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Federfarma. No a nuovi tagli e penalizzazioni a farmacie


Federfarma chiede al Governo “di non proseguire nei continui tagli ai margini delle farmacie già al limite della sopportazione e di puntare a una riforma strutturale del sistema” e di aprire un tavolo per la revisione del sistema di remunerazione e per il rinnovo della Convenzione farmaceutica

29 GIU - Mercoledì si è svolta l’Assemblea nazionale di Federfarma, convocata d’urgenza per esaminare i contenuti delle prossime misure governative. “Ulteriori tagli sono inaccettabili” ha dichiarato Annarosa Racca, presidente di Federfarma, cui l’Assemblea ha dato pieno mandato di adottare tutte le iniziative necessarie a difesa del servizio farmaceutico.
 
“Le farmacie – ha aggiunto la presidente – non possono sostenere nuovi oneri che ridurrebbero ulteriormente una redditività che sui farmaci Ssn è ormai azzerata. Proponiamo, in alternativa ai tagli, la riforma della remunerazione e il rinnovo della Convenzione farmaceutica. Si tratta di interventi strutturali che rientrano pienamente nella logica della spending review, in quanto permettono al Ssn di utilizzare al meglio le risorse disponibili”.
 
L’assemblea ha ribadito una situazione per cui “i nuovi tagli, previsti nelle bozze di decreto-legge in circolazione in queste ore, gravano in modo particolare sulle farmacie, sono insostenibili economicamente e quindi inaccettabili. Sul fronte del contenimento della spesa, le farmacie in questi anni hanno già pagato un prezzo molto alto (oltre 7 miliardi di euro negli ultimi 10 anni) e stanno subendo le conseguenze pesantissime del decreto liberalizzazioni, che porterà presto all’apertura di 4.000 nuove farmacie, in un contesto economico di crisi e con una spesa farmaceutica territoriale in forte contrazione”.
 
Per queste ragioni, Federfarma chiede al Governo di non proseguire nei continui tagli ai margini delle farmacie già al limite della sopportazione e di puntare a una riforma strutturale del sistema: questo si aspettano da un Governo tecnico.
 
Ecco dunque le proposte della Federazione dei titolari di farmacie: “un’immediata apertura del tavolo per la revisione del sistema di remunerazione, secondo quanto previsto da una legge del 2010, tuttora inattuata. Il nuovo modello di remunerazione consentirebbe la distribuzione in farmacia dei medicinali oggi erogati dalle strutture pubbliche favorendo ulteriori risparmi”.
Ma anche l’apertura di un “tavolo per il rinnovo della Convenzione farmaceutica nazionale – cioè l’accordo che regola i rapporti tra farmacie e Ssn – scaduta da più di 10 anni, grazie alla quale le farmacie potrebbero finalmente offrire alla popolazione nuovi servizi di alta valenza socio-sanitaria con risparmi per il Ssn”.
 
Tavoli che Federfarma chiede siano chiusi “entro il 31 dicembre 2012, in modo che le nuove regole entrino in vigore dal 1° gennaio 2013”.
“Se il Governo non prenderà in considerazione queste proposte – aggiunge la Federazione –, le farmacie, per puro spirito di sopravvivenza, saranno costrette ad adottare le seguenti iniziative di autotutela”.
 
Insomma per Federfarma la misura è ormai colma al punto che l’Assemblea non esclude “una prima giornata di chiusura, cui seguiranno ulteriori chiusure e altre forme di manifestazioni di protesta, fino a che non saranno adottati gli opportuni correttivi; se non saranno chiusi i tavoli sulla remunerazione e sul rinnovo della Convenzione, entro i ragionevoli termini proposti, sarà disdetta la Convenzione Nazionale, non escludendo altre iniziative sindacali di supporto”.
 
Secondo Alfredo Orlandi, Presidente del Sunifar (Sindacato Farmacie Rurali), “nuovi tagli sarebbero un colpo mortale. La farmacia rurale, in particolare, ha già dato abbondantemente al Paese e non è più in condizione di poter sopportare nessun altro tipo di gravame. Con altri tagli si metterebbe in pericolo la continuità dello svolgimento del servizio farmaceutico, a partire dagli stessi turni notturni e festivi, penalizzando ancora una volta i cittadini che abitano nei piccoli centri. Per questo motivo, le farmacie rurali, che non sono più in grado di obbedire a regole stabilite da una Convenzione scaduta da anni, sono costrette a dire basta!”.

29 giugno 2012
© Riproduzione riservata

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