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Giornata mondiale senza tabacco. Il monito dell’Oms: “Vietare ogni tipo di pubblicità”


Eliminare ogni forma di promozione e sponsorizzazione del tabacco è uno dei modi più efficaci per contribuire a ridurre il numero dei fumatori. Paesi che hanno introdotto questi divieti mostrano una media di riduzione di consumo del tabacco del 7%. Il fumo continua ad uccidere ogni anno circa 6 milioni di persone. IL VIDEO

31 MAG - Il tabacco uccide fino alla metà dei suoi consumatori. Nel 2030 l'Oms stima che a causa del fumo moriranno più di 8 milioni di persone ogni anno. Quattro morti su cinque si verificano in Paesi a basso e medio reddito. Il divieto di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco risulta essere uno dei modi più efficaci per ridurre il suo consumo. Nei Paesi che hanno già introdotto questo genere di divieti si è registrata una media di riduzione del 7%. Per questo motivo, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco che si celebra oggi, l’Organizzazione mondiale della sanità ha invitato gli Stati membri a vietare ogni pubblicità di questi prodotti.

Una ricerca condotta dall’Oms ha mostrato come circa un terzo dei giovani sperimenta il tabacco a seguito della sua esposizione a pubblicità, promozione e sponsorizzazione. A livello mondiale, il 78% dei giovani di età compresa tra 13-15 anni è esposta regolarmente a una qualche forma di pubblicità del tabacco. "Il fumo è in cima alla lista delle minacce universali per la salute - ha affermato il Direttore Generale Oms, Margaret Chan - i governi devono rendere il problema una loro priorità per fermare la manipolazione spudorata dell'industria del tabacco nei confronti, in particolare, dei giovani e delle donne, attuata al fine di reclutare la prossima generazione di dipendenti dalla nicotina".

"La maggior parte dei consumatori di tabacco iniziano la loro tossicodipendenza mortale prima di aver compiuto i 20 anni - ha affermato Douglas Bettcher, Direttore del Who - vietare la pubblicità del tabacco, la sua promozione e sponsorizzazione è uno dei modi migliori per proteggere i giovani dal fumo riducendone il consumo nell'intera popolazione".
Bettcher ha anche sottolineato come, tuttavia, anche quando i divieti sono in vigore, l'industria del tabacco è costantemente attiva nel trovare nuove tattiche per colpire i potenziali fumatori, ad esempio: regalando prodotti di abbigliamento di marca tra i più giovani, influenzando le persone in luoghi come bar e discoteche, utilizzando la comunicazione on-line come le applicazioni per smartphone pro-fumatori e discussioni via web guidate da personale aziendale delle industrie del tabacco che si finge un comune consumatore, utilizzando prodotti e marchi del tabacco in film, reality e soap opera.

Solo 19 paesi (che rappresentano il 6% della popolazione mondiale) hanno raggiunto il più alto livello di realizzazione nel vietare la pubblicità del tabacco. Più di un terzo dei Paesi ha restrizioni minime o non ne ha nessuna. Nazioni in cui si stanno compiendo notevoli progressi nella messa al bando delle ultime forme residue di pubblicità sono l’Albania, il Brasile, la Colombia, il Ghana, l’Iran, le Mauritius, Panama e il Vietnam.
Secondo il Report Globale 2012 sull'attuazione del Who Fctc, 83 Paesi hanno già riferito di aver introdotto un divieto generale di tutta la pubblicità del tabacco. Quelli che lo hanno fatto nei punti di vendita sono l'Australia, il Canada, la Finlandia, l’Irlanda, il Nepal, la Nuova Zelanda, la Norvegia, Palau e Panama.
Infine l'Oms ha segnalato come una recente indagine sul consumo di tabacco in Turchia ha mostrato che il divieto di pubblicità, in combinazione con altre misure di controllo del tabacco, ha contribuito a ridurre il suo consumo di oltre il 13% con una calo di consumatori dal 2008 di circa 1,2 milioni.

 

31 maggio 2013
© Riproduzione riservata

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