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Sud Sudan. Senza acqua uno dei campi rifugiati. Msf lancia raccolta fondi


Nella zona dell'Upper Nile State, nel campo che accoglie un quarto dei circa 120 mila rifugiati del Blue Nile State, il tasso di mortalità ha ormai quasi raddoppiato la soglia di emergenza. Per le modalità di donazione: www.medicisenzafrontiere.it.

06 LUG - A pochi giorni dal primo anniversario della nascita dello Stato del Sud Sudan (9 luglio), Medici Senza Frontiere (Msf) ha denunciato che, in uno dei campi rifugiati dell’Upper Nile State (Sud Sudan), il tasso di mortalità è quasi il doppio della soglia di emergenza. Il campo accoglie un quarto dei circa 120.000 rifugiati fuggiti dal Blue Nile State in Sudan a partire dallo scorso anno.

I dati medici preliminari raccolti nel campo di Jamam, dove risiede il 30% dei rifugiati, rivelano un tasso di mortalità tra i bambini di 2,8 morti ogni 10.000 al giorno, al di sopra della soglia di emergenza di 2 decessi ogni 10.000 persone. Ciò significa che muoiono ogni giorno circa 9 bambini. Il 65% delle morti sono causate dalla diarrea acuta. Il tasso di mortalità tra gli adulti era invece di 1,8. Una morte ogni 10.000 persone al giorno è la soglia critica che definisce un’emergenza umanitaria.

“Queste persone sono fuggite da violenze terribili in Sudan e hanno perso i propri familiari durante il difficile viaggio in cerca di salvezza - ha dichiarato Tara Newell, coordinatore dell’emergenza per Msf a Jamam - adesso si trovano nei campi rifugiati, seduti su terreni allagati e muoiono per malattie facilmente curabili, a causa delle pessime condizioni di vita”.

Msf ha dispiegato 50 operatori umanitari internazionali e circa 300 locali. Per portare avanti le principali attività mediche salva-vita nei prossimi mesi, però, saranno necessari fondi urgenti. “La vita e la sopravvivenza dei rifugiati dipende al 100% dall’assistenza umanitaria - ha spiegato Konstantinos Moschochoritis, Direttore generale di Msf Italia - servono aiuti d’emergenza, subito! Chiediamo di sostenere le nostre attività per salvare la vita di migliaia di persone”.

I rifugiati raccontano storie di violenza e di condizioni strazianti nel Blue Nile State, e arrivano in Sud Sudan spesso già malati e costretti a vivere in luoghi totalmente inadeguati ad ospitare ben 100.000 persone. Si tratta di una terra desolata e arida per una parte dell’anno, che diventa una pianura fangosa durante la stagione delle piogge, quando rimangono solo pochi fazzoletti di terreno asciutto ed è estremamente difficile trivellare i pozzi. I ripari, le strutture e i sistemi igienico-sanitari sono totalmente inadeguati mentre l’acqua disponibile è ben al di sotto degli standard minimi.
Nelle scorse due settimane, le équipe mediche di Msf a Jamam hanno curato 2.500 persone per malattie diarroiche, problemi respiratori, malaria e ipotermia. I bambini sono i più vulnerabili.

“La nostra clinica è già sovraffollata di bambini che soffrono di polmonite, malnutrizione, diarrea. Se continuano a rimanere in queste condizioni, ci potrebbero essere conseguenze drammatiche”, ha dichiarato Erna Rijnierse, medico di Msf a Jamam.

Per le modalità di donazione: www.medicisenzafrontiere.it.

06 luglio 2012
© Riproduzione riservata

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