Vaccino antimeningococco B, studio conferma la sicurezza e l’alto livello di protezione
La ricerca condotta da un team italo-statunitense cui ha partecipato anche l’Iss insieme a diverse università italiane e la Asl del Sud Tirolo. Trenta giorni dopo il ciclo primario di vaccinazioni, oltre il 90% dei partecipanti è protetto contro tutti i ceppi batterici testati, responsabili di circa la metà delle meningiti epidemiche.
20 GEN - Il vaccino antimeningococco B è sicuro e protegge oltre il 90% dei giovani che fanno il ciclo primario di immunizzazione.
Sono questi i risultati della prima analisi aggregata degli studi sul tema, condotto da un gruppo internazionale nel quale sono presenti ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Università di Stanford, Ferrara, e Sapienza di Roma, e della ASL del Sud Tirolo, e pubblicato dalla rivista
Lancet Infectious Diseases.
Nello specifico, l’analisi ha incluso i dati di tutti e 20 gli studi scientifici sperimentali sinora condotti, per un campione totale di oltre 6000 tra bambini e adolescenti.
Trenta giorni dopo il ciclo primario di vaccinazioni, oltre il 90% dei partecipanti è protetto contro tutti i ceppi batterici testati, responsabili di circa la metà delle meningiti epidemiche.
Per due dei ceppi batterici, tuttavia, dopo circa sei mesi dal ciclo primario la protezione si riduce, per tornare – e rimanere – a livelli molto elevati dopo una ulteriore dose (cosiddetta “booster”). Anche due sole due dosi nei bambini sono state in grado di conferire un alto livello di protezione, ma per mantenere tale protezione nel tempo sono necessarie più dosi.
“Proprio per la rilevanza di questo tema per la sanità pubblica, in un momento come questo – spiega
Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e tra gli autori dello studio – abbiamo coinvolto un gruppo di esperti indipendente, multidisciplinare ed estremamente qualificato, che include uno dei più preparati epidemiologi dell’Università di Stanford, ed abbiamo svolto un’analisi particolarmente dettagliata, con oltre 110 tra analisi complessive e stratificate. I risultati ottenuti sono di grande importanza, perché confermano la sicurezza ed utilità del vaccino per il controllo delle epidemie da meningite di tipo B, e confortano noi tecnici e, spero, anche i cittadini, sul percorso intrapreso in questi ultimi anni”.
Il profilo di sicurezza del vaccino, che è stato inserito lo scorso anno nel nuovo calendario vaccinale, è apparso buono, con un’incidenza di eventi avversi “seri” inferiore allo 0,6%. Sebbene la frequenza di effetti collaterali sia stata leggermente superiore ai controlli, non si è verificato alcun evento che abbia posto a rischio la vita dei vaccinati, o creato disabilità permanenti.
Per quanto permangano incertezze sulla persistenza della protezione a lungo termine (inevitabilmente, dato che il vaccino è relativamente recente), concludono gli autori, i risultati sono solidi, poiché derivati da tutte le evidenze scientifiche sperimentali (i cosiddetti “trial clinici”) disponibili, e confermano i dati relativi all’efficacia del vaccino sul campo, provenienti dai sistemi di sorveglianza sanitaria di alcuni paesi anglosassoni, dove il vaccino è già stato introdotto su larga scala.
L’articolo è disponibile su
The Lancet
Fonte: Newsletter dell’Iss
20 gennaio 2018
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