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Scheda. Cos'è la contraccezione d'emergenza


15 MAR - La contraccezione d’emergenza è un metodo contraccettivo da utilizzare in caso di un rapporto sessuale non protetto o a seguito dell’uso non corretto di un altro metodo contraccettivo (ad esempio dimenticanza nell’assunzione della pillola, nell’applicazione del cerotto, rottura di un preservativo etc).
Si stima che nei paesi industrializzati, nonostante il diffuso ricorso a contraccettivi efficaci e ben tollerati, da un terzo alla metà delle gravidanze risultino indesiderate (AGI, Fulfilling the Promise: Public Policy and U.S. Family Planning Clinics, New York: AGI, 2000 ; Bajos et al., Human Reprod 2003;MM Carbone et al, Riv Ginecologia Consultoriale ,Vol XXI n°1-2, 2009).
E molte di queste vengono volontariamente interrotte.

In questo scenario la contraccezione di emergenza si inserisce come una “seconda possibilità” in termini puramente contraccettivi offerta alla donna per evitare gravidanze non desiderate, e di conseguenza l’eventuale ricorso all’aborto volontario. Il suo l’utilizzo ha quindi carattere occasionale, un metodo “di scorta” che non deve sostituire l’adozione di un metodo contraccettivo abituale.

Come ribadito nei diversi studi e dall’OMS, la contraccezione di emergenza agisce evitando il concepimento e non ha effetti abortivi. L’aborto è invece un’interruzione di una gravidanza in atto e quindi ha un meccanismo di azione del tutto diverso.

Meccanismo di funzionamento
Il meccanismo di azione della contraccezione di emergenza per via orale consiste nell’evitare il concepimento, ritardando o bloccando l’ovulazione.
In Italia attualmente è disponibile, dietro prescrizione di ricetta medica non ripetibile, il farmaco per la contraccezione di emergenza a base di Levonorgestrel (1,5mg) che può essere utilizzato entro 72 ore dal rapporto a rischio. Tale farmaco riesce a ritardare l’ovulazione, solo nel caso non sia iniziata la salita dell’ormone LH. La sua efficacia nel prevenire una gravidanza è pari all’88-95%, tanto maggiore quanto prima viene assunto e massima nelle prime 12 ore.

È stato messo a punto e introdotto in Europa nel 2009 (con procedura centralizzata EMA) e successivamente negli Stati Uniti nel 2010 (con autorizzazione FDA), e quindi in Italia da Aprile 2012, un nuovo farmaco a base di Ulipristal acetato che è attivo fino a 120 ore dopo il rapporto a rischio di gravidanza non desiderata. Tale farmaco, infatti, agisce ritardando l’ovulazione anche se la fase di innalzamento del LH è già cominciata a differenza della pillola a base di Levonorgestrel. Per questo la sua efficacia risulta doppia rispetto al farmaco precedente.
Anche per la pillola a base di Ulipristal acetato l’indicazione, come per tutti i metodi contraccettivi di emergenza, è di assumerla prima possibile. La sua efficacia si mantiene fino a 120 ore dal rapporto non protetto.

Ricorso alla contraccezione di emergenza
Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2010 in Italia le confezioni di pillole per la contraccezione di emergenza vendute sono state circa 350mila (Cfr. Grafico 1). Quanto al rischio di un utilizzo della contraccezione di emergenza nel nostro paese quale metodo contraccettivo abituale, i dati non sembrano avvalorare questa ipotesi dal momento che, diversamente da altri paesi europei, solo il 2,7 % delle donne in età fertile sembra aver fatto uso di contraccezione d’emergenza (Cfr. Grafico 2). Nel confronto internazionale in Italia risulta un ricorso alla cosiddetta “Pillola del giorno dopo” fra i più bassi in Europa.


Dati sulle vendite di alcuni contraccettivi in Italia:
• Circa 26.653.000 confezioni di pillole contraccettive (2010)
• Oltre 100milioni di preservativi (2009)
• Circa 350.000 confezioni di contraccezione di emergenza (2010)

15 marzo 2013
© Riproduzione riservata
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