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Ospedalità privata. Presentato il Bilancio Sociale. Cittadini (Aiop): “Produciamo salute al fianco della componente di diritto pubblico”


La terza edizione del Bilancio Sociale è stata anche l’occasione per fare chiarezza sui misunderstanding che gravano sulla componente di diritto privato del Ssn. “Una comunicazione distorsiva che alimenta luoghi comuni e stigmi difficili da scalfire” sulla quale Aiop ha puntato i riflettori ribattendo punto per punto. IL BILANCIO SOCIALE

31 GEN -

Più di 1/4 dei ricoveri nazionali assicurati con l’impiego di circa 1/10 della spesa sanitaria complessiva. Fornite annualmente cure a un milione di degenti, per un totale di 8 milioni di giornate di ricovero (corrispondenti al 13% del totale Ssn, garantito con il solo il 6,2% della spesa ospedaliera pubblica), attraverso il contributo di oltre 73 mila professionisti. 57,9 milioni di prestazioni ambulatoriali erogate per utenti esterni, di cui il 73% per conto del Ssn.

Questi i numeri delle 350 strutture sanitarie associate Aiop, che rappresentano il 70% circa dei posti letto privati accreditati utilizzati per l’attività di ricovero. Cifre, snocciolate in occasione della presentazione della terza edizione del Bilancio Sociale aggregato Aiop, che delineano il contributo al sistema salute della componente di diritto privato del Ssn.
Un sistema “misto”, sottolinea l’Associazione che rivendica un riconoscimento della componete privata accanto a quella pubblica, scevro da pregiudizi, luoghi comuni e stigmi difficili da scalfire. Due anime ormai inscindibili del Ssn.

“Questo documento – ha scritto Barbara Cittadini presidente Aiop nella prefazione al Bilancio Sociale – è l’invito che rivolgiamo ai nostri stakeholder di riferimento (la collettività, i media, le Istituzioni) a comprendere, davvero, la portata dell’impatto positivo della componente di diritto privato del Ssn. Ecco la ragione alla base della nostra scelta. In un contesto sempre più aperto e complesso, nel quale voci e opinioni si rincorrono e affastellano, si fa fatica a scardinare stereotipi e credenze granitiche alla base dei quali c’è un assunto: il profitto in sanità è ontologicamente antitetico all’interesse pubblico di tutela della salute. Se l’erogazione di prestazioni sanitarie, recuperando concetti aristotelici, è l’atto, la sua potenza è il suo valore sociale: la ricerca e l’innovazione, l’investimento e la sostenibilità, la cultura e la formazione. Nel fondamentale passaggio tra potenza e atto, grazie al quale diamo forma alla realtà, generiamo salute. Detto in altro modo, “produciamo”, al fianco della componente di diritto pubblico, il bene più prezioso di tutti”.

Nel Bilancio Sociale, oltre all’indotto diretto e indiretto a favore del territorio e della comunità di riferimento, vengono descritti, puntualmente, i servizi garantiti dalle realtà associate. Ma, soprattutto, aggiunge la Presidente Cittadini, “quello che Aiop è e realizza oggi suggerisce quello che l’Associazione può essere e potrà costruire domani”.

“Siamo determinanti – conclude – e possiamo esserlo sempre di più, nel contenimento dei tempi d’attesa, perché eroghiamo quote significative di prestazioni salva-vita in tempi brevi, ed abbiamo un potenziale inespresso di erogazione a causa della politica dei tetti di spesa. Siamo determinanti perché promuoviamo la qualità delle prestazioni sanitarie e la cultura della valutazione delle performance. Siamo determinanti per l’efficientamento del Ssn perché promuoviamo un sistema trasparente di rendicontazione della gestione economico-finanziaria e una efficace allocazione delle risorse”.

La presentazione del Bilancio Sociale è stata anche l’occasione per riflettere su come il ruolo della componente di diritto privato del Ssn viene descritto nei media.
“Sempre più spesso – sottolinea Aiop – si assiste alla produzione di una comunicazione distorsiva che alimenta luoghi comuni e stigmi difficili da scalfire, i quali creano falsi problemi e distolgono l’attenzione dalle criticità macroscopiche reali, deprimendo anche il dibattito pubblico. La disinformazione non riguarda solo temi complessi, di difficile comprensione e traduzione, ma l’Abc del Ssn, la trasposizione elementare della sua configurazione e dei suoi numeri più basilari. È da qui che vogliamo partire”.

Vediamo alcuni dei contributi del privato accreditato e di Aiop e i misunderstanding ad essi legati

Il contributo della componente di diritto privato (e di Aiop) al Ssn. Quando si parla di Servizio sanitario nazionale, sottolinea Aiop, si fa riferimento alla sua componente di diritto pubblico e alla sua componente di diritto privato, poste entrambe al servizio della funzione pubblica di tutela della salute, con la parte accreditata che assicura, oggi, più di 1/4 dei ricoveri nazionali, impiegando circa 1/10 della spesa complessiva.

Eppure si continua a parlare di Sanità privata (la sanità a pagamento) per fare riferimento alle strutture di diritto privato della Sanità pubblica (finanziata attraverso la fiscalità generale, con un meccanismo di contribuzione progressiva).
Da ultimo, questo misunderstanding si è verificato in occasione dell’aggiornamento del tetto di spesa del Dl 95/2012, grazie al quale le Regioni potranno acquistare un volume maggiore di prestazioni dalle strutture accreditate: esso è stato da più parti presentato come un regalo alla sanità a pagamento e motivo di divaricazione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B nell’accesso alle cure.


La complessità delle prestazioni erogate
Il peso medio è una misura del livello di complessità della casistica trattata dagli ospedali.


Confrontando la complessità trattata dagli ospedali di diritto pubblico con quella trattata dalle strutture accreditate Aiop, possiamo vedere come essa sia maggiore in queste ultime.
Eppure si legge che le strutture private accreditate selezionano le prestazioni meno complesse.

Le prestazioni erogate dalla componente di diritto privato Le prestazioni che vengono erogate sono quelle che, entro i limiti definiti dalla Programmazione regionale, sono richieste dalle esigenze di salute degli individui, a fronte di specifica prescrizione medica. Pertanto, nessuna struttura, né di diritto pubblico né di diritto privato, può scegliere gli interventi e i trattamenti da erogare. Per quanto riguarda le prestazioni di chirurgia oncologica, la quota garantita da strutture private accreditate varia – a seconda della sede della neoplasia – dal 39% al 25,1%, una proporzione importante di prestazioni salva-vita.
Si tratta di interventi oggi remunerati sulla base di tariffe datate, ferme al 2012, che - non tenendo conto delle innovazioni intervenute nella pratica clinica, degli sviluppi tecnologici (pensiamo alla robotica), degli aumentati costi energetici e delle materie prime e del costo del rinnovo contrattuale – sono, paradossalmente, le meno “convenienti” per le strutture che le erogano. Eppure si legge che le strutture private accreditate selezionano le prestazioni più̀ remunerative.

Il contributo del privato accreditato al contenimento delle liste d’attesa. L’esistenza di liste e tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie contraddistingue ogni sistema pubblico organizzato su base universalistica e rappresenta uno strumento di razionamento reale implicito della domanda di salute. Quando, però, i tempi di attesa diventano incongruenti rispetto alla natura della prestazione e al livello di urgenza che essa riveste in considerazione della complessità/gravità si determina un bias, una distorsione nella capacità di risposta del sistema.



Considerando sempre l’area della chirurgia oncologica, nel 2022, la componente di diritto pubblico del SSN ha rispettato i tempi massimi di attesa nel 72% dei casi, mentre la componente di diritto privato ha ero- gato il 79% delle prestazioni nella tempistica prevista (Portale statistico Agenas).
Eppure si continua a impostare la riflessione politica sulla contrapposizione pubblico-privato accreditato, tutta imperniata su un approccio ideologico alquanto velleitario in un contesto di prestazioni mancate e procrastinate e di rinuncia alle cure dovuta agli ostacoli all’accesso al SSN.
Il contributo della componente di diritto privato è determinante (e può esserlo sempre di più) nel contenimento dei tempi d’attesa: eroga quote significative di prestazioni salva-vita; eroga prestazioni salva-vita in tempi più brevi della componente di diritto pubblico; ha un potenziale inespresso di erogazione a causa della politica dei tetti di spesa.

Il contributo del privato accreditato alla qualità del Ssn Mettere il paziente al centro significa innanzitutto considerare il suo interesse, che è, inevitabilmente, quello di ricevere le cure migliori, in condizioni di tempestività, sicurezza e gratuità.
Certamente al paziente non interessa la natura giuridica della struttura ospedaliera alla quale si rivolge. Su sei delle sette aree cliniche valutate la componente di diritto privato del SSN riporta un livello di qualità non diverso o migliore di quella di diritto pubblico (Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici, Agenas- Aiop), ma in entrambi comparti si rileva un’eterogeneità negli esiti dei trattamenti/interventi difficilmente giustificabile in un sistema universalistico.

Eppure si continua a impostare la discussione pubblica sulla contrapposizione pubblico-privato accreditato, tutta imperniata su un approccio ideologico alquanto velleitario in un contesto di iniquità di accesso a prestazioni di provata efficacia clinica.

Il contributo della componente di diritto privato è determinante (e può esserlo sempre di più) per la qualità delle prestazioni garantite ai pazienti: garantisce una più alta efficacia, sicurezza ed appropriatezza delle cure; garantisce esiti migliori, nonostante i volumi di attività condizionati dalla politica dei tetti di spesa; garantisce prestazioni di maggiore complessità assistenziale.



31 gennaio 2024
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