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Incontinenza. Un disturbo che colpisce in maggioranza le donne  


A soffrire di incontinenza nel mondo sono 260 milioni di persone, in Italia si calcola siano cinque milioni, di cui il 60% sono donne. Gli effetti di questa patologia hanno risvolti soprattutto nel sociale poiché chi ne soffre tende ad isolarsi. Un libro bianco e un convegno per fare il punto su questo disturbo 

21 NOV - L’incontinenza è una patologia che coinvolge nel mondo 260 milioni di persone, in Italia sono 5 milioni le persone sofferenti ed il 60% di queste è composto da donne. L’incontinenza consiste nell’emissione involontaria di urina o feci, i cui effetti negativi possono estendersi a ogni componente della personalità e del comportamento dell’individuo che ne è affetto, con il possibile sviluppo di sentimenti di inferiorità e tendenza all’isolamento sociale.
 
Per trattare questi argomenti e per presentare il “Libro Bianco sull’incontinenza urinaria”, il 29 e 30 novembre 2012 si svolgerà a Bari il “VI Convegno nazionale” della Federazione Italiana Incontinenti (Finco). Al Convegno parteciperanno professionisti (medici, infermieri, fisioterapisti e pazienti) di fama nazionale, oltre al vertice mondiale della federazione pazienti: World Federation of Incontinent Patients (WFIP), nelle figure della presidente (Lynne Van Poelgeest - Olanda) e Segretaria (Nancy Muller - USA) mondiale.
 
Chi è colpito da incontinenza può avere reazioni differenti: alcune persone considerano insopportabili anche minime perdite d’urina, mentre altre possono trascurare perdite abbondanti. L’incontinenza urinaria può insorgere a qualsiasi età, pur prevalendo in età avanzata e i fattori di rischio sono abbastanza diversi nelle donne e negli uomini.
 
“L’incontinenza urinaria – ha spiegato il presidente della Federazione italiana incontinenti (Finco), Francesco Diomede – rimane una patologia sommersa in quanto pudore, vergogna e disagio spingono l’incontinente a soffrire in silenzio, senza ricorrere al medico e ad acquistare un pannolino: Colpevole di questo anche la pubblicità ingannevole dei media che presentano una donna sorridente e sicura dopo il pannolino, nascondendo i problemi reali: cattivi odori e irritazioni genitali”.
 
“Ma alle cure – conclude il presidente Diomede – si rinuncia anche per motivi economici: il nostro Sistema sanitario dispensa la terapia medica solo per il disturbo minzionale correlato a patologie come ictus, traumi, Parkinson e tumori e non per la sindrome da urgenza minzionale, molto più frequente, dovuta a contrazioni involontarie della vescica e caratterizzata da improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare, per entrambi i sessi”.
 
Negli uomini l'incontinenza è dovuta soprattutto a problemi alla prostata. In ogni caso, indipendentemente dal sesso è possibile ritrovare soprattutto nelle malattie croniche, alcuni fattori di rischio comuni: diabete, disturbi neurologici (Parkinson, Alzheimer, sclerosi a placche), demenza, malattie cardio-vascolari, un indebolimento dello sfintere nelle persone anziane ed effetti secondari di taluni farmaci.
 
Nelle donne i maggiori fattori di rischio sono legati innanzi tutto all’evento traumatico della gravidanza e, in ogni caso, allo sviluppo e all’evoluzione dell’apparato riproduttivo (dalla sopraggiunta maturità sessuale fino ad i postumi della menopausa). Oggi l’incontinenza può essere curata con successo attraverso la combinazione di più approcci: la rieducazione pelvica, la terapia farmacologica e chirurgica.
 
Anche i bambini possono essere colpiti dall’enuresi notturna, una forma d’incontinenza urinaria intermittente, che si verifica durante la notte, ne soffre 1 bambino su 10, in un’età che va dai 6 ai 14 anni, il bambino  non riesce a svegliarsi al momento dello stimolo per fare la pipì e bagna il letto.

21 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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