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Corte dei Conti. Relazione flussi cassa 2011-13: spesa sanitaria Regioni stabile nel triennio


Crescono invece i pagamenti correnti degli enti dei Servizi sanitari regionali: da 113,8 miliardi del 2011, a 119,2 miliardi del 2013. Sul fronte degli acquisti, i beni sanitari rappresentano la parte più consistente: nel 2013 hanno assorbito il 12,41% del totale.

30 LUG - Nel corso del triennio 2011-13 la spesa sanitaria delle Regioni, caratterizzata prevalentemente da trasferimenti, evidenzia una sostanziale stabilità. Nel 2013, infatti, la spesa resta, sostanzialmente, sui livelli del 2012, dopo l’aumento, seppur contenuto (+1,47%), segnato rispetto al 2011. E’ quanto emerge dalla relazione della Corte dei Conti concernente ‘Gli andamenti della finanza territoriale – analisi dei flussi di cassa per gli anni 2011-2012-2013’ elaborati sulla base dei dati del Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici (Siope).

Sul versante degli enti dei Servizi sanitari regionali, si evidenzia un andamento in crescita dei pagamenti correnti: da 113,8 miliardi del 2011, a 119,2 miliardi del 2013. Si tratta però di cifre che potrebbero essere ritoccate in aumento per effetto di operazioni non collegate al Siope, in quanto gestite da enti attualmente non previsti dal sistema, come le centrali di committenza. Sul versante riscossioni, invece, nel periodo considerato le entrate dovute a riscossioni tra enti sanitari pubblici oscillano tra 9,6 e 10,1 miliardi.

Nel complesso, sono rimasti inutilizzati circa 3,6 miliardi, pari al 15% delle risorse disponibili, nonostante l’evidente carenza di liquidità del comparto, come sembra dimostrare il diffuso ricorso alle anticipazioni di cassa, in aumento rispetto al precedente esercizio.

Gli acquisti di beni sanitari, che rappresentano la parte più consistente, si riferiscono ad acquisti di prodotti farmaceutici, materiali diagnostici, prodotti chimici, materiali protesici, lastre RX, mezzi di contrasto RX, ecc. I pagamenti effettuati per questi acquisti risultano pari a 11 miliardi nel 2011 (9,29% del totale pagamenti), 13,3 miliardi nel 2012 (10,82% del totale pagamenti) e 15,3 miliardi nel 2013 (12,41% del totale pagamenti).

Un’osservazione specifica della Corte riguarda gli interventi normativi finalizzati alla revisione della spesa corrente, dalla quale è emersa, da una parte, l’insufficienza di misure organiche idonee a determinare effetti stabili di una revisione selettiva, dall’altra parte l’attuale carenza di valide alternative all’imposizione di specifici obiettivi di risparmio garantiti in ogni casi da misure di recupero sulle risorse disponibili.

Per quanto riguarda la spesa di personale del comparto Regioni ed autonomie locali, dalla rilevazione Sico emerge che il comparto, complessivamente, occupa circa 550.000 dipendenti. La spesa totale dell’intero comparto ammonta a circa 15 miliardi di euro. Nel 2012, per l’insieme degli enti esaminati a livello nazionale, la spesa media per un dipendente regionale ammonta a 35.050 euro, a fronte di 27.780 relativi al dipendente comunale e di 28.358 per il dipendente provinciale. La spesa media per il personale dirigente è di 92.735 nelle Regioni, 87.054 nei Comuni e 96.554 nelle Province.

La distribuzione non uniforme del personale sul territorio nazionale, con punte di maggiore concentrazione nelle Regioni del Sud e in Sicilia, si riflette anche sul rapporto di incidenza tra dipendenti e dirigenti, mentre nel complesso delle Regioni l’incidenza è di un dirigente ogni 17 unità di personale, nei Comuni diventa di 1/60 e nelle Province di 1/40, con significative variazioni da Regione a Regione.

Sul piano della spesa, il comparto Regioni e Province autonome fa registrare movimenti di cassa in uscita con ritmo crescente (201,2 miliardi di euro nel 2011, 208,1 miliardi nel 2012 e 256,1 miliardi nel 2013). I maggiori importi sono imputabili a spesa corrente (141,7 miliardi di euro nel 2011, circa 142 miliardi nel 2012, e 144,7 miliardi nel 2013), la metà della quale è assorbita da cinque enti regionali (Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia e Piemonte).

Le spese in conto capitale rappresentano una parte molto esigua in rapporto al totale dei movimenti in uscita (pagamenti); infatti, dette spese sono pari a 3 miliardi di euro nel 2011 (2,53% del totale pagamenti), 2,6 miliardi nel 2012 (2,12%) e 2,5 miliardi nel 2013 (2,03%), con una riduzione a fine triennio di circa -507,5 milioni di euro (-16,82%).

Le operazioni finanziarie, che non dovrebbero sostanzialmente incidere sull’acquisizione o sul consumo di risorse (costituendo mere partite contabili, di cui, peraltro, non è possibile avere contezza nel dettaglio), in quanto la parte più consistente degli importi è sintetizzata in una generica voce residuale, assommano a 1,8 miliardi nel 2011 (1,54% del totale pagamenti), a 2,2 miliardi nel 2012 (1,79%) ed a 1,8 miliardi nel 2013 (1,38%).


 

30 luglio 2014
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