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Regno Unito. L’80% degli scienziati inglesi contrario all’uscita dalla UE: “La ricerca britannica ci rimetterebbe”

di Maria Rita Montebelli

Dello stesso parere anche la maggioranza dei ricercatori europei seocndo i quali l’uscita della Gran Bretagna dalla UE andrebbe a danneggiare la scienza dentro e fuori i confini delle isole britanniche.  Un sondaggio della rivista Nature tra gli scienziati britannici ed europei per scoprire non solo le loro intenzioni di voto ma anche le motivazioni che li spingono a restare in Europa o verso il Brexit

31 MAR - Il 23 giugno i sudditi di Elisabetta II del Regno Unito saranno tenuti a pronunciarsi in merito alla volontà di restare o meno nell’Unione Europea. Le proiezioni attuali danno la popolazione spaccata praticamente a metà sul quesito referendario, con un 44% di favorevoli al ‘remain’, un 40% di decisi per l’exit e un 16% di indecisi. Il primo ministro David Cameron è pro-Europa, ma molti altri membri del suo partito vedono bene l’uscita dall’Europa, la cosiddetta ‘Brexit’.
 
Il 10 marzo il Times ha pubblicato una lettera aperta, firmata da oltre 150 ricercatori dell’Università di Cambridge, sui benefici per la ricerca scientifica derivanti da una permanenza della Gran Bretagna all’interno dell’UE. Il perché è abbastanza chiaro. Le università inglesi ricevono il 16% circa di tutti i loro fondi per la ricerca dall’Europa e il fatto di far parte dell’UE consente ai ricercatori di muoversi con una certa libertà tra i vari stati membri e di lavorare senza restrizioni.
D’altra parte, fa notare Michael Gove, ministro della Giustizia pro-brexit, uscire dall’Europa consentirebbe di investire nella ricerca inglese tutti i soldi che il Regno Unito versa attualmente nelle casse dell’Europa.
 
Quel che è certo è che gli scienziati inglesi sono sempre più presenti nel dibattito referendario. E la prestigiosa rivista Nature ha deciso di andare a vedere come sono schierati i ricercatori inglesi ed europei attraverso un sondaggio che ne ha coinvolti circa duemila.
Il sondaggio è stato condotto per email, attingendo ad una mailing list di persone che si erano registrate sul sito di Nature.
 
Su 907 ricercatori intervistati in Gran Bretagna, ben l’83% si è dichiarato contrario al brexit. Andando a scremare questo numero, per considerare solo l’intenzione di voto di chi effettivamente si recherà a votare il prossimo giugno, la percentuale dei ‘contrari’ all’uscita dalla UE si contrae un poco, attestandosi sull’80% - sempre una maggioranza schiacciante – con un 14% di decisi invece ad abbandonare l’avventura europea.
 
Una risposta simile il team di Nature l’ha avuta dai 954 scienziati al lavoro fuori dal Regno Unito ma all’interno dell’Unione Europea. In questo caso, il 77% si è dichiarato a favore della permanenza nella UE, mentre il 17% vorrebbe lasciarla.
 
Tra gli scienziati che andranno a votare al referendum, il 78% si sono detti convinti che un Brexit danneggerebbe la scienza britannica; solo il 9% ritiene invece che ne guadagnerebbe. Tanto i ricercatori britannici che quelli europei ritengono inoltre che il Brexit danneggerebbe anche la scienza europea, sebbene in misura minore di quanto accadrebbe a quella inglese.
 
Maria Rita Montebelli

31 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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