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Vaccini. Il New York Times racconta il modello California dove l’obbligo ha portato in molti casi a un aumento della copertura di 20/30 punti in soli due anni. All’opposto, in Oregon, da quando i genitori possono scegliere di esentare i propri bambini, la copertura vaccinale è scesa drasticamente in molte contee

di G.R.

Si dice che tutto cominciò nel sito Disneyland di Anaheim in California, quando 159 visitarori furono contagiati dal morbillo, probabilmente da un turista straniero. Era il 2014 e poco dopo lo stato californiano decise la via dell'obbligatorietà vaccinale. Come è andata lo racconta oggi il NYT con un lungo servizio che cita come esempio opposto quello dello stato dell'Oregon dove, negli stessi anni, si decise di dare a tutti i genitori la possibilità di esentare i propri figli dalla vaccinazione riempiendo un semplice modulo online. E il risultato è stato disastroso

16 GEN - Disneyland, sito di Anaheim in California, dicembre 2014. Col senno di poi possiamo dire che tutto è iniziato da lì. Almeno 159 persone, tra quelle che hanno visitato il parco giochi durante quel periodo, hanno contratto il morbillo. La teoria più accreditata è che il morbillo sia stato introdotto a Disneyland da un turista straniero. Potrebbe accadere ovunque. Gli esperti concordano sul fatto che quanto avvenuto sia il risultato dei bassi tassi di copertura vaccinale allora registrati in California, che a loro volta erano il risultato dell'incapacità di convincere una parte significativa dei californiani sull'importanza dei vaccini.
 
Questo episodio ebbe una grande rilevanza a livello nazionale. Da lì scaturì la decisione di cambiare la politica vaccinale in California e la storia la racconta oggi il New York Times con un lungo serivizio.
 
A seguito dell'introduzione dell'obbligo, i dati di un'analisi condotta sulle diverse contee californiane mostrarono come in molte scuole con i tassi di vaccinazione più bassi, si fosse registrato un aumento di 20-30 punti percentuali nella quota di bambini vaccinati iscritti all'asilo tra il 2014 e il 2016. La nuova legge sull'obbligo ha così cambiato il comportamento dei 'resistenti' in modo molto più efficace di mille annunci ed esortazioni da parte del servizio pubblico.
 
Nel 2014, in tutto lo Stato della California, circa il 93 per cento dei bambini iscritti all'asilo era vaccinato per il morbillo. Un dato tutto sommato positivo. Ma avrebbe potuto essere migliore. Ad esempio, nella Carolina del Nord il tasso era del 98 per cento. 
 
Il problema, però, è che il tasso di copertura vaccinale del 93 per cento non riguardava ogni area dello Stato.
 
Questa tabella dà un senso della distribuzione dei tassi di vaccinazione tra le contee della California nel 2014
 

 
Nel 2014, c'erano sostanzialmente due modi per poter essere esentati dalle vaccinazioni nelle scuole pubbliche della California. Alcuni studenti venivano ammessi "condizionatamente" - cioè non completamente vaccinati ma programmando di concludere le vaccinazioni a breve termine. Altri studenti hanno poi avuto una formale "esenzione per convinzioni personali". Cioè, per motivi religiosi o di altro genere - spesso paure errate sui danni da vaccino.
 
Queste esenzioni variavano molto tra le diverse scuole. Nella Berkeley Rose School, una scuola privata di Waldorf, tutti gli studenti non vaccinati (l'87% negli asili nido) avevano delle esenzioni personali. Nelle scuole elementari delle zone più povere di Los Angeles, la mancanza dei richiami vaccinali era dovuta principalmente all'assenza di obbligo. 
 
Alla fine, il risultato di questa politica vaccinale è stato il seguente: molte scuole con un alto numero di bambini non vaccinati ad alto rischio. Il morbillo, infatti, è estremamente contagioso. Se lo introducete in una scuola in cui solo il 13% degli studenti è vaccinato, molti bambini si ammaleranno.
 
In risposta al caso Disneyland la California, improvvisamente, da Stato con standard di vaccinazione scolastica abbastanza scadenti ha iniziato ad introdurre requisiti estremamente severi. Lo Stato ha approvato il disegno di legge 277, che è entrato in vigore nel 2016 ed ha eliminato tutte le possibili esenzioni personali per credenza. Non era più possibile che un genitore dicesse: "Lo farò dopo". Per l'accesso in tutte le scuole doveva esserci un piano per il completamento delle vaccinazioni da portare a termine entro un periodo massimo di circa sei mesi.
 
Le uniche esenzioni rimaste in vigore sono quelle per ragioni mediche. E poiché tutte le scuole, pubbliche e private, devono segnalare lo stato di vaccinazione dei bambini iscritti, lo Stato ha oggi modo per monitorare le coperture in maniera più efficiente.
 
I ricercatori di sanità pubblica che  hanno studiato la relazione tra le regole vaccinali dello Stato e i tassi di copertura hanno generalmente riscontrato che le leggi sulle vaccinazioni più severe generano tassi di vaccinazione in media molto più alti. Ma questi studi tendono generalmente a concentrarsi sui livelli di copertura complessivi, piuttosto che sulla distribuzione all'interno delle singole zone. Ebbene, in California, con una situazione di partenza che vedeva tante scuole registrare un basso tasso di vaccinazione, si è avuta la possibilità di studiare gli effetti di questa nuova legge sull'obbligo.
 
Come possiamo vedere, quello che è successo è che le persone sono state vaccinate.
 

 
Nel 2016, il 97 per cento dei bambini viveva in contee con un tasso di vaccinazione all'interno degli asili al di sopra del 95 per cento. Guardando a livello scolastico, possiamo vedere quali scuole hanno contribuito a questo cambiamento. Sono state così prese in analisi alcune scuole e sono state suddivise in 10 gruppi in base ai loro tassi di copertura vaccinale. Per ciascun gruppo di scuole, sono stati calcolati i tassi di vaccinazione nel 2014 e nel 2016. 
 
Nel grafico che accompagna, vediamo i risultati. Le scuole del gruppo di base avevano circa il 60% dei loro studenti vaccinati nel 2014. Questa è una media, ciò significa che in molti posti i tassi erano ancora più bassi. Nel 2016, questo gruppo aveva un tasso di vaccinazione circa del 90%. Si è dunque registrato un sorprendente aumento di 25 punti percentuali in soli due anni.
 

 

 
Ma forse ancora più eclatanti sono i cambiamenti avvenuti in quei luoghi dove si registrava il maggior numero di esenzioni personali. Nella Community Outreach Academy, il tasso di vaccinazione, dal 46%, è arrivato fino all'83% in soli due anni. Questo è stato quasi interamente il risultato di riduzioni delle esenzioni personali. E che dire della Berkeley Rose School, con il suo tasso di esenzione personale dell'87%? Nel il 2016, il 57% degli studenti iscritti è stato vaccinato - un enorme cambiamento, e solo nel primo anno di entrata in vigore della nuova legge.
 
Quando la legge SB 277 è stata approvata, molte persone si dicevano preoccupate circa i possibili effetti: i bambini sarebbero stati esclusi dalla scuola? Questa preoccupazione si è dimostrata vana. Non vi è stato alcun cambiamento nelle iscrizioni, anche in quelle scuole che nel 2014 facevano registrare i tassi di vaccinazione più bassi. Alla fine, l'effetto della legge è stato semplice: più bambini sono stati vaccinati e il rischio di insorgenza di malattie è diminuito.
 
Da un punto di vista politico, questi risultati offrono diversi spunti di riflessione su un tema che sta continuando a tener banco anche in questa campagna elettorale, nonostante una legge votata solo pochi mesi fa dal Parlamento. Il modello California dimostra come, nonostante molte persone possano non cambiare i loro convincimenti sulle vaccinazioni, queste leggi sull'obbligo possano in ogni caso modificare il loro comportamento, a beneficio di tutti.
 
In Oregon, i genitori possono scegliere di non vaccinare i loro bambini completando un modulo di "educazione" online di 15 minuti. Molti di loro lo fanno: la percentuale di bambini iscritti all'asilo nelle contee dell'Oregon con tassi di vaccinazione superiori al 95 per cento era vicina al 100 per cento nel 2000; ebbene, nel 2015 questa percentuale era scesa a circa il 30 percento. Forse i legislatori lì, come in altri Stati, dovrebbero prendere in considerazione una politica di esenzione più severa prima, e non dopo l'esplosione di nuovi focolai.
 
Giovanni Rodriquez

16 gennaio 2018
© Riproduzione riservata


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