Ebola. L’infermiere di Emergency ricoverato allo Spallanzani. “Il paziente è febbrile e lucido. Iniziato trattamento antivirale”. Il 1° bollettino
Diramato il primo bollettino medico sulle condizioni di salute dell’infermiere sardo di Emergency ricoverato allo Spallanzani di Roma dopo aver contratto il virus. Ippolito: “È in condizioni stabili. Decisivi i prossimi giorni”. Lorenzin: "Siamo di fronte ad un'altra difficile sfida"
13 MAG - “Il paziente è in stato febbrile ma lucido e collaborante”. È quanto riporta il primo bollettino medico diramato dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, dopo il ricovero dell’infermiere sardo di 37 anni che ha contratto il virus Ebola.
“La gestione del trasporto – precisa la nota - è stata effettuata secondo i protocolli previsti. Il paziente è stato monitorizzato durante tutto il trasporto aereo, senza nessuna criticità”. L’infermiere ha iniziato il “trattamento antivirale specifico con farmaco non registrato, autorizzato con ordinanza da Aifa, su indicazione del Ministro della Salute”. Saranno un centinaio le persone che lavoreranno intorno al paziente e saranno coordinate da Antonio Russo. Tra 24 ore sarà emesso il prossimo bollettino medico.
“Anche in questa circostanza – ha sottolineato il Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin - i protocolli stabiliti per l’emergenza sanitaria sono scattati in modo puntuale. Con la collaborazione del Ministero della Difesa e grazie all’Aeronautica Militare, il trasferimento in alto biocontenimento dell’infermiere di Emergency è avvenuto rapidamente e in piena sicurezza. Ancora prima dell’arrivo del paziente a Roma abbiamo attivato tutte le procedure per rendere disponibili i farmaci sperimentali necessari alle cure. Siamo di fronte a un’altra sfida difficile che adesso giochiamo all’interno dello Spallanzani, una grande eccellenza italiana, dove l’infermiere riceverà certamente il meglio delle cure possibili”.
“È in condizioni stabili. Ma ogni paziente è diverso dall’altro. Decisivi saranno i prossimi giorni – ha affermato
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani -. Noi possiamo contare non solo sull’esperienza del nostro caso ma anche di quella degli altri 22 casi verificatisi in Europa e Usa”.
Sull’utilizzo di plasma di pazienti già toccati da virus Ippolito ha precisato che “stiamo considerando sempre all’interno del circuito internazionale per la gestione dei pazienti fuori dall’Africa”.
“Lo abbiamo sentito via telefono ci ha contattato quanto ha sviluppato i primi sintomi – ha detto
Rossella Miccio, Coordinatrice ufficio umanitario di Emergency -. L’ho sentito fino a ieri poco prima del trasferimento e compatibilmente con la situazione l’ho sentito sereno. È una persona solida”.
In merito a possibili disfunzioni dei sistemi di sicurezza Miccio ha risposto che “qualcosa non ha funzionato, e questo è evidente. Le procedure le rivediamo ma purtroppo un errore umano e un problema tecnico ci possono stare. Ad oggi stiamo ancora cercando di capire cos’ è successo. Tra personale nazionale e internazionale che lavorano nelle zone calde saranno un migliaio e i casi di contagiati si contano su dita di una mano”.
Su un possibile contagio. “Non credo a contagio. Diventa contagiosa quando ci sono i sintomi. E lui si auto isolato appena aver scoperto di avere la febbre. Nei giorni precedenti aveva avuto contatti con i familiari ma non aveva sviluppato i sintomi”.
13 maggio 2015
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