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Immigrazione. Medici stranieri in Italia (Amsi) “Occorrono servizi socio-sanitari aperti a tutti senza distinzione per contrastare il terrorismo dalle radici”


Così il presidente dell'associazione, Foad Aodi. “Servono interventi affinché le condizioni di vita e di salute dei cittadini che fuggono dalla morte e dalla guerra non si aggravino per l'incapacità di trovare delle soluzioni coraggiose ed efficaci”. 

01 FEB - "Siamo affranti perché sono gli innocenti che pagano con la loro vita il prezzo delle guerre tra le religioni e le civiltà. La condizione di disagio sanitario in Libia, Siria, Iraq, Yemen, Somalia e Sudan e in tutti i nostri altri Paesi di origine ci preoccupa profondamente come cittadini del mondo e come medici". Queste le parole di Foad Aodi, Presidente dell'Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) e Focal Point in Italia per l'integrazione, a commento degli attentati in Siria targati Isis.

Così, due giorni prima dalla colazione anti Daesh presieduta a Roma dal Ministro degli Affari Esteri Italiano Paolo Gentiloni, un nuovo massacro si aggiunge alla catena del terrore: ammonta a 100 il numero dei feriti, 70 quello dei morti a seguito delle esplosioni verificatesi in Siria, a sud di Damasco, nei pressi del mausoleo sciita di Sayyida Zeinab. Tra le vittime ci sono donne e bambini. Secondo le fonti locali del Ministero degli Interni, un'autobomba nei pressi di una stazione degli autobus sarebbe seguita alle duplici esplosioni ad opera di due kamikaze che avrebbero concluso la loro opera nel momento in cui i civili sono venuti a soccorrere i feriti. Medici e professionisti della salute locali, con i quali il Presidente di Amsi è in contatto diretto, descrivono una "situazione sanitaria ed umanitaria al collasso, dove gli ospedali sono paralizzati e sono sprovvisti di farmaci e di personale medico".

 "La morte senza pietà di innocenti, di donne e bambini ci fa unire al di la dei nostri Paesi di origine, delle religioni e dei partiti contro il cancro del terrorismo", dichiara Aodi. "Servono servizi socio-sanitari aperte a tutti senza distinzione per contrastare il terrorismo dalle radici, a favore degli immigrati e dei rifugiati - aggiunge - perché le condizioni di vita e di salute dei cittadini che fuggono dalla morte e dalla guerra non si aggravino per l'incapacità di trovare delle soluzioni coraggiose. Ci auguriamo con i progetti Gemelli 'Buona Sanità' e 'Buona Immigrazione' di dare un valido contributo per l'integrazione contro l'immigrazione irregolare e lo sfruttamento delle vite. La nostra speranza è che con il sostegno di Autorità, medici ed operatori sanitari, di mediatori culturali e esperti di immigrazione italiani, stranieri e arabi, possiamo lavorare con concretezza per la tutela degli innocenti che hanno diritto ad essere protetti, hanno diritto alla vita. Dobbiamo combattere il mercato degli esseri umani e l'atrocità del mercato degli organi, in particolare dei bambini non accompagnati, persi e scomparsi nei diversi Paesi", conclude Aodi.
 

01 febbraio 2016
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