonché un’ulteriore conferma del nuovo corso intrapreso dalla ricerca farmacologica e del ruolo che in essa svolge la genomica: “offre potenzialità sempre maggiori nella ricerca - ha concluso Rappuoli - e grazie a essa abbiamo trovato antigeni che nessuno aveva identificato prima, nonostante l’Escherichia Coli sia uno dei patogeni conosciuti da più tempo e più a fondo».

Antonino Michienzi


FONTE: Danilo Gomes Moriel et al. Identification of protective and broadly conserved vaccine antigens from the genome of extraintestinal pathogenic Escherichia coli. PNAS published ahead of print May 3, 2010

05 maggio 2010
© Riproduzione riservata

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