Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 14 OTTOBRE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

L’opinione degli Italiani sul post pandemia: uno studio internazionale

di Cristiana Abbafati e Lorenzo Monasta

Tra i mesi di marzo e maggio 2023 l’Insitute of Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington insieme alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, la University of Maryland e Meta hanno intervistato 621.000 persone di 21 paesi di età pari o superiore ai 18 anni, per capire come è cambiata la loro vita durante la pandemia. Tra questi, gli Italiani sono stati quasi 18.000. LA SURVEY

10 OTT - Come è cambiata la vita degli italiani dopo la pandemia da Covid-19? Non chiederselo sarebbe poco lungimirante. Primo, perché la pandemia è stata in realtà una sindemia, drammatica da più punti di vista. Secondo, perché è sempre meglio imparare dagli errori passati. Terzo, non sia mai! Saperlo consentirebbe invece di indirizzare meglio programmi e politiche, non solo per migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria, ma anche affrontare la diffusa insicurezza economica e - perché no? - aumentare la fiducia nella scienza in tempo di vaccinazioni. Se poi ce lo dice un autorevole studio internazionale e si può confrontare l’Italia con altri paesi, allora è ancora meglio.

Tra i mesi di marzo e maggio 2023 l’Insitute of Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington insieme alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, la University of Maryland e Meta hanno intervistato 621.000 persone di 21 paesi di età pari o superiore ai 18 anni, per capire come è cambiata la loro vita durante la pandemia. Tra questi, gli Italiani sono stati quasi 18.000 (vedi dettaglio Survey).

Per fortuna, circa la metà di noi è ancora soddisfatto della propria vita, anche se altri europei lo sono di più, e dichiara di essere in buona salute o molto buona, mentre altrove queste percentuali sono leggermente più basse.

Tuttavia, sull’offerta sanitaria i dati non sono così rassicuranti. Alla domanda “ha ricevuto cure da un operatore sanitario per le sue condizioni negli ultimi sei mesi?" circa il 36% dice di no, mentre tra coloro che ne hanno ricevute (il 63,4%), le donne sono meno degli uomini, 60,4% e 65,9% rispettivamente, e c’è pure un 17,4% che riceve cure quando non ne ha più bisogno. Tutte le percentuali aumentano per i giovani tra i 18 e i 39 anni. I motivi? Problemi personali da un lato e cattiva organizzazione del SSN dall’altro.

Inoltre, alla domanda “se non è stato in grado di ricevere cure preventive negli ultimi sei mesi, la mancanza di soldi è stata un fattore che ha contribuito?” il 28,9% degli Italiani dice di sì. E anche qui le donne sono più degli uomini. Facciamo peggio di Regno Unito (24,8%), Spagna (18,5%) e Germania (15,4%). I dati riguardano le cure dentistiche, oculistiche, dell'udito e per la salute riproduttiva, gli esami del sangue, lo screening del diabete, la colonscopia, il pap test e la mammografia, a cui hanno rinunciato il 38,3% degli over 40 e il 33,3% dei 18-39enni.

Ma non c’è solo la sanità. Il 30.3% degli italiani dichiara di avere un reddito familiare più basso rispetto a prima della pandemia e trova complicato sostenere anche le altre spese, come comprare del cibo, pagare l’affitto o il mutuo. Il cibo è la voce di spesa più decurtata. È ancora sufficiente in termini di quantità ma lo è meno in qualità. E poi c’è chi, più sfortunato, circa il 14% degli intervistati, addirittura non ha abbastanza da mangiare. Tra quelli in difficoltà, pochi hanno potuto chiedere un prestito e qualcuno ha attinto ai propri risparmi.

Sul fronte vaccini, permane ancora dello scetticismo, più da noi che negli altri paesi europei citati. Il 34.2% degli italiani li considera sicuri solo a volte, mentre sull’efficacia le cose migliorano e più della metà, soprattutto i giovani, li ritiene efficaci ed importanti per la propria salute. La percentuale aumenta al 73% se si parla della salute dei bambini, sebbene resti un 32% che non ha ritenuto opportuno vaccinare i propri figli. Per il Covid 19, la maggior parte degli italiani ha ricevuto tre o più dosi di vaccino (76,1%). Fanno meglio di noi solo alcuni paesi extraeuropei: Vietnam (76,4%), Perù (79,3%) e Cile (86%).

E la scuola? Quasi l’8% degli Italiani in età scolastica l’ha lasciata durante la pandemia e un terzo di quelli rimasti hanno visto ridursi le loro abilità di lettura e di calcolo (sempre peggio le donne rispetto agli uomini).

Insomma, problemi noti ma in peggioramento. E ci voleva una survey internazionale per ricordarci della pesante eredità lasciata dalla pandemia, che ancora oggi chiama in causa una politica certo alle prese con una delicata congiuntura e, a quanto pare, costretta a fare i conti con italiani sempre più sfiduciati. Alla domanda “quanto consideri affidabile il governo nazionale?” gli intervistati hanno risposto per il 65,3% di fidarsi poco o per niente. Siamo secondi tra tutti i paesi europei dopo la Polonia (69,2%) e con una diffidenza molto più alta tra i giovani di 18-39 anni (72,9%) e tra le donne (68,2%).

Cristiana Abbafati
Sapienza Università di Roma e Italian GBD Initiative

Lorenzo Monasta
IRCSS Burlo Garofolo di Trieste e Italian GBD Initiative

Link alla survey:
https://www.healthdata.org/sites/default/files/2023-09/PRS_Country%20Brief_Italy.pdf

10 ottobre 2023
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy