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Epilessia. “Troppe prescrizioni facili di derivati della cannabis. Mancano evidenze scientifiche”. L’allarme della Lice


Per la la Lega Italiana Contro l’Epilessia è fondamentale affidarsi sempre a neurologi, neuropsichiatri infantili e pediatri particolarmente esperti, quando si ha a che fare con i derivati della Cannabis e, nello specifico, con il Cannabidiolo (CBD), molecola che negli ultimi anni ha destato grande interesse come ulteriore soluzione terapeutica per il trattamento di alcune Epilessie farmaco-resistenti

19 OTT - È indispensabile affidarsi sempre a neurologi, neuropsichiatri infantili e pediatri particolarmente esperti nella diagnosi e nella cura delle Epilessie (i cosiddetti “epilettologi”), soprattutto quando si tratta di impostare e monitorare la complessa terapia delle forme rare e severe. Ogni paziente presenta una storia clinica differente e solo un medico esperto nella gestione delle epilessie è in grado di stabilire il percorso terapeutico più idoneo.
 
È quanto ribadisce la Lega Italiana Contro l’Epilessia (Lice) sottolineando quanto questo concetto, sempre valido, sia “oltremodo rilevante quando si ha a che fare con i derivati della Cannabis e, nello specifico, con il Cannabidiolo (CBD), molecola che negli ultimi anni ha destato grande interesse come ulteriore soluzione terapeutica per il trattamento di alcune Epilessie farmaco-resistenti”.
 
“Assistiamo con preoccupazione ad una escalation della pubblicità di prodotti contenenti derivati della Cannabis, il più delle volte senza avere nemmeno la certezza della qualità e della quantità dei principi attivi contenuti nei prodotti stessi, venduti per lo più attraverso Internet – dichiara la Presidente Lice Laura Tassi – molti medici, privi delle corrette credenziali cliniche e scientifiche nel settore dell’Epilessia, si presentano come esperti sia della patologia che della sua cura, inducendo a rischiosi tentativi terapeutici con sostanze che possono causare anche gravi conseguenze e riguardo le quali non esistono studi di efficacia e sicurezza. Infine, sono già state presentate specifiche richieste alle Istituzioni a livello regionale per estendere l’utilizzo della ‘Cannabis Medica’ per qualunque forma di Epilessia, pur in assenza di evidenze scientifiche”.
 
La prescrizione di una terapia a base di Cannabidiolo (CBD) per trattare le crisi epilettiche da parte di un medico non esperto nella gestione delle epilessie è potenzialmente pericolosa e controproducente, sottolinea la Lice. Malgrado non abbia effetti psicotropi come altri cannabinoidi (es. THC), il Cannabidiolo (CBD) non deve essere considerato innocuo (al pari di qualsiasi altro farmaco e sostanza), poiché presenta rischi concreti (effetti collaterali, interazioni farmaco-farmaco) se non utilizzato sotto il controllo di un epilettologo esperto.
 
Numerose variabili possono influenzare l’esposizione ai rischi o ai benefici del Cannabidiolo (CBD), aspetti che possono essere gestiti principalmente attraverso la prescrizione ed il corretto monitoraggio da parte del proprio medico specialista. Infine, aggiunge la Lice, si ricorda che, ad oggi, le evidenze scientifiche hanno dimostrato l’efficacia del Cannabidiolo (CBD) come preparato farmaceutico soltanto in alcune rare forme di epilessia e, malgrado sia verosimile che ci possano essere benefici clinici anche in altre forme di epilessia, ciò non è al momento provato.
 
Ancor meno nota è l’efficacia e la tossicità di altri principi attivi presenti nei derivati della cannabis. Pertanto, le evidenze scientifiche a supporto dell’uso di Cannabidiolo (CBD) come preparato farmaceutico, prosegue la Lice, non possono e non devono essere estese anche all’utilizzo della Cannabis, genericamente definita, Terapeutica o Medicinale in altre forme di Epilessia, sia per la presenza in essa di altri cannabinoidi che potrebbero avere effetti opposti rispetto a quelli desiderati (anche pro-convulsivanti), sia perché in questo campo sono assenti dati a supporto di un favorevole rapporto rischio/beneficio.
 
Si ricorda infatti che, aggiunge ancora la Lice, in considerazione delle evidenze scientifiche fino ad ora prodotte, l’uso medico della Cannabis può rappresentare un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, quando questi ultimi non hanno prodotto gli effetti desiderati, o hanno provocato effetti secondari non tollerabili, o necessitino di incrementi posologici che potrebbero determinare la comparsa di effetti collaterali.
 
“Questi ultimi due anni di pandemia ci hanno ancor più insegnato quanto siano importanti i progressi della ricerca scientifica e le conseguenti applicazioni in ambito clinico – conclude il Past-President di Lice Oriano Mecarelli – affidiamoci sempre al medico specialista nella diagnosi e cura delle diverse forme di Epilessia: egli è il solo che potrà consigliare le soluzioni terapeutiche migliori, basate sulle evidenze scientifiche, e quindi con profili di sicurezza ed efficacia documentati e approvate dalle competenti autorità regolatorie”.
 

19 ottobre 2021
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