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Beni e servizi sanitari. Boom della spesa: + 8,4% annuo


Macchinari, dispositivi medici e servizi vari: dopo il personale è la voce di spesa più alta del Ssn e quella che cresce di più dal 2001 ad oggi. Un freno viene ora dalla pratica diffusa della cantralizzazione degli acquisti ma serve più attenzione e impegno da parte dei governi regionali. Queste le conclusioni di uno studio Cergas Bocconi presentato a Roma.

16 GIU - Il tema degli acquisti dei beni e servizi delle aziende sanitarie è oggi al centro di profondi cambiamenti, sia sul piano finanziario a causa del progressivo ridimensionamento delle risorse pubbliche che si concretizza in vincoli più stringenti per le aziende sanitarie, sua per un fabbisogno in continua crescita generato da fenomeni quali l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche. Nel 2009 la spesa del Ssn per l’acquisto di beni e servizi è stata di circa 32,2 mld di euro, classificandosi al secondo posto (30,4%) dopo i costi per il personale dipendente. Il suo tasso di crescita, dal 2001 ad oggi, è il più alto e si attesta all’8,4%. Il processo degli acquisti risulta, quindi, il punto critico attraverso il quale intervenire per attuare un’azione di riduzione e controllo della spesa.
Proprio all’evoluzione di questo processo e alla ricerca di soluzioni innovative è dedicato il volume dal titolo “I processi di acquisto di beni e servizi nelle aziende sanitarie. Elementi di innovazione e modelli di accentramento”, edito da Egea con il contributo di Bayer, a cura dei ricercatori Fabio Amatucci e Stefania Mele, del Cergas - Università Bocconi, presentato ieri a Roma.
“Negli ultimi anni le più significative innovazioni che hanno interessato il settore dell’acquisto di beni e servizi in Sanità riguardano l’ambito istituzionale, con una modifica radicale degli assetti, e quello normativo che ha introdotto strumenti di flessibilità e apertura nel rapporto tra imprese private e amministrazioni pubbliche – ha spiegato Amatucci -. Di particolare rilievo sono risultate le nuove modalità di partnership pubblico-privato quali  il dialogo competitivo e l’accordo quadro. Un ultimo aspetto importante è quello legato alle innovazioni nelle modalità di acquisto, con l’introduzione in misura più evidente degli acquisti elettronici, con il rafforzamento dell’e-procurement”.
 
I benefici ottenuti dalle Regioni più “evolute” grazie al processo di centralizzazione degli acquisti sono stati una maggior razionalizzazione nelle fasi di definizione della domanda, una gestione più efficace dei prodotti e dei servizi acquistati, maggiori economie di scala e benefici di natura organizzativa.
“Ma per garantire una corretta applicazione del modello di centralizzazione - ha aggiunto Francesco Longo, Direttore del Cergas Bocconi – è necessario un forte 'commitment' regionale sia nella fase di messa a punto che in quella di gestione del modello, per verificare l'effettiva applicazione delle disposizioni frutto del lavoro svolto e condivise ex ante, per monitorare il rispetto dei tempi di realizzazione”.
 
Anche Fulvio Moirano, direttore Agenas, apprezzando il lavoro svolto per la realizzazione del volume, ha voluto sottolineare l’importanza del monitoraggio dei rispetti dei tempi di realizzazione, ma ha anche tenuto a precisare come, in particolar modo nelle Regioni assoggettate a Piano di rientro, sia "fuorviante concentrare le proprie attenzioni e i propri sforzi unicamente sull’efficientamento nell’acquisto di beni e servizi. In ottica di risparmio ci sarebbe molto lavoro da fare – ha concluso – su aspetti come la logistica e la programmazione”.
 


16 giugno 2011
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