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Influenza. Allarme dell’Ecdc: “Nessun Paese europeo raggiunge il 75% di copertura vaccinale per le categorie a rischio”. Italia ferma al 50% per gli anziani e al 15% per gli operatori sanitari 

di Paola Porciello

Un basso tasso di vaccinazione antinfluenzale, ancora una realtà in molti paesi, aumenta il rischio di insorgenza di malattie gravi, ospedalizzazioni e morti premature. “Se non verranno presi provvedimenti per una maggiore diffusione delle vaccinazioni - si legge nel rapporto del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie -, bisognerà aspettarsi un notevole sovraccarico dei sistemi sanitari, anche durante il corso di questa stagione invernale”. IL RAPPORTO

05 GEN - “Nessuno dei paesi membri dell’Unione europea ha raggiunto il target del 75% di copertura vaccinale antinfluenzale nelle fasce più a rischio della popolazione”. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (European Centre for Disease Prevention and Control, ECDC). Un basso tasso di vaccinazione antinfluenzale, ancora una realtà in molti paesi, aumenta il rischio di insorgenza di malattie gravi, ospedalizzazioni e morti premature. “Se non verranno presi provvedimenti per una maggiore diffusione delle vaccinazioni - si legge nel rapporto -, bisognerà aspettarsi un notevole sovraccarico dei sistemi sanitari, anche durante il corso di questa stagione invernale”.

Ad eccezione dell’Austria, tutti gli altri altri stati membri (30) hanno risposto al sondaggio dell’ECDC, effettuato nel mese di gennaio 2018. Di questi, 19 hanno comunicato I tassi di copertura vaccinale per le stagioni 2015-16, 2016-18 e 2017-18, includendo informazioni dettagliate su specifiche popolazioni più a rischio, come gli over-65, i pazienti affetti da malattie croniche (cardiovascolari, respiratorie, malattie epatiche e renali, diabete mellito, immunosoppressione, obesità, bambini e adolescenti in terapia a lungo termine con l’aspirina), le donne in gravidanza, il personale sanitario e i residenti delle strutture di lungodegenza. Queste categorie corrono un rischio maggiore di andare incontro a complicanze gravi, motivo per cui la maggior parte dei paesi dà loro la priorità alla vaccinazione.

Sono ancora pochi i paesi che si avvicinano al tasso di copertura vaccinale del 75%, stabilito dall’Unione europea per proteggere le decine di migliaia di persone a rischio di malattie gravi o morte prematura.

Nonostante la maggior parte degli stati membri sia già dotato di chiare linee guida o raccomandazioni per la vaccinazione delle categorie a rischio, è emersa una notevole discrepanza tra queste e la capacità di monitorare e quindi comunicare i tassi di copertura vaccinale delle popolazioni target. Meno di un quarto dei paesi membri era in grado di fornire dati sui pazienti cronici e le donne in gravidanza e solo la metà sugli operatori sanitari.
Tutti i 30 paesi che hanno risposto raccomandano la vaccinazione antinfluenzale per i pazienti affetti da malattie croniche e per gli anziani, anche se con diverse soglie di età (in Italia dai 65 anni in sù).
 
Nella tabella qui sotto si può vedere l’effettivo tasso di copertura vaccinale degli anziani ottenuto in ciascun paese nelle diverse stagioni prese in considerazione dall’indagine. Nonostante il consenso largamente diffuso da anni sull’opportunità di vaccinare le persone anziane, solo il Regno Unito ha quasi raggiunto il target europeo del 75%. Per l'Italia sono disponibili i dati delle stagioni 2015-16 e 2016-17, con un tasso di copertura che si attesta tra il 50 e il 60%.
 



Quasi tutti i paesi (29 su 30) promuovono la vaccinazione per gli operatori sanitari. Tra questi, solo 12 hanno comunicato i tassi di copertura. Come si può vedere nella Figura 7 c'è una grande variabilità tra i diversi paesi. Inoltre, alcuni raccomandano la vaccinazione per tutti gli operatori del settore sanitario, altri solo per determinate categorie. L’Italia, tra i paesi che hanno messo a disposizione i dati, è il fanalino di coda, con un tasso bassissimo di copertura vaccinale pari al 15,6%.
 


La vaccinazione delle donne in gravidanza è raccomandata in 28 paesi. Anche qui, esiste una grande variabilità, come mostrato nella Figura 6. L’Italia ha fornito i dati ma si attesta su valori molto bassi, subito prima di Lituania e Slovenia. In particolare, nel nostro paese, si raccomanda la vaccinazione durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza.
 


“I risultati di questa indagine mostrano che il raggiungimento di alti tassi di copertura vaccinale per le categorie più a rischio di complicazioni gravi rimane un serio problema di sanità pubblica”, dice Pasi Penttinen, direttore dell’Influenza Disease Programme dell’ECDC. “Il modo migliore per prevenire o minimizzare lo sviluppo di gravi malattie nelle categorie a rischio è la vaccinazione tempestiva, anche se l’efficacia del vaccino varia a seconda del virus in circolazione. Una buona copertura vaccinale consente anche ai sistemi sanitari di risparmiare risorse grazie alla diminuzione di visite e ospedalizzazioni”.

Un dato incoraggiante emerso dall’indagine, riguarda il fatto che circa la metà degli stati membri dell’Ue ha riportato l’aumento dell’uso di vaccini di ultima generazione, i quali hanno garantito una protezione più ampia nella stagione 2017-18. Inoltre, sei stati membri hanno comunicato di aver messo in pratica nuove strategie di immunizzazione mirate ai bambini. Se questi nuovi vaccini e le nuove strategie adottate garantiranno una maggiore protezione generale o meno, sarà oggetto di studio dell’ECDC nelle prossime stagioni invernali.

Per i pazienti che contraggono forme gravi dell’influenza e per coloro che non rispondono alla vaccinazione per via di malattie o trattamenti che coinvolgono il sistema immunitario, l’uso di farmaci antivirali può essere determinante.
 
La maggior parte degli stati membri dell’Ue ha emesso indicazioni o linee guide per l’uso di farmaci antivirali in questi casi, compresa l’Italia. Insieme ad altri 15 paesi l'Italia si è dotata di un sistema di controllo della resistenza antivirale che prevede la comunicazione dei casi verificati in laboratorio alle autorità sanitarie di controllo. 

Il rapporto del’ECDC consiglia di migliorare il tasso di copertura vaccinale attraverso campagne di comunicazione mirate nei confronti delle categorie più a rischio, assicurando i finanziamenti necessari per programmi nazionali di vaccinazione.
 
L'Italia ha gia un Piano d'azione nazionale, che ha recepito le indicazioni del Consiglio europeo del 2009, come si può vedere nella figura sotto.
 

 
Paola Porciello

05 gennaio 2019
© Riproduzione riservata


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