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Coronavirus. Consiglio d’Europa: “Diritti umani guidino sempre le decisioni sanitarie”


Il Comitato di Bioetica dell’Organizzazione internazionale rimarca come anche in un contesto di emergenza e gestione di una crisi sanitaria vadano tutelati i diritti degli individui. E quindi ricorda come vada garantita assistenza ai più deboli e che i dati sanitari utili per la lotta al virus devono essere protetti così come i diritti delle persone durante la ricerca. IL DOCUMENTO

14 APR - In una dichiarazione pubblicata oggi, il Comitato di Bioetica del Consiglio d'Europa ricorda i principi essenziali, “basati sul rispetto della dignità umana e dei diritti umani, che devono guidare le decisioni e pratiche mediche nel contesto dell'attuale crisi”.
 
“I sistemi sanitari – si legge in una nota - sono infatti soggetti a vincoli estremi e il numero crescente di casi gravi solleva importanti problemi etici a cui i professionisti e le autorità competenti devono rispondere nel contesto dell'assistenza ai pazienti. Le decisioni difficili devono essere prese su scala individuale e collettiva, in un contesto di scarse risorse, che può avere conseguenze significative per gli individui”.
 
“L'unico strumento giuridico internazionale – ricorda il Consiglio d’Europa -  vincolante in questo settore, la Convenzione del Consiglio d'Europa sui diritti umani e la biomedicina (Convenzione di Oviedo) offre un quadro unico per la protezione dei diritti umani, anche in un contesto di emergenza e gestione di una crisi sanitaria, per guidare le decisioni e le pratiche sia in campo clinico che in quello della ricerca”.
 
Alla luce della Convenzione, il Comitato di Bioetica ricorda pertanto una serie di principi giuridici:
 
- l'accesso all'assistenza sanitaria, in particolare in un contesto di scarse risorse, deve essere equo e guidato da criteri medici, in particolare in modo che i più vulnerabili, come i disabili, gli anziani, i rifugiati o i migranti non sono discriminati;
 
- la raccolta e il trattamento di dati sanitari, essenziali nella lotta contro COVID-19, devono essere soggetti a condizioni di protezione specifiche;
 
- le restrizioni all'esercizio dei diritti devono essere prescritte dalla legge e mirare a proteggere gli interessi collettivi, compreso quello della sanità pubblica;
 
- condizioni speciali possono essere applicabili a determinate situazioni di emergenza clinica come quelle affrontate dagli operatori sanitari nel contesto della crisi COVID-19;
 
- i diritti delle persone in fase di ricerca intese a sviluppare terapie e misure preventive devono essere garantiti (il protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo sulla ricerca biomedica definisce le condizioni alle quali la ricerca sulle persone in emergenza clinica può essere eseguita).
 
Infine, il comitato di bioetica intende “facilitare lo scambio di informazioni e analizzare le questioni etiche sollevate durante la pandemia e le sue conseguenze, nel quadro del suo piano d'azione strategico sui diritti umani e la biomedicina (2020-2025) e sulla base dell'arsenale giuridico di riferimento del Consiglio d'Europa nel campo dei diritti umani, sviluppato in particolare attorno alla Convenzione di Oviedo”.

14 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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