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UK. Settimana decisiva per il NHS. Per salvarlo servirebbe un “piano Marshall” della sanità

di Grazia Labate

L’aumento del carico di cronicità e di malattie degenerative nella popolazione anziana, il costo dei farmaci innovativi e delle moderne tecnologie sanitarie, sono le sfide contro le quali la riforma del governo conservatore ha fatto cilecca. Il NHS è ancora in piedi, ma il sottofinanziamento lo farà presto cadere. Per affrontare e risolvere il rischio di fallimento dell'intero "sistema" è necessario l'equivalente di un piano Marshall per il servizio sanitario nazionale

22 NOV - Il NHS è in una crisi profonda, ho cercato di sottolinearlo e di descriverne le cause da molto tempo su Quotidiano sanità. Oggi, tutti lo affermano in Gran Bretagna, tutte le previsioni che avevo avanzato, sono diventate realtà. Anche i funzionari pubblici, responsabili della gestione e del controllo del NHS, i dirigenti di NHS England, NHS Improvement e Care Quality Commission, stanno denunciando pubblicamente la gravità della situazione e si rivolgono direttamente al cancelliere Philiph Hammond per invertire la rotta nel bilancio 2018 che verrà discusso questa settimana.

Le cose non vanno per niente bene quando, in risposta ad un aumento negli ultimi sette anni del 15% di presenze e ammissioni nei pronto soccorso, i loro A & E, le attese in A & E, sono salite del 350%. L'aumento dei tempi di attesa è il campanello d’allarme della situazione sanitaria. L’aumento del carico di cronicità e di malattie degenerative nella popolazione anziana, il costo dei farmaci innovativi e delle moderne tecnologie sanitarie, sono le sfide contro le quali la riforma del governo conservatore ha fatto cilecca. Altro che risparmiare 20 miliardi di sterline entro il 2020.

Tuttavia, il Dipartimento della Salute, ogni volta che viene sfidato con esempi di prestazioni sempre più scadenti, eccessive attese o altre criticità, ribatte che altre cose nel NHS vanno bene. Quali? In realtà il NHS è in crisi, nonostante la sua efficienza accettata a livello internazionale. Le carenze tra ciò che viene richiesto e ciò che può essere fornito sono croniche, diffuse e grandi, e crescono inesorabilmente. Inoltre danneggiano quell'efficienza tanto apprezzata, perché non è possibile gestire in modo efficiente quando si esauriscono costantemente le capacità di risposta.

Il NHS è ancora in piedi, ma il sottofinanziamento lo farà presto cadere.  Ho passato diversi anni a York a ricercare il perché del fallimento, mentre lavoravo come ricercatore e analista dei SSN comparati. Quello che ho scoperto e di cui sono convinta è che se una crisi non viene riconosciuta e quindi non viene affrontata, l'organizzazione in questione non è in grado di confrontarsi onestamente con la realtà, e quindi affrontare i problemi difficili, ma curabili, tende invece a minimizzarli o addirittura ad ignorarli o peggio a negarli.

A causa di questa inazione, le cose peggiorano molto velocemente e toccano il fondo. Oggi, non sono gli ospedali singoli o le pratiche dei GP, ma l'NHS nel suo complesso che si trova in una fase di discesa incredibilmente pericolosa. Il problema non è essere preoccupati quanto essere fortemente allarmati.
Occorre capire se il cancelliere darà al Servizio Sanitario Nazionale un qualche sollievo e cioè almeno 4 miliardi di sterline per poter andare avanti il prossimo anno. Ciò che è certo è che non sarà sufficiente.

Un piccolo aumento una tantum semplicemente ridurrà il tasso di declino e non farà parte di un piano coerente a lungo termine per sistemare le cose.
Per affrontare e risolvere il rischio di fallimento dell'intero "sistema" è necessario l'equivalente di un piano Marshall per il servizio sanitario nazionale. Ciò significa, un impegno sostanziale di risorse che devono aumentare di anno in anno, in modo programmato e sistematico; significa aumentare la forza lavoro del NHS, ampliare e rinnovare l'infrastruttura in modo che il NHS possa gestire la domanda già presente e quella futura. Non sarà rigorosamente economico. Ma l'alternativa è guardare il NHS crollare, in definitiva con un conto che sarà molto più grande non solo in danaro, ma soprattutto, in dolore, sofferenze e mortalità evitabili.

Sono certa che questo il popolo inglese non lo vuole perché il NHS fa parte delle cose della propria vita.
 
Grazia Labate
Ricercatore in economia sanitaria, già sottosegretaria alla Sanità
 

22 novembre 2017
© Riproduzione riservata


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