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Risk management. Per il 73% dei referenti è una funzione su cui si investe ancora troppo poco. L’indagine Relyens-Federsanità


Necessari maggiori investimenti economici per il risk management sanitari; Pnrr, grande opportunità, ma ancora pochi i progetti in campo. E per circa la metà del campione (composto soprattutto da risk manager) la certificazione professionale resta un’area debole e da implementare. Queste alcune delle evidenze emerse dalla fotografia scattata da Relyens e Federsanità, presentata oggi a Roma. IL DOCUMENTO

27 SET - Non basta più occuparsi solo del rischio sanitario, ma è necessario prevenirlo con preparazione e risorse adeguate. Le strutture sanitarie italiane sono ancora esposte a vulnerabilità che potrebbero essere compensate da formazione, informazione e modelli di finanziamento del rischio basati sull’evidenza e qualità dei dati anche nelle eventuali strategie di trasferimento del rischio al mercato assicurativo. In sintesi, è necessaria una maggiore implementazione di un approccio integrato della gestione del rischio ed evidenza degli indicatori di perfomance dello stesso. A questo scopo, però, è necessario anche incrementare le risorse destinate al risk management. E’ quanto emerso, in sintesi, dal volume “Risk management sanitario in Italia - Indagine su strumenti e risorse destinate alla sicurezza delle cure”, realizzato da Relyens, Gruppo mutualistico europeo di Assicurazione e Gestione dei rischi in ambito sanitario, con la collaborazione di Federsanità, Confederazione che associa Aziende Sanitarie Locali, Ospedaliere e Irccs insieme ai rappresentanti dei Comuni associati alle Anci regionali di riferimento. Un lavoro che prende le mosse da una indagine condotta tra settembre 2022 e gennaio 2023 in 100 strutture di 18 regioni.

Carenza di risorse, umane ed economiche sono le principali problematiche emerse nel whitepaper, a conferma che la materia va analizzata sotto diversi punti di vista. Il tema del rischio in sanità dunque è oggi un tema complesso, come è emerso nel corso del dibattito che ha visto la partecipazione di Anna Guerreri, Risk manager Director di Relyens in Italia, e Tiziana Frittelli, Presidente di Federsanità, che ha evidenziato gli importanti risultati dell’indagine condotta, da cui risulta evidente come il nostro Paese debba affrontare un vero e proprio cambiamento della cultura del rischio, fronteggiando sfide economiche non indifferenti.

In particolare, dall’indagine è emersa una situazione di difficoltà dove, a fronte di competenze e professionalità, vi sono investimenti spesso insufficienti, che potrebbero trovare respiro nelle potenzialità rappresentate dai fondi del PNRR. Non a caso, il 73% degli intervistati ritiene che la funzione del risk management non disponga di risorse economiche sufficienti. Laddove ci sono, l'11%, queste sono limitate entro la soglia di 5mila euro per il 40% dei rispondenti: somma inadeguata per il 70% di chi ha risposto al questionario. Ecco perché risultano importanti in tal senso le risorse del PNRR, con un modesto 34% degli intervistati che conferma la pianificazione di progetti relativi alla missione 6 del Piano, a cui si aggiunge un 27% che ha risposto "in parte".

Nella gestione del rischio ospedaliero, per poter costruire un ecosistema sanitario sicuro, efficiente e sostenibile a 360 gradi, come auspicato nella Legge 24/2017 Gelli-Bianco, risultano fondamentali la formazione e la preparazione. Infatti, la formazione annuale mirata allo sviluppo delle competenze è confermata dal 60% dei rispondenti e “in parte” da un ulteriore 21%. Inoltre, l’83% dei rispondenti valuta le suddette competenze “Adeguate” o “Abbastanza adeguate”.

Il 70% dei rispondenti conferma, inoltre, che la diffusione della cultura del rischio, declinata in un insieme di attività plurime di sensibilizzazione, promozione e formazione, è una priorità aziendale perseguita.

“Come Relyens, crediamo che la prossimità alle strutture sia un elemento imprescindibile per accompagnarle nelle loro sfide e avere un quadro chiaro e sempre aggiornato sullo status quo della nostra sanità. – ha dichiarato Anna Guerrieri, Risk manager Director di Relyens in Italia – Una prossimità che significa prima di tutto coinvolgimento, dialogo e ascolto dei professionisti che ogni giorno si occupano della nostra salute. È su queste premesse che è nato e si è sviluppato il whitepaper che abbiamo presentato oggi, un volume ricco di dati e informazioni che mettiamo a disposizione dell’intero ecosistema sanitario italiano, auspicandoci che possa alimentare riflessioni costruttive sulle sfide presenti e future del risk management in sanità”.

Per Tiziana Frittelli, Presidente di Federsanità, “le informazioni emerse nello studio prodotto con Relyens consentono di rilevare alcuni indicatori di osservazione dell’effettivo modello organizzativo delle attività di risk management presente oggi nelle strutture, con un approccio orientato all’evidenza del dato. Certamente un ulteriore, prezioso, elemento di riflessione e di indirizzo sulle progettualità da sviluppare in tema di sicurezza delle cure. Le numerose sinergie sviluppate da Federsanità con istituzioni e attori dell’ecosistema sanitario, ci permettono di presidiare questa tematica sotto molti punti di vista: dallo sviluppo dei modelli manageriali di gestione del rischio, tema su cui interviene il Patient Safety Action Plan 2021-2030 dell’OMS, ai tavoli di lavoro sulla legge 24/2017 Gelli-Bianco”.

27 settembre 2023
© Riproduzione riservata

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