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Nas: fermato un traffico di profumi alla droga


Quindici Regioni e 54 province coinvolte nel traffico di deodoranti per ambienti contenenti sostanze stupefacenti. Le indagini dei Nas hanno portato a 7 ordinanze di custodia cautelare; alla perquisizione di 122 “smart shop” e al sequestro preventivo di un'azienda del milanese. L’inchiesta era partita dopo il ricovero, in gravi condizioni, di un giovane napoletano intossicato da una sostanza contenuta in un profumatore per ambiente.

21 DIC - Nella mattinata odierna i Carabinieri del Nas hanno messo in atto 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Milano; 122 perquisizioni presso altrettanti piccoli locali commerciali comunemente denominati “smart shop”, dove, oltre a prodotti che rientrano in categorie merceologiche quali tisane, incensi, integratori alimentari, profumatori di ambienti e sali da bagno, possono trovarsi altresì energizzanti e sostanze psicoattive; sequestro preventivo dell’azienda “Tessier-Ashpool s.r.l.” di Peschiera Borromeo (MI).
Al centro della vicenda il traffico internazionale di sostanze stupefacenti costituite da “smart drugs” (letteralmente droghe furbe) celate all’interno di prodotti indicati come  “profumatori d’ambiente” variamente denominati (spice center, spice arctic sinergy, bonzai citrus, cream ecc.), spacciati in Italia sia tramite internet che attraverso una capillare rete di negozi del tipo “smart shop”. Quindici le Regioni e 54 le province coinvolte nel traffico.
Nel corso dell’indagine, condotta anche attraverso l’intercettazione di varie utenze telefoniche localizzate, tra l’altro, in Italia, Olanda ed Europa dell’Est, è stato possibile procedere all’arresto di altre due persone ed al sequestro di:
a)    un laboratorio di produzione clandestina di sostanze psicotrope di sintesi;
b)    3 tonnellate di “erbe”;
c)    20.000 deodoranti per ambienti contenenti cannabinoide sintetico;
d)    30 Kg di allucinogeno;
e)    100 Kg di cannabis indica, che una volta raffinati e inviati al mercato avrebbero fruttato quattro milioni di euro circa.
L’inchiesta era partita dalla Procura della Repubblica di Napoli per accertare la causa del ricovero in gravi condizioni presso un ospedale partenopeo, di un giovane napoletano, per una intossicazione acuta, che aveva assunto una sostanza tossica contenuta all’interno di un profumatore per ambiente.
I successivi esami di laboratorio a cura dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, avevano consentito l’individuazione di una molecola psico-attiva denominata JWH-018, definita dall’Istituto Superiore di Sanità pericolosa per la salute pubblica per l’elevata potenzialità di indurre dipendenza e problemi a livello cardiocircolatorio e del sistema nervoso.
L’attività di indagine è stata successivamente sviluppata dalla Procura partenopea e da quella di Milano. “Gli esiti delle indagini – affermano i Nas i una nota - costituiscono un’innovativa scoperta nel panorama investigativo. Infatti, gli accertamenti da un lato hanno debellato l’inconsueto “modus operandi” illegale, sostanziatosi nella diffusione di sostanze stupefacenti attraverso circuiti commerciali leciti, dall’altro hanno fatto emergere un oscuro sistema di ricerca di principi psicoattivi, non ancora formalmente vietati, perché non inseriti nella tabella degli stupefacenti”.  


 

21 dicembre 2010
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