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28 APRILE 2024
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Aria inquinata, i bambini ne subiscono le conseguenze peggiori. I primi problemi già in gravidanza

di Arnaldo Iodice

Intervista a David Korn, Dirigente Medico Ps Pediatrico Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS: “La rigenerazione cellulare nei bambini è estremamente rapida ma anche molto vulnerabile nei confronti di tutti gli elementi presenti nell'aria che sono in grado di creare danni irreparabili”

07 GIU -

Non ne hanno alcuna colpa, eppure sono coloro che ne pagano già oggi le conseguenze peggiori. E in futuro, se non si fa qualcosa di concreto, non potrà che andare peggio. Parliamo dei bambini e dell’inquinamento ambientale. Per vari motivi i più piccoli corrono un numero molto più elevato di rischi rispetto agli adulti a causa dell’aria insalubre. Ma quali sono questi motivi e i rischi che corrono? E, infine, cosa si può fare per migliorare, almeno di un po’, la situazione? Lo abbiamo chiesto a David Korn, Dirigente Medico Pronto soccorso Pediatrico Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, intervistato nel corso dell’evento ‘Liberi di Respirare’, organizzato da Consulcesi Group. In questa occasione è stato ribadito il diritto (sancito dalla Corte di Giustizia Ue) a vivere in un ambiente salubre ed è stata presentata la prima causa legale collettiva sul tema, dal nome “Aria pulita”.

Perché i bambini sono più vulnerabili degli adulti

“I bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti delle sostanze tossiche presenti nell'aria – spiega Korn – e questo accade per alcuni motivi molto semplici: i bambini respirano a una frequenza molto più elevata. Addirittura, il doppio rispetto a un adulto: un bambino di 6 anni respira infatti 24 volte al minuto contro i 12 di una persona adulta. Questo vuol dire che, nonostante le piccole dimensioni, sono in grado di ingerire una grossa quantità di sostanze tossiche. Respirano inoltre a un’altezza molto più vicina al pavimento, il che significa che sono direttamente a contatto, ad esempio, con gli scarichi delle auto. Infine, la loro capacità di crescita è estremamente elevata: un bambino raddoppia il suo peso da 0 a 6 mesi passando da circa 3 a 6 chili”. Insomma, la loro “rigenerazione cellulare è estremamente rapida ma anche molto vulnerabile nei confronti di tutti gli elementi presenti nell'aria che sono in grado di danneggiare, per l’appunto, la replicazione delle cellule in modo irreparabile”.

I rischi ci sono anche prima del parto
Purtroppo, al giorno d’oggi è cosa risaputa che “questi danni cominciano già durante la fase di gravidanza. Ciò è provato dal fatto che è aumentato sia il numero dei parti pretermine, sia quello dei bambini di basso peso ma anche di quelli che un tempo definivamo ‘in parte spontanei’. Sappiamo inoltre che alcune sostanze presenti nell’aria che respiriamo, come il benzene, hanno la capacità di interagire con il Dna in modo, anche qui, del tutto irreversibile, causando, come effetto diretto, un aumento delle leucemie, soprattutto mieloidi, nei bambini sotto i 6 anni.

Korn spiega inoltre che le particelle che inaliamo con le polveri sottili (che hanno dimensioni inferiori a 2,5 micron), riescono a “viaggiare nel nostro albero respiratorio e sono particolarmente irritanti. Questo vuol dire che una volta in contatto con l’albero respiratorio sono capaci di creare delle condizioni di infiammazione che normalmente si estrinsecano nell'aumento degli episodi di broncospasmo, di asma o di bronchite asmatica. È dunque questo il motivo per il quale i bambini, pur non avendo contribuito all’inquinamento atmosferico, ne subiscono i danni più gravi”.

Aria insalubre: le possibili soluzioni per affrontare il problema
Analizzare i problemi è importante ma lo è altrettanto cercare soluzioni: “Vogliamo capire come uscire da quest’impasse. Esistono diverse soluzioni: alcune più semplici, come ad esempio app e siti internet che ci dicono qual è il livello di inquinamento della zona in cui viviamo, utili per sapere se forse è meglio restare in casa oppure andare a fare una gita in campagna. Un’altra idea è quella di comprare piante: ne esistono alcune, come l’edera, che sono in grado di assorbire buona parte di queste sostanze altamente cancerogene”.

Esistono poi soluzioni un po' più complesse: “Sono quelle che abbiamo organizzato, per esempio, al Policlinico Gemelli, dove abbiamo creato il primo ambulatorio virtuale di pediatria”. Si tratta di un ambulatorio che utilizza “la telemedicina avanzata. Siamo in grado di dare gratuitamente piccoli strumenti ai bambini che vengono dimessi dall'ospedale”. In sostanza, è possibile “auscultare i polmoni e il cuore e controllare l’interno dell’orecchio o della gola di un bambino da poco dimesso. Un vero e proprio esame, come se il bambino si trovasse ancora in ospedale mentre, invece, è comodamente seduto sul divano di casa. Questo ci permette di ridurre i tempi di ospedalizzazione ma anche di migliorare la qualità delle cure”. Questo sistema “è in evoluzione e viene ripreso anche in altri ambiti, come la ginecologia oncologica o la cardiologia dello scompenso. Ci permette già adesso di far entrare in ospedale i pazienti solo quando strettamente necessario, quando stanno davvero male”, conclude Korn.

Arnaldo Iodice



07 giugno 2023
© Riproduzione riservata

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